Il nostro Paul Audia è pronto a pubblicare la sua ultima fatica in studio. Il nuovo progetto, realizzato con la Paul Audia Band, è intitolato Echoes of Tomorrow. L’album promette di essere un viaggio sonoro nel mondo del rock moderno, che unisce brani diretti e potenti a momenti più delicati e atmosferici. Lo abbiamo ascoltato in anteprima ed ecco le nostre impressioni!

Paul Audia con la sua Les Paul Goldtop – © Filippo De Dionigi

Echoes of Tomorrow: il ritorno della Paul Audia Band

Dopo l’album del 2022, No Longer The Same, che conteneva 7 canzoni composte e arrangiate da Paul, la Paul Audia Band è pronta a tornare con Echoes of Tomorrow. Questa volta i brani inclusi nell’album saranno ben 10 e la tracklist è davvero di tutto rispetto.

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Si parte con Freedom, un brano che Paul aveva già inciso con il suo precedente progetto Audyarod qualche anno fa. Questa nuova versione è decisamente più matura e centrata: la voce di Marco J. Ferrara è graffiante e precisa, così come il basso puntuale di Francesco “Sbrè” Ravasio. Oltre ai due collaboratori storici di Paul, c’è l’energico Alessio “Frusta” Cannistraro alla batteria a completare la formazione.

Un bel riffone ci accompagna anche per il secondo brano, Let Magic Flow, primo singolo estratto dall’album e per cui potete vedere anche il videoclip qui sotto, realizzato sempre dalla band. Paul è anche voce principale del pezzo, che ci mette davvero poco a farsi apprezzare. Un brano che potrebbe tranquillamente entrare in rotazione nelle principali radio rock del nostro paese.

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La prima ballad è Closer e anche in questo caso ascoltiamo un brano scritto con gusto e capacità, che permette alla voce di Marco di distinguersi. Adoriamo i colori del ritornello e l’arpeggio che caratterizza il pezzo, che si chiude con un bell’assolo di Paul.

Si guarda al rock blues più classico invece con il primo pezzo strumentale dell’album, 3 Dogs. Qui Paul ha tutto lo spazio di cui ha bisogno per dare sfogo alla sua arte. Noi abbiamo già avuto anche il piacere di ascoltarne una versione dal vivo al primo Planet Guitar & Friends di qualche mese fa. Quel suono acido, pieno e controllato che caratterizza il playing di Paul, da sempre un misto tra lo stile di grandi come Jeff Beck, Jimmy Page e Jimi Hendrix e un tocco personale, è ben percepibile in questo brano.

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The Sun Is Falling Down torna a farci sentire grandi riff e un pezzo veramente rock, da cantare a squarciagola e senza troppi pensieri. Forse il mio brano preferito di questo “lato A”. E parlo di “lato A” non a caso.

Paul Audia con la sua fedele Fender Custom Shop Stratocaster 1962 – © Filippo De Dionigi

Il lato B e un’importante collaborazione

Echoes of Tomorrow sarà infatti pubblicato anche in uno speciale formato vinile, per tutti i fan dell’analogico. Il “lato B” si apre con un pezzo più duro, nato da un’idea di Alessio e fatto proprio dall’intera band: What Can I Do. Ottimo anche in questo caso il ritornello e le armonizzazioni corali. La Paul Audia Band è compatta e ama sperimentare con generi e sonorità diversi. E la chitarra di Paul è sempre in grado di stupire, con i suoi bending tiratissimi e micidiali.

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In This Cold Winter vede la partecipazione alla batteria di Francesco Mandelli. Il pezzo è un’altra ballad affidata alla voce di Paul e dedicata a sua figlia, la piccola Virginia. Le emozioni ci sono tutte, così come la percezione che questo è un brano che arriva da lontano. Arriva dai tanti ascolti di Paul, dalle band che hanno guidato il suo percorso artistico e da un profondo studio e approfondimento delle possibilità espressive della nostra amata sei corde.

Memories è il secondo strumentale e conferma la nostra tesi. Melodia e armonia si intrecciano per costruire uno storytelling sonoro efficace e di impatto. Gli oltre 4 minuti di durata scorrono piacevolmente e ci fanno viaggiare.

I’ll Be Everything è probabilmente il momento saliente di questa seconda parte dell’album. I featuring di Billy Sheehan, una vera e propria leggenda del basso elettrico, e di Matt Starr alla batteria, impreziosiscono un brano che conferma la capacità di Paul di stare fianco a fianco con i migliori della scena internazionale.

Il compito di chiudere il disco è tutto per la voce di Marco in We Can’t Hide, che si muove sicura sulle trame di chitarra costruite da Paul e sulla solida ritmica di Francesco e Alessio. Anche l’ultimo pezzo conferma quello che il disco ci ha insegnato. I quattro sono una band vera, di quelle che ormai è sempre più difficile trovare, soprattutto nella musica inedita. I pezzi sono costruiti con sapienza e passione e segnano ormai l’età della maturità per l’intera Paul Audia Band.

Paul Audia con la sua Franchin Signature – © Filippo De Dionigi

Produzione tra Italia e USA

Il suono fresco e moderno della produzione, con un tocco internazionale, è garantito anche dalle figure coinvolte nella realizzazione del disco. Oltre a Paul, anche Francesco “Sbrè” Ravasio ha collaborato alla produzione, mentre il mixing è stato svolto da Francesco Altare, Zackary Darling e Sean Smiley. Il mastering invece è di Nando Costa. Una squadra che ha già collaborato con Paul in passato e ha svolto un gran lavoro anche in quest’occasione.

Il disco sarà disponibile a breve e potete già preordinare la vostra copia in vinile a questo link. Ogni copia fisica includerà anche la versione digitale dell’album e potete già ascoltare tutti i brani cliccando qui. Non vediamo l’ora di ascoltare nuovamente la Paul Audia Band dal vivo e ci auguriamo che Echoes of Tomorrow possa raggiungere e deliziare un gran numero di appassionati di buona musica e, ovviamente, di chitarra.

Riccardo Yuri Carlucci