Correva l’anno 2017 quando per l’ultima volta la band statunitense aveva calcato un palco nel nostro paese. In occasione del Thicker Than Blood World Tour gli Extreme sono finalmente tornati a Milano per un esplosivo concerto all’Alcatraz, unica data italiana. Vista l’occasione, non potevamo assolutamente mancare anche noi di Planet Guitar!

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The Last Internationale: un ottimo opening act

Alcatraz davvero sold out, è stato difficile trovare il biglietto e la coda all’ingresso lo dimostra. Dobbiamo quasi fare il giro del circondario dell’intero locale per entrare! Intanto facciamo amicizia e notiamo con piacere un pubblico molto variegato, con fasce d’età molto diverse rappresentate e qualche famiglia. Un buon segnale.

Entriamo e siamo comunque ben posizionati, per fortuna. Tutto pronto e alle 19:50 (addirittura in anticipo rispetto al previsto) scatta l’opening act dei The Last Internationale. Già passata in Italia a maggio di quest’anno per una data, la band offre una mezz’ora di riscaldamento, per dare un po’ di tono fin da subito alla serata.

Una buona voce femminile (Delila Paz), una Les Paul collegata ad una Marshall rossa (Edgey Pires), un bassista pelato che gira a petto nudo sul palco e un batterista capellone. Tanto basta per fare una band grezza e di sano rock, che ha già avuto il piacere di aprire concerti per Robert Plant e i The Who e di suonare con un certo Brad Wilk alla batteria. Non a caso hanno ricevuto apprezzamenti anche da Tom Morello per il loro stile e per l’impegno politico dei loro testi. Per quanto abbiamo potuto sentire, ci sentiamo di concordare con il chitarrista e vi consigliamo assolutamente l’ascolto di questa formazione. Questo è l’ultimo show in apertura per gli Extreme: ci tengono quindi a ringraziare la band e il pubblico, a loro dire “obbligato” a sentirli.

Vediamo anche una Stratocaster sul palco, per Hard Times, pezzo ispirato al Bronx di New York, città di provenienza di Delila e Edgey, fulcro creativo della band. La frontwoman scende anche dal palco, per stare in mezzo alla folla: lei è molto scenografica e con la sua tutina rossa e nera ci ha conquistati. Un po’ di wah che non guasta mai sulla chitarra e corde distrutte sul finale per soli 25 minuti di show dall’alto contenuto rock. Promossi.

Edgey Pires con la sua Les Paul I Credits: Dena Flows. CC BY-NC-ND 3.0 DEED

Gli Extreme in splendida forma

Cambio palco e di bandiera sullo sfondo: compare il gorilla presente sulla copertina di SIX, l’ultimo album della band uscito nel giugno di quest’anno. Un gorilla chiamato Pakenuga, nome composto delle prime due lettere del nome di ciascun membro della band (Pat, Kevin, Nuno, Gary). Kingdom Come, Dan Reed Network, Alice Cooper di sottofondo per ingannare l’attesa e alle 20:50 si parte, sulle note di Sacrifice – Hail to the King di John Barry, non a caso brano incluso nella colonna sonora del remake di King Kong del 1976.

L’inizio è infiammato da due classici estratti da Pornograffiti, il secondo album della band del 1990 e principale responsabile del successo internazionale. It (‘s a Monster) e Decadence Dance sono due ottimi pezzi, che ci ricordano subito qual è il sound della band e quello che andremo ad ascoltare questa sera: tanti riff e tanti assoli, con la Washburn N4 di Nuno Bettencourt che è già in fiamme. Ci aspettiamo in scaletta anche tanti brani del disco nuovo, e il primo della lista è #REBEL, che contiene uno degli assoli più belli dell’intero album.

È poi la volta di un altro classico, l’immortale Rest In Peace, seguita a ruota da Hip Today. La distorsione è altissima, così come il livello generale della band. Gary Cherone ci sembra vocalmente in forma e scenografico come sempre, Pat Badger è un cowboy sempre sugli scudi, Kevin Figueiredo tiene il ritmo alla grande. E Nuno beh, non stupisce tanto il suo concentrato di tecnica pura e ritmica martellante, quanto la sua precisione nei cori, con ottime armonizzazioni a tre eseguite assieme a Gary e Pat.

Dopo quattro brani tiratissimi arriva la prima pausa, con Nuno che  saluta i fan nuovi e i vecchi. Ai primi chiede anche come mai ci hanno messo così tanto per venire a sentire un concerto degli Extreme! La band è infatti in attività dalla seconda metà degli anni Ottanta, quindi vale la pena ricordare gli inizi con un medley del primo e omonimo disco del 1989. I brani scelti sono Teacher’s Pet, Flesh ‘n’ Blood, Wind Me Up e Kid Ego, con l’ultimo che è il vero pezzo forte.

Si prosegue con un omaggio ai Queen e We Will Rock You. Questo non sorprende i fan storici, memori della loro performance al Freddie Mercury Tribute Concert, introdotti da una grande investitura di Brian May, che li nominò quasi “eredi” della band britannica. Nuno è sul palco col berretto al contrario di una grande squadra di calcio di Milano e comanda la folla con il riff di Play With Me, un altro brano del primo disco. Il berretto viene lanciato tra la folla e Nuno si lancia nel tapping e nei feedback di chiusura.

Nuno chiede di fare casino, essendo sabato sera, e si scusa per la lunga attesa per il nuovo album. C’è molta passione in questo nuovo disco e lo hanno realizzato principalmente per loro stessi, che iniziano a invecchiare. Un grazie speciale va però ai fan, che intonano quindi il coro “Nuno! Nuno!”, ma il chitarrista risponde (ridendo) che è sì vecchio, ma si ricorda ancora il suo nome. Indossa quindi un cappello da cowboy (strapagato secondo lui) e imbraccia una acustica a dodici corde, per interpretare un altro brano nuovo, OTHER SIDE OF THE RAINBOW, e poi Hole Hearted, un altro pezzo estratto da Pornograffiti.

Dopo i complimenti di Nuno al pubblico, a cui suggerisce di fondare una grande band di cui lui sarà manager, è Gary a prendersi la scena, con un’intro che unisce Get Up Offa That Thing di James Brown e Cupid di Sam Cooke… Un segnale per far attaccare Cupid’s Dead. Sono sei le casse Marshall sul palco, disposte a scaletta, e su questo brano si sentono tutte, specie quando Nuno decide di omaggiare una delle sue principali influenze, suonando una parte di Eruption di Eddie van Halen. A luci spente gioca poi con il delay, prima di eseguire Am I Ever Gonna Change, personalmente il mio brano preferito della discografia della band ed estratto, come il precedente, da III Sides to Every Story del 1992.

Dopo THICKER THAN BLOOD, brano un po’ a là Rage Against the Machine che dà il titolo al tour, arriva la parte che Nuno preferisce dello show: quella in cui si siede. Il giovane cinquantasettenne, a cui abbiamo fatto gli auguri anche noi di Planet Guitar, definisce questo momento “una specie di orgasmo” per le sue povere gambe. Chiede ai chitarristi di alzare le mani, perché sono diversi dai semplici fan e lo guardano in modo spiritato. Coglie l’occasione per ammonirli: “You’re the future of rock and roll: Don’t fuck it up”, consiglio che non tradurremo.

Finalmente seduto con la sua acustica a sei corde parte Midnight Express, dove Nuno dimostra tutto il suo talento ed estro anche su uno strumento più classico. Arriva anche Gary per interpretare una versione intima di HURRICANE, contenuta nel nuovo disco, e si è ormai creata l’atmosfera giusta. More Than Words è quindi una naturale conseguenza, cantata interamente con l’aiuto del pubblico, che incanta i due musicisti e che ringraziano “la miglior audience del tour”. Classica frase di circostanza, ma a giudicare dai loro volti emozionati ci sentiamo di credergli.

Dedicano quindi un brano alle donne, Fat Bottomed Girls, interpretando tutta l’intro a cappella. Gli omaggi ai Queen sono diventati due e anche in questo caso, armonizzando splendidamente, gli americani dimostrano di aver appreso la lezione di Freddie e compagni. BANSHEE è un altro pezzo estratto dall’album nuovo, ma l’alternanza con i grandi classici è continua. Si passa infatti poi ad un velocissimo pezzo in stile country, Take Us Alive. Viste le sonorità, non perdono l’occasione per suonare anche una parte di That’s All Right di Elvis, regalando un altro gran momento.

Nuno resta ora solo sul palco e chiede se ci sono mosche in sala. Ecco un altro segnale ben noto ai fan: è il momento del suo esercizio di stile, Flight of the Wounded Bumblebee, buono per incantare per l’ennesima volta la folla.

Get the Funk Out la sanno veramente tutti (potete impararla anche voi, vi spieghiamo come qui) e convince come sempre. Quindi la band saluta e se ne va… Ovviamente per farsi richiamare.

Prima del bis Nuno si sdraia sulla scaletta di Marshall per iniziare da solo a suonare Women in Love…, altro omaggio ai Van Halen. In questo caso è grande il dispendio di armonici, una caratteristica fondamentale del suo playing. Dedica con dito alzato al cielo, non sappiamo per chi, prima di SMALLTOWN BEAUTIFUL, un’altra ballad del nuovo album. Anche qui Nuno, Gary e Pat armonizzano in tre sul chorus e riescono ad attaccarci Song for Love sull’ultimo ritornello. RISE è il singolone del disco, trascinato dall’ennesimo assolo leggendario di Nuno, e non poteva mancare in chiusura.

Uno show di due ore secche, e la band saluta tutti sulle note di HERE’S TO THE LOSERS. Gli applausi sono tanti e convinti, per una band emotiva e grandiosa, che è ancora perfettamente in forma e che ha offerto una performance maiuscola, esattamente come lo stile grafico scelto per la tracklist dell’ultimo lavoro, di cui sono presenti in scaletta ben 7 delle 12 tracce. La setlist della serata risulta comunque equilibrata, tra nuovi brani, grandi classici e omaggi graditi.

A fine concerto non siamo purtroppo riusciti a carpire i segreti della pedaliera di Nuno, ben nascosta dietro le casse. Sicuramente il ProCo Rat c’era a garantire la distorsione:

Proco Rat 2 Distortion

Proco Rat 2 Distortion

Valutazione dei clienti:
(1290)

Se non siete riusciti a trovare un biglietto, ma siete interessati a vedere la band dal vivo, gli Extreme hanno annunciato proprio qualche giorno fa una nuova data al Ferrara Summer Festival il 4 luglio del prossimo anno. Noi vi consigliamo di andarli a sentire, ne vale assolutamente la pena!

Scaletta:

(Intro) John Berry – Sacrifice – Hail to the King

  1. It (‘s a Monster)
  2. Decadence Dance
  3. #REBEL
  4. Rest in Peace
  5. Hip Today
  6. (medley) Teacher’s Pet / Flesh ‘n’ Blood / Wind Me Up / Kid Ego
  7. Play With Me (con intro We Will Rock You dei Queen)
  8. OTHER SIDE OF THE RAINBOW
  9. Hole Hearted
  10. Cupid’s Dead (con intro Get Up Offa That Thing di James Brown e Cupid di Sam Cooke e omaggio ad Eruption di Eddie van Halen)
  11. Am I Ever Gonna Change
  12. THICKER THAN BLOOD
  13. Midnight Express
  14. HURRICANE
  15. More Than Words
  16. BANSHEE (con intro Fat Bottomed Girls dei Queen)
  17. Take Us Alive / That’s All Right
  18. Flight of the Wounded Bumblebee
  19. Get the Funk Out
  20. (Bis) SMALL TOWN BEAUTIFUL / Song for Love (con intro Women in Love… dei Van Halen)
  21. (Bis) RISE

(Outro) HERE’S TO THE LOSERS

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Riccardo Yuri Carlucci