Poche canzoni dei Beatles sono finite nel dimenticatoio. Oggi vi raccontiamo la storia di una queste che ha passato circa 30 anni negli archivi prima di essere pubblicata ufficialmente in una compilation del 1996. Il brano scritto da John Lennon per Ringo Starr è uno dei più criticato sia dalla stampa che dagli stessi membri della band, tanto che qualcuno addirittura non ricorda di averla registrata. Registrata per l’album Help! del 1965, If You’ve Got Trouble fu il primo brano che i Beatles scrissero espressamente per il loro batterista. Eppure venne quasi subito accantonata e dimenticata.

Quando i Beatles si sciolsero nel 1969, avevano inciso e pubblicato più di 200 brani, quasi tutti originali, lasciandone molti altri incompleti o inediti negli archivi. Alcuni erano semplici demo o improvvisazioni, ma altri, come If You’ve Got Trouble, erano registrazioni finite che per varie ragioni furono scartate.
Questo pezzo rappresentava un piccolo evento nella storia della band: era la prima canzone mai scritta apposta per la voce di Ringo Starr. Composta da John Lennon per Help!, si trattava di un rock costruito su un riff basato sugli accordi I-IV-V tipici di blues e rock, con evidenti somiglianze con altri brani di quel periodo come She’s a Woman, I’m Down e I Feel Fine, quest’ultimo però molto più sofisticato di If You’ve Got Trouble.
Ringo Starr cantante d’eccezione
Fin dagli esordi, Ringo aveva almeno un brano cantato per ogni album per soddisfare la sua folta schiera di fan. Oggi può sembrare sorprendente, ma all’alba della “Beatlemania” Ringo era il più popolare del gruppo. Soprattutto negli Stati Uniti, grazie alla sua simpatia e spontaneità aveva un seguito importante, non a caso, nei film A Hard Day’s Night e Help! ebbe scene di primo piano.
Non essendo un autore, a Ringo venivano affidate le parti vocali delle cover, oppure dei brani minori scartati da Lennon e McCartney. Anche If You’ve Got Trouble rientra in questa categoria. I testi «you can’t be as worried as me» e «you think I’m soft in the head» puntavano sulla figura popolare di Ringo come l’adorabile sempliciotto, il “buono” un po’ ingenuo e sfortunato.
Secondo Ray Coleman, ex direttore di Melody Maker, l’intera responsabilità del pezzo era di Lennon. In un articolo del 27 febbraio 1965, riportò che lo stesso John definì la canzone tutt’altro che un capolavoro.
«L’ho scritta io», disse Lennon a Coleman. «È la cosa più buffa che abbia mai fatto. Ascolta le parole», aggiunse ridendo. «Non credevo che qualcuno volesse davvero registrarla.»
Eppure i Beatles dedicarono tempo ed energia al pezzo. La base risultava solida e brillante. (Nel brano George Harrison suona una Gretsch elettrica, come annotò il produttore George Martin). Coleman sottolineò che Paul McCartney era soddisfatto del risultato: «Paul pensava che il sound fosse tra i migliori di sempre», scrisse.
Un nuovo chitarrista solista per i Beatles?
Un aspetto curioso è che McCartney qui si cimentò anche alla chitarra solista, affiancando Harrison nel riff principale con la sua Epiphone Casino hollowbody. Nella stessa settimana vennero incise Ticket to Ride, Another Girl e The Night Before— tutte con McCartney alla chitarra solista, un ruolo per lui nuovo.
«Ehi, senti quella parte di Paul?» disse Lennon a Coleman. «Ha fatto parecchia chitarra solista questa settimana… ascolta bene. George e Paul suonano lo stesso assolo, identico, ma in ottave diverse.»
Solitamente era George a prendersi la scena negli assoli di chitarra ma questa volta a quanto pare c’erano indecisioni. Forse proprio questa incertezza sul ruolo di solista spiegava l’insolita frase di Ringo prima dell’assolo: invece di rivolgersi come al solito a George con frasi tipo «All right, George!» o «Rock on, George, one time for Ringo!», disse «Oh, rock on, anybody!», come se non sapessero ancora chi avrebbe suonato l’assolo. In effetti, secondo gli appunti di George Martin, la voce di Ringo venne registrata prima della parte di chitarra.
Alla fine toccò a Harrison eseguire l’assolo, che si rivelò però uno dei meno ispirati dell’intero repertorio dei Beatles. Probabilmente fu chiaro già quella sera che il brano non aveva alcun futuro. Dopo un tentativo di missaggio il 20 febbraio, venne abbandonato.
Dopo 30 anni di incertezze i Beatles prendono una decisione
Curiosamente, quello stesso giorno i Beatles registrarono anche That Means a Lot, un brano di McCartney in stile R&B con un ritmo pesante simile a Ticket to Ride. Anche questo venne rigettato e poi ceduto a P.J. Proby, la cui versione entrò nelle classifiche britanniche.
If You’ve Got Trouble rimase nel cassetto fino al 1984, quando l’ingegnere Geoff Emerick la preparò per l’album di rarità Sessions. Emerick tagliò alcune parti e accorciò la durata di venti secondi, ma l’uscita venne bloccata dagli ex Beatles. Tuttavia, la versione di Emerick finì nel mercato dei bootleg.
Il pezzo vide la luce ufficialmente solo nel 1996, nella raccolta Anthology 2, nella versione integrale originale. L’accoglienza confermò i dubbi di allora: il critico Ian MacDonald la definì «l’unico disastro completo nel catalogo Lennon-McCartney».
Persino George Harrison non fu tenero: «È la canzone più strana», disse nel libro The Beatles Anthology. «Non ricordo nemmeno di averla mai registrata. Ha parole stupide ed è la più scadente di tutte. Non c’è da stupirsi che non sia mai uscita.»
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