Solo Keith Richards poteva fare qualcosa di così assurdo, e al tempo stesso, in un modo contorto, poetico come sniffare le ceneri del padre. Nel 2007, il chitarrista dei Rolling Stones confessò di aver sniffato le ceneri di suo padre, mischiate con un po’ di cocacina. Lo disse con la noncuranza di chi racconta un aneddoto da pub, ma la storia fece il giro del mondo. Con Keith, però, ogni follia sembra plausibile. E in qualche modo, quell’episodio rimane uno dei momenti più emblematici del suo spirito rock’n’roll: caotico, crudo e stranamente sentimentale.
Keith Richards e le ceneri del padre: l’intervista che fece tremare il mondo del rock
Nell’aprile del 2007, durante un’intervista con NME, Keith Richards rispose alla domanda su quale fosse la cosa più strana che avesse mai sniffato. La sua risposta lasciò tutti senza parole: “Mio padre. L’ho sniffato.”
Il chitarrista raccontò che, dopo la cremazione, aveva “grattugiato un po’ di ceneri insieme a un po’ di blow”. Aggiunse che suo padre, Bert Richards, “non avrebbe avuto nulla in contrario” e che “era andata giù piuttosto bene”. In poche ore, i titoli dei giornali di mezzo mondo parlavano di “Keith Richards che sniffa le ceneri del padre”.
Prima la smentita, poi la conferma
La reazione non tardò ad arrivare. Il portavoce dei Rolling Stones, Bernard Doherty di LD Communications, definì la storia “uno scherzo fuori contesto”, da archiviare come “un pesce d’aprile”. Anche lo stesso Richards pubblicò una dichiarazione sul sito ufficiale della band, sostenendo che NME avesse “romanzato” la vicenda.
Tuttavia, qualche anno dopo, la verità emerse nel suo libro Life, pubblicato nel 2010. Lì, il Keith Richards confermò di aver effettivamente sniffato un po’ delle ceneri di suo padre, ma senza cocaina.
La vera storia delle ceneri raccontata da Keith Richards
Nel suo memoir, Keith Richards spiegò che aveva tenuto le ceneri del padre in una scatola per sei anni, incapace di spargerle. Alla fine decise di piantarne una parte ai piedi di una quercia inglese. Ma mentre apriva il contenitore, una piccola nube di cenere si sollevò e si depositò sul tavolo.
“Non potevo semplicemente spazzarlo via,” scrive Richards. “Così ho passato un dito e ho sniffato quel che era rimasto. Dalle ceneri alle ceneri, da padre a figlio. Ora sta crescendo querce, e ne sarebbe felice.”
Il mito di un immortale del rock
La storia delle ceneri è solo una delle tante che contribuiscono alla leggenda di Keith Richards. Dalle intossicazioni a episodi al limite della sopravvivenza, come quando raccontò di aver assunto stricnina in Svizzera, fino alla celebre caduta a Fiji che lo costrinse a un’operazione al cervello, Richards sembra sfidare ogni limite umano.
Come disse lui stesso: “Ho fatto tutto almeno una volta. Voglio dire, cavolo, sono Keith Richards: devo provare tutto una volta.”
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