Poche note di una melodia possono allargare i confini del cuore, se suonate al posto giusto nel momento giusto. Provare per credere ascoltando questi dieci brani davvero curiosi in cui il Re della chitarra blues per antonomasia, fa affiorare tutta la sua vena malinconica e nostalgica, meravigliando per passione e intensità.
La serie Le 10 canzoni inaspettate e sorprendenti prosegue con un vero gigante della sei corde. Nato nel 1925, all’anagrafe Riley B. King, soprannominato the Beale Street Blues Boy, nella sua carriera lunghissima ha attraversato svariati generi, pur se ancorato fortemente al blues, lasciando il suo tocco un po’ ovunque nel mondo della musica. Da una struggente ballata a un rock roccioso, passando tra soul, r&b e jazz, lui è l’irraggiungibile, imprevedibile B.B. King!
When Love Comes to Town degli U2, 1988
Una delle partnership più riuscite nella storia della musica.
Probabilmente nessuno avrebbe indovinato, prima della pubblicazione di questo brano, le incredibili affinità elettive tra gli U2 e B.B. King. Il rock irlandese post punk dai rigurgiti religiosi si fonde con il blues del contadino di Itta Bena, un uomo tutto d’un pezzo, che, tra alti e bassi, vivendo quotidiane discriminazioni e soffrendo nel suo profondo, è riuscito a mantenersi forte, ha imparato a resistere alle più dure lezioni di vita e ha scalato la montagna del successo. Ora si gode questa collaborazione avvenuta proprio nel periodo in cui Bono e compagni sono nel picco del processo artistico e creativo: dopo un disco epocale come The Joshua Tree arriva Rattle and Hum, cronistoria delle molteplici influenze musicali accolte dal gruppo.
Curiosità
Durante il lovetown tour, tra il 1989 e l’inizio del 1990 la canzone viene suonata regolarmente come encore insieme a B.B. e alla sua band unitamente a Angel of Harlem e Love Rescue Me, due composizioni ispirate al gospel e cariche di significati profondi, con amore e musica visti come possibilità di salvezza e redenzione.
Signor Censore con Edoardo Bennato e Jeff Healey live at Pistoia Blues, 1990
Anche nei festival blues del Belpaese arrivano i “duetti” che non t’aspetti.
Edoardo Bennato non ha mai nascosto la sua passione per il blues e ha citato B.B. King, qui perfettamente a suo agio insieme al rocker italiano, fra i personaggi più influenti per la sua crescita stilistica e musicale. Interessante la scelta del pezzo, dal repertorio forse meno conosciuto del cantautore napoletano, incluso in origine in Io che non sono l’imperatore (1975).
Curiosità
Oltre a Signor Censore, Edoardo e B.B. improvvisano su altri temi per oltre una decina di minuti. Bennato racconta e ricorda con soddisfazione l’apprezzamento del guitar hero americano nei suoi confronti: “Man, You can play the blues!”.
Sinner’s Prayer di Ray Charles, 2004
The Genius duetta con il Blues Boy in una struggente versione di un classico intramontabile.
Certamente Sinner’s Prayer è un pezzo di storia della musica blues scritto dal leggendario Lowell Fulson, tuttavia è la toccante interpretazione di Ray Charles del 1954 a farlo diventare lo standard che tutti conosciamo. Sorprendentemente solo in seguito alla morte di The Genius troviamo finalmente un’incisione in studio tra lui e King, dopo alcune riuscite partnership live. Il risultato è malinconico e struggente.
Curiosità
Lowell Fulson è un autore importante per B.B. King. La sua 3 O’Clock Blues si trasforma, riarrangiata e ispirata nelle sonorità dalla passione per T-Bone Walker, in un vero cavallo di battaglia per il padrone di Lucille.
Street Life con Crusaders e Josie James, live at the Royal Festival Hall, London, 1981
Una performance scoppiettante e sorprendente: tutte le parti si amalgamano perfettamente.
Accompagnati dalla Royal Philarmonic Orchestra, i Crusaders, ossia gli immensi Joe Sample, Styx Hopper e Wilton Felder, rispolverano questa hit a metà strada tra jazz e funk dall’omonimo album di successo di due anni prima. Si ritagliano uno spazio importante le magiche voci di B.B. (ovviamente impeccabile anche nei suoi fraseggi, riff e guitar fills con la Gibson) e Josie James, che sostituiscono Randy Crawford presente nella registrazione in studio. Il risultato è oltre ogni aspettativa, da brividi!
Curiosità
Probabilmente questa è una delle collaborazioni più dimenticate, ma assolutamente da riscoprire. Come spesso capita, King dà il meglio quando incontra spiriti affini concentrati sulla totalità della rappresentazione, senza eccedere in virtuosismi fini a se stessi.
Hey Man con Zucchero, live at Modena, Pavarotti and Friends, 1999
Una ballata vissuta e sofferta, che ha toccato le corde dell’anima all’eroe del Mississippi, felice di eseguirla dal vivo con il suo autore.
Intensa, commovente e sentita, suonata (e cantata) dal chitarrista come se fosse un suo classico.
Non è un caso che la versione originale arrivi dal primo album che cambia il percorso musicale dell’artista emiliano. Blue’s è infatti la svolta che porta Zucchero ad avvicinarsi a mostri sacri come B.B.
Curiosità
I due personaggi non sono nuovi a duetti. Rimane nella storia il primo per Deuces Wild, 1997, dove Let The Good Times Roll viene interpretata con grazia ed energia.
Crawling King Snake di Buddy Guy, 2003
La bellezza di ascoltare Guy, King e Clapton acustici.
Blues Singer è un album totalmente unplugged dedicato a John Lee Hooker. E la canzone in cui figurano tre dei più grandi chitarristi blues nasce proprio dalla penna affilata del mitico autore di Boom Boom.
Curiosità
Il disco si aggiudica un grammy come migliore album di blues tradizionale, ma è un peccato sia poco considerato, specialmente in Italia, il valore di tale pubblicazione.
Right Place Wrong Time con Bonnie Raitt, dalla colonna sonora di Air America, 1990
Un classico di Dr. John rivisitato in modo stuzzicante.
Un film con Mel Gibson e Robert Downey Jr. è fuori di dubbio che debba contenere musica di un certo livello e questo brano storico splende di una nuova luce per merito dell’accoppiata Raitt/King. Da riascoltare.
Curiosità
Bonnie Raitt ha sempre avuto un debole per la musica di B.B. e ha citato come memorabile e speciale l’esibizione del 2004 insieme a lui alla Chicago House of Blues.
Baby I’m Hard of Hearing Mama con Dizzy Gillespie, live at the Newport Jazz Festival in Madarao, 1991
Quando jazz e blues si incrociano emozionando!
Il mitico trombettista Dizzy Gillespie è una forza della natura: pianista, percussionista e compositore sopraffino. Ma il suo vero universo è lo show e in questo brano si evidenzia il suo carisma da bandleader. Il buon B.B. è davvero fenomenale ad accompagnarlo con umiltà e bravura insieme al resto della band.
Curiosità
Sempre in occasione di quel festival giapponese i due suoneranno anche un’irresistibile versione uptempo di When Love Comes To Town.
Blues Guitar Jam con Luther Allison e Gary Moore, live at Juan-les-Pins International Festival, 1996
Un blues strumentale coi fiocchi per tre stelle delle sei corde.
Vedere sullo stesso palco Gary Moore, Luther Allison e B.B. King è strepitoso. Il blues con la sua sofferenza e i suoi lampi di gioia è qualcosa che unisce e si fa sentire a tutte le latitudini, anche, ovviamente in questa pregiata kermesse francese. Performance imperdibile!
Curiosità
Sappiamo quanto Luther e Gary siano eccezionali, ma al minuto 5.00 preparatevi a una standing ovation ascoltando e guardando l’assolo del King of the Blues…
Eyesight to the Blind con David Gilmour, live at Later…with Jools Holland, 1998
La vena blues di Gilmour si scatena in presenza del Re.
I Pink Floyd sono l’emblema del rock psichedelico e delle lunghe suite antesignane del prog, ma le loro radici affondano nella musica del diavolo, basta vedere come David Gilmour si trovi a suo agio con il maestro del blues in un brano leggendario.
Curiosità
Eyesight to the Blind è un classico di Sonny Boy Williamson II ripreso da tantissimi artisti. Memorabili le cover degli Who, di Clapton con Santana, degli Aerosmith e di Gary Moore.
Extra: Texas Flood con Stevie Ray Vaughan live at New Orleans Jazz & Heritage Festival, 1988
Non poteva mancare, pensando alle esibizioni più sorprendenti di B.B. King, una performance di gran valore artistico e storico con Stevie Ray Vaughan, alla presenza di un altro personaggio del calibro di Albert Collins. Texas Flood certifica, parafrasando il titolo, l’alluvione sonora portata da un chitarrista (nato a Dallas) senza freni e inibizioni, che tanto deve a uno dei suoi mentori.
Curiosità
Eclettico, energico, pieno di vita e amante degli incroci arricchenti tra musicisti fantasiosi, Stevie Ray è il perfetto proseguimento per il ciclo Le 10 Canzoni inaspettate e sorprendenti. Ci aspetta un’altra puntata incandescente e ricca di “crossroads”. Stay Tuned!
To be continued…
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