Il patrimonio musicale lasciato dai Beatles è immenso e moltissimi artisti di diverso genere e lignaggio si sono ispirati direttamente o indirettamente a loro. Analizziamo dieci cover che hanno interpretato in maniera particolare un brano dei baronetti inglesi.
Strawberry Fields Forever – Custodie Cautelari con Elio & Eugenio Finardi, Live, 2007
I due artisti milanesi si cimentano in un evergreen insieme ai Custodie Cautelari e un’orchestra.
Singing Beatles è un bellissimo spettacolo, dedicato ai Baronetti di Liverpool, ideato e realizzato nel 2007 dalle Custodie Cautelari (gruppo genovese che ha accompagnato per anni Irene Grandi e ideatore della “Notte delle chitarre”) in collaborazione con l’orchestra sinfonica di Savona. Strawberry Fields Forever spicca tra le varie interpretazioni, grazie all’inventiva di Elio e al canto appassionato di Eugenio Finardi.
Curiosità
Hanno partecipato al progetto diversi artisti, fra cui Alberto Fortis e Simona Bencini, stabilendo tutti un significativo feeling con la band e l’orchestra, rendendo la rivisitazione del repertorio dei Fab Four molto particolare e originale.
Help! – Tina Turner, Live in Europe, 1988
Una rilettura spettacolare di un classico dei classici.
In uno dei suoi momenti di massimo fulgore la “Regina del rock ‘n’ roll” ci sorprende con un’interpretazione da pelle d’oca: Help! viene rallentata, resa quasi irriconoscibile e molto più vicina al mood triste del testo.
Curiosità
Non è la prima volta che Tina Turner omaggia i Beatles: nel 1970 pubblica Come Together, insieme al marito Ike, ove la title track è una riuscita versione di una delle canzoni simbolo del quartetto inglese.
She’s a Woman – Jeff Beck, 1975
La chitarra ispirata di Beck aggiunge nuove sfumature a un brano minore da riscoprire.
Blow by Blow è un album che ha messo d’accordo fan e critica, venendo ritenuto da entrambi uno dei picchi di Jeff Beck. In mezzo a pezzi divenuti celebri anche per le intense performance live come Scatterbrain e, soprattutto, Cause We’ve Ended as Lovers, splende anche questa insolita She’s a Woman, caratterizzata da un’andatura jazz fusion incrociata col reggae. Risulta davvero inaspettato l’utilizzo del talk box: diavolo d’un Jeff, pioniere incontrastato della chitarra!
Curiosità
I collegamenti tra Beck e i Beatles proseguiranno negli anni, basti ricordare la sua incandescente versione di A Day in the Life, ma è interessante notare come nel brano e nel disco trattato ci sia già un forte collegamento con il gruppo britannico. Alla produzione, infatti, vi è nientepopodimeno che George Martin.
Hey Jude – Wilson Pickett, 1969
Una delle canzoni più famose declinata in chiave southern soul da “Wicked Pickett”.
Chi se la sarebbe aspettata a fine anni Sessanta una versione soul di questo classico dei Beatles? L’incredibile voce e carisma del seducente Wilson Pickett plasmano a sua figura la canzone che Paul McCartney dedica a Julian, il figlio di John Lennon affranto per il divorzio dei genitori.
Curiosità
Hey Jude di Pickett è una delle canzoni che spianano la strada a un allora ancor timido, introverso, ma micidiale Duane Allman. Phil Walden della Capricorn Records gli offre un contratto subito dopo aver ascoltato questa gemma. Eric Clapton ha indicato il suo assolo nel brano come uno dei più belli mai prodotti nella storia del rock. Dichiarazioni forti non proprio di uno a caso, pensando a ciò che l’accoppiata Skydog/Slowhand realizzerà nel 1970…
Blackbird – Niccolò Fabi, Live at Webnotte, 2013
Non solo i Police: anche i Beatles sono fra le fonti ispiratrici del cantautore romano.
Figlio d’arte, con papà Claudio tastierista, compositore e produttore discografico, Niccolò Fabi inizia come batterista di una cover band dei Police, fino ad affinare la sua vena cantautorale nell’ambiente romano, circondato da Silvestri, Gazzè, Zampaglione e Sinigallia. Il “White Album” rappresenta anche per lui uno dei capolavori della musica del Novecento e la devozione nei confronti dei Fab Four è chiaramente percettibile in questa intensa esecuzione dal vivo di Blackbird.
Curiosità
Blackbird è la canzone che più tocca le corde dell’anima del cantautore di Roma, da sempre vicino alla lotta per i diritti civili.
Norwegian Wood – Cornershop, 1997
Nell’album che rivela al mondo intero le qualità del gruppo “anglo indiano” stupisce questa chicca in onore dei quattro di Liverpool.
Brimful of Asha, specialmente grazie al remix di Norman Cook alias Fatboy Slim, rimarrà per sempre nella storia dell’indie rock di fine secolo, ma è interessante anche ascoltare questa originale rilettura di uno dei tanti piccoli capolavori dei Beatles, pensando a quanto l’India sia stata determinante per il cammino di Harrison e compagni.
Curiosità
Esiste una versione di Norwegian Wood altrettanto particolare e intrigante da parte del leggendario Herbie Hancock, agli antipodi come struttura e concezione rispetto a quella dei Cornershop. La bellezza immensa di brani come questo spalanca la porta a ogni possibile interpretazione, contribuendo a tener viva la fiamma dell’arte.
Come Together – Dave Matthews Band, Live at the Gorge, 2021
A volte un imprevisto può rendere un concerto egualmente memorabile.
Quando nel settembre 2021, durante l’ormai epica serie di concerti al Gorge Amphitheatre, il batterista Carter Beauford e il bassista Stefan Lessard non possono esibirsi causa una lieve forma di Covid, il primo pensiero è quello dell’annullamento. Tuttavia la Dave Matthews Band è nota per non mollare mai. Grazie a una line-up alternativa con il tastierista Buddy Strong dietro alle pelli per una parte dello spettacolo, il suo tecnico del suono Elijah Pigg a farne le veci all’organo e al piano, e infine Tony Hall dell’opening act Dumpstaphunk al basso, “the show must go on”! Come Together non era prevista in setlist, ma nasce da queste circostanze, mandando in visibilio il pubblico.
Curiosità
Dave Matthews non ha mai nascosto il suo amore per i Beatles. Blackbird, Tomorrow Never Knows (in coppia con Herbie Hancock) e I Saw Her Standing There sono fra le gemme presenti nella sua discografia in studio e dal vivo.
I Saw Her Standing There/Torna con me sulla luna – Jovanotti, Live, 2015
Dalla Fortezza del Girifalco, un’esecuzione dal vivo inaspettata di Lorenzo Cherubini.
Su Jovanotti ne sono state dette di cotte e di crude, nel bene e nel male, tuttavia una cosa è certa: ha sempre avuto coraggio! Un plauso alla chitarra di Riccardo Onori.
Curiosità
Torna con me sulla luna è la versione italiana (con le liriche di Dante Panzuti, in arte Danpa) di I saw her standing there, pubblicata nel 1965 da Dino e i Kings. Jovanotti l’ha cantata nel 2015 per Webnotte, il “web-live-show” de La Repubblica.
I Need You – Tom Petty & The Heartbreakers, Live at Royal Albert Hall, 2002
Durante il Concert for George, Tom Petty sceglie un pezzo memorabile.
Il tributo a Harrison, organizzato da Eric Clapton per il suo amico scomparso l’anno prima, rimane indimenticabile. Tom Petty sorprende tutti tirando fuori dal cilindro un brano (forse) meno conosciuto dei Beatles, ma importante per l’autostima (non proprio ai massimi livelli in quel periodo) di George come autore.
Curiosità
Nella versione originale, pubblicata nel 1965 su Help!, George Harrison suona una Rickenbacker 12 corde. Petty ripropone la canzone nello show rifacendosi allo stile dei Byrds, all’epoca influenzati moltissimo dai Fab Four, e in particolare dall’uso di quella particolare chitarra.
While My Guitar Gently Weeps – Joe Walsh, Gary Clark Jr. and Dave Grohl, Live at Los Angeles Convention Center, 2014
Un trio sorprendente per una rilettura da brividi di un brano amatissimo, in particolare da tutti gli appassionati delle sei corde.
Chitarre infuocate e batteria colpita come se non ci fosse un domani per celebrare il 50° anniversario della prima esibizione dei Beatles all’Ed Sullivan Show. Fra il pubblico che applaude e si esalta anche uno strabiliato Paul McCartney.
Curiosità
Cinque anni dopo anche Clapton e Peter Frampton deliziano gli spettatori del Crossroads Guitar Festival con una straripante esecuzione di tale capolavoro che, non dimentichiamolo, godette della chitarra piangente di Slowhand nella pubblicazione originale sul “White Album”.
Extra: Si ‘e llave tu/She Loves You di Shampoo, 1980
Quando la parodia ha una forte capacità di stupire.
Nati da un’idea di Giorgio Verdelli con avallo successivo di Claudio Poggi, produttore di Pino Daniele, gli Shampoo pubblicano l’album In Naples 1980/81, nel quale registrano alcune canzoni del primo periodo beatlesiano sorprendentemente identiche agli originali in tutto tranne che nei testi. Si sceglie ovviamente la lingua napoletana, simile per sonorità (Pino Daniele docet!) a quella inglese.
Curiosità
Si ‘e llave tu si può considerare la loro bandiera, con liriche parodiate che citano lo shampoo. Geniali.
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