Dopo la nostra chiacchierata con Francesco Balossino sul futuro delle chitarre vintage, ormai non più solo strumenti iconici, ma anche vere e proprie opere d’arte da museo, abbiamo avuto la possibilità di testare alcune delle sei corde attualmente a disposizione nel suo Cesco’s Corner. Ascoltate il nostro Paul Audia suonare una magnifica Fender Stratocaster del 1964 in finitura Foam Green!

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Ulteriori informazioni

Ogni chitarra vintage ha una storia: dal 1964 a oggi

I più attenti di voi avranno già notato che il nome del colore è diverso dal Sea Foam Green che si trova attualmente in catalogo Fender (finitura usata, ad esempio, anche per la nuova Stratocaster Ultra Luxe 60s Strat HSS). Parliamo infatti di due colori diversi, che un occhio più attento può riconoscere. Il Foam Green era il colore che usava Fender nel 1964. 

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Come ogni chitarra vintage, anche questa Stratocaster ha una storia da raccontare. Fu trovata per la prima volta nel 1985 da Gil Southworth Jr., che la prese dal primo proprietario originale. Finì poi nelle mani di Mac Yasuda, uno dei più grandi collezionisti del mondo, per arrivare infine nel Cesco’s Corner di Francesco Balossino. Pronta per essere provata anche da noi.

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Paul Audia l’ha testata con un Fender Super Reverb (anch’esso del 1964) a un volume moderatamente alto. Il nostro chitarrista ha subito percepito una differenza nel playing e nella gestione di questo strumento, rispetto alle chitarre disponibili oggi in commercio.

Adattare il playing alle chitarre vintage: una necessità

Come spiegato da Francesco, infatti, all’epoca le chitarre venivano generalmente suonate con tutto il volume disponibile dell’amplificatore e andavano di conseguenza gestite in modo diverso rispetto a oggi. Il playing era quindi più leggero e misurato. Queste chitarre furono costruite in un modo diverso e con in mente setup di questo genere. Ecco perché, anche con il potenziometro del volume quasi completamente abbassato e a livello 2, suonano molto bene e hanno una risposta fantastica alla dinamica del tocco.

Nel video presente all’inizio dell’articolo potete sentire Paul provare la Stratocaster con tutte le posizioni dei pickup. Viene testato anche il potenziometro del tono, che, quando è tutto chiuso, regala un suono veramente unico. Questa chitarra vi permette di ottenere moltissime sfumature sonore, specie poi se si riesce a spostare il selettore dei pickup nella posizione intermedia tra uno e l’altro.

Queste due posizioni extra all’epoca non erano previste al momento della costruzione dello strumento e nel settaggio dell’elettronica. Con un po’ di pratica, però, si possono ottenere questi due voicing in più, che ormai sono disponibili in quasi tutte le Stratocaster, con una posizione dedicata del selettore.

Anche i tasti degli strumenti vintage, che sono più fini rispetto a quelli di oggi, cambiano il feeling di queste chitarre. Potremmo insomma dire che chitarre di questo tipo richiedono dei “sacrifici” al chitarrista che le suona: è necessario adattarsi alla filosofia costruttiva diversa dello strumento e cambiare di conseguenza il playing e l’approccio utilizzato sulle corde.

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Continuate a seguire Planet Guitar per altri contenuti realizzati nel magnifico Cesco’s Corner di Francesco Balossino e per altri assaggi delle sonorità (e della bellezza) delle vere chitarre vintage.

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Riccardo Yuri Carlucci