Eddie Van Halen è sempre stato un chitarrista, un musicista che rompeva gli schemi. Ha dato vita a un nuovo modello di chitarra con la Frankenstrat, ha portato i limiti della chitarra elettrica oltre ogni immaginazione, oltre ad aver condizionato tutti con il suo famoso Brown Sound. Anche nella costruzione di chitarre e amplificatori ha sempre sperimentato sia in fase di costruzione che in fase di test sul prodotto finito. Ecco la storia del famoso test svolto sull’ EVH 5150 III, raccontata dal figlio di Van Halen Wolfgang.

Prima che il EVH 5150 III vedesse la luce, Eddie Van Halen volle assicurarsi che fosse qualcosa di più di un semplice amplificatore: doveva essere indistruttibile. Il chitarrista, noto per la sua ricerca ossessiva del suono perfetto, portò i suoi esperimenti a un livello quasi folle.
Nel suo 5150 Studios, mise in atto un test che avrebbe spaventato chiunque altro. Volume al massimo, feedback continuo e giorni di stress estremo per l’apparecchiatura. Il risultato? Una leggenda dell’ingegneria chitarristica e uno dei momenti più iconici della storia del rock.
La nascita di un amplificatore leggendario
Nel 2007, Eddie Van Halen lanciò, sotto il marchio EVH Gear, il EVH 5150 III: un amplificatore a valvole destinato a proseguire l’eredità dei celebri modelli 5150.
Il progetto venne ripensato da zero, come racconta Matt Bruck, collaboratore di lunga data di Eddie e oggi leader di EVH: “Il processo è stato lungo e difficile, perché l’amplificatore è stato reimmaginato dalle fondamenta. Abbiamo dovuto costruire una nuova base su cui lavorare”.
Bruck spiega che furono progettati un nuovo chassis e trasformatori “costruiti come un carro armato, sovradimensionati, proprio come deve essere quando si punta a qualcosa di grande”.
Il “crash test” di Eddie Van Halen
Mentre Bruck si concentrava sullo sviluppo tecnico, Wolfgang Van Halen, figlio di Eddie, ricorda il momento in cui suo padre decise di mettere davvero alla prova l’amplificatore.

“Ricordo papà che lo testava nello studio. Si sentiva un leggero feedback già dal piano di sotto. Man mano che salivi, diventava sempre più forte. Quando aprivi la porta dello studio, c’era una chitarra appoggiata lì, con tutte le manopole al massimo, che fischiava in un loop continuo. L’ha lasciata così per una settimana, solo per vedere se l’amplificatore sarebbe esploso.”
La paura e il genio
Matt Bruck racconta che Eddie chiamava quella fase “crash testing”.
“Era il momento in cui cercava di distruggere l’apparecchiatura,” spiega. “Voleva essere certo che, una volta arrivata sul mercato, fosse assolutamente affidabile.”
Durante il test, l’amplificatore rimase acceso e al massimo volume, con la chitarra collegata e appoggiata contro la cassa per generare un feedback costante.
“Io ero terrorizzato,” confessa Bruck. “Continuavo a dire: Si scalderà troppo, esploderà, prenderemo fuoco. Ma Eddie mi rispondeva: Non preoccuparti, vediamo quanto resiste.”
Dopo cinque giorni, Eddie decretò: “Ha superato il test.”
Un gesto che riassume perfettamente la sua genialità e il suo modo unico di pensare fuori dagli schemi.

L’eredità del 5150 III
Quel “crash test” non fu solo un aneddoto curioso: divenne parte integrante del mito di Eddie Van Halen.
Il EVH 5150 III è oggi considerato uno degli amplificatori più influenti del XXI secolo, simbolo di potenza, precisione e affidabilità.
Come ricordano coloro che hanno assistito al test, quel suono eterno di feedback nel 5150 Studios non era soltanto rumore: era la voce dell’innovazione, la firma sonora di un genio che non temeva di spingersi oltre ogni limite.
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