Ci sono momenti nella storia del rock che diventano leggenda. Uno di questi è il primo atto di distruzione di una chitarra da parte di Pete Townshend, il geniale chitarrista degli Who, avvenuto quando aveva solo tredici anni. Un gesto istintivo, rabbioso, che avrebbe finito per definire un intero linguaggio visivo del rock. Quella furia giovanile non era solo spettacolo, ma una forma di liberazione emotiva. E a testimoniarla, per pura coincidenza, c’era John Entwistle, futuro bassista della band, pronto con una risposta che è rimasta nella storia.

Le origini di un ragazzo destinato al rock
Nato a West London nel maggio del 1945, Pete Townshend crebbe in una famiglia dove la musica era parte del DNA. Suo padre Cliff Townshend suonava il sax nella banda della Royal Air Force, i Squadronaires, mentre sua madre Betty era cantante con le orchestre di Sidney Torch e Les Douglass.
Oltre alla musica, i genitori gestivano anche un negozio di antiquariato, grazie al quale Pete poté permettersi la sua prima chitarra.
Dopo aver fallito con il clarinetto di suo padre fu deciso che avrebbe provato con la chitarra. Il compito di acquistare lo strumento cadde però sulla nonna, che lui descrisse come “clinicamente pazza”.
Il risultato? Una chitarra da parete, del tipo che si trova in un ristorante italiano economico.
Quando si lamentò, suo padre gli rispose: “Quando riuscirai a tirar fuori una melodia da quella, te ne comprerò una buona.”
La prima chitarra distrutta da Pete Townshend
Poco tempo dopo, una chitarra decisamente migliore arrivò nel negozio di antiquariato di famiglia. Stavolta Pete la comprò con i soldi guadagnati dal suo giro di consegne di giornali.
Aveva finalmente il suo strumento, ma non per molto.
“Avevo 13 anni”, raccontò Townshend. “Io e John Entwistle stavamo provando nel salotto di casa mia quando mia nonna entrò urlando: ‘Abbassate quel maledetto baccano!’”
La reazione di Pete fu tanto impulsiva quanto memorabile:
“Dissi, ‘Farò di meglio’. Presi la mia chitarra, quella che avevo pagato con i soldi del mio lavoro, e la spaccai in mille pezzi. Dissi: ‘Adesso ti togli dalla mia vita?’ e lei uscì sbattendo la porta.” Subito dopo, il silenzio. Poi: “Guardai John e dissi: ‘E adesso?’”
La risposta di Entwistle fu glaciale e geniale:
“Un altro giro di giornali, direi.”
La nascita di un rituale
Quel momento segnò l’inizio di una lunga tradizione. “Ogni volta che volevo sfogare una rabbia nascosta, potevo farlo sulla chitarra. Era una piccola seduta di psicoterapia.”
Con gli Who, la distruzione delle chitarre divenne parte integrante dello spettacolo. E nonostante le critiche, Pete non si è mai scusato. “I giovani che comprano la loro prima vera chitarra si innamorano di lei. Io non l’ho mai fatto.”
Colle, corde e rabbia controllata
Durante i primi tour negli Stati Uniti, come ricordò in un’intervista con Jimmy Fallon, la distruzione divenne una routine logistica oltre che artistica.
“Quando siamo arrivati a New York per il The Murray the K Show suonavamo quattro volte al giorno. Avevo una sola chitarra, quindi dovevo romperla e aggiustarla ogni volta. Alla fine era più colla e spago che altro.”
Nel 1989, durante le prove con Steve “Boltz” Bolton degli Atomic Rooster, la furia non si era ancora placata. Bolton ricordò come Townshend avesse distrutto una chitarra Takamine per un piccolo errore durante Pinball Wizard.
Un gesto estremo, ma in linea con la sua personalità: intensità pura, senza compromessi.
Pete Townshend e il suo futuro
A ottant’anni, Pete Townshend ha messo da parte la distruzione fisica, ma non quella creativa.
Ha lasciato intendere che il futuro degli Who e del suo percorso solista potrebbe includere l’uso dell’intelligenza artificiale per creare nuova musica, pochi mesi dopo aver confessato di aver perso la passione per i concerti dal vivo.
Dopo oltre trent’anni di sobrietà, ha ammesso di aver dovuto “ricominciare da capo” per affrontare l’ultimo tour del gruppo.
Ma il ragazzo che a tredici anni distrusse la sua prima chitarra per ribellione continua a vivere in lui.
Solo che, oggi, il rumore che fa è dentro le sue canzoni.
Contenuti correlati:
* Questo post contiene link affiliati e/o widget. Quando acquistate un prodotto tramite un nostro partner affiliato, riceviamo una piccola commissione che ci aiuta a sostenere il nostro lavoro. Non preoccupatevi, pagherete lo stesso prezzo. Grazie per il vostro sostegno!
- Inaugurato il nuovo Fender Artist Showroom di Shanghai! - 24. Ottobre 2025
- Pete Townshend e la prima chitarra distrutta: l’origine di un gesto leggendario - 23. Ottobre 2025
- “Deve essere un orgasmo”: Carlos Santana e il segreto di un grande assolo - 23. Ottobre 2025






