La musica è spesso rifugio, ma può diventare anche un atto di protesta. Negli ultimi mesi il dibattito sull’uso dell’intelligenza artificiale nella creatività si è fatto sempre più acceso. Anche artisti storicamente lontani dall’impegno politico e sociale stanno prendendo posizione. Tra questi c’è Paul McCartney, che torna a parlare di diritti e tutela del lavoro artistico. Una protesta silenziosa ma dal forte impatto.

Non molto spesso Paul McCartney si è esposto per questioni politiche o sociali attraverso la musica ma ha deciso di dire la sua sull'AI...
Paul McCartney AI – © link, CC0 1.0 – © jikatu, link, CC BY-SA 2.0

Paul McCartney contro l’uso improprio dell’AI

Nonostante sporadici brani a tema come Give Ireland Back to the Irish del 1972, Paul McCartney non è mai stato associato in particolare a canzoni di attualità. Oggi però cambia approccio, unendosi a una nuova protesta dei musicisti contro il furto di copyright da parte delle aziende che sviluppano intelligenze artificiali.

Un album di sola ambientazione sonora come denuncia

Pubblicato per la prima volta lo scorso febbraio, l’album Is This What We Want? è composto interamente da rumori di fondo registrati negli studi. Nessuna voce, nessun brano, nessuno strumento. Ma la riedizione vede la partecipazione di Paul McCartney per attirare l’attenzione sul rischio che le compagnie di AI sfruttino la musica registrata e l’arte in generale come base per i propri sviluppi, in seguito a una proposta di modifica della legge sul copyright nel Regno Unito.

ANNUNCIO

Il suo contributo è contenuto sul lato B dell’LP Is This What We Want?, un disco composto da tracce mute che verrà stampato su vinile e distribuito entro la fine del mese. All’interno del disco la tracklist compone la frase “the British government must not legalise music theft to benefit AI companies“.

“Il governo inglese non deve legalizzare furti musicali a beneficio delle compagnie di AI”

Il significato del silenzio

Gli organizzatori del disco hanno spiegato che l’uso del silenzio vuole simboleggiare “l’impatto che ci aspettiamo le proposte del governo avrebbero sui mezzi di sostentamento dei musicisti”. Una provocazione forte, che trasformando l’assenza di musica in messaggio mette in luce una questione concreta e urgente: proteggere chi crea, prima che la loro opera venga ridotta a un rumore di fondo.

Paul McCartney vs AI: e tu cosa ne pensi?

La protesta che ha visto coinvolto Paul McCartney e l’AI apre una riflessione che riguarda tutti: quale futuro vogliamo per la musica e per chi la crea? L’intelligenza artificiale può essere un’alleata straordinaria, ma rischia anche di appropriarsi del lavoro umano senza riconoscerlo o proteggerlo. Se persino artisti iconici sentono il bisogno di difendere i propri diritti, significa che la posta in gioco è alta. E tu come la vedi? L’AI sta arricchendo l’arte o ne sta erodendo il valore più profondo?

Contenuti correlati:

* Questo post contiene link affiliati e/o widget. Quando acquistate un prodotto tramite un nostro partner affiliato, riceviamo una piccola commissione che ci aiuta a sostenere il nostro lavoro. Non preoccupatevi, pagherete lo stesso prezzo. Grazie per il vostro sostegno!

Giuseppe Ruocco