Oggi siamo in Texas, una terra che ha dato i natali e la possibilità di crescere a un enorme numero di musicisti e chitarristi, soprattutto nel panorama blues. Quando si parla di Texas e di blues non si può non citare Stevie Ray Vaughan. Chitarrista e cantante dalla tecnica sopraffina, con un suono diventato leggenda grazie a corde molto spesse e a un grande uso dei bending. Ecco due soluzioni creative ideate da Stevie e dal suo tecnico René Martinez per affrontare alcuni problemi che si presentavano durante i concerti.
Stevie Ray Vaughan e il suo suono
Per chi non lo conoscesse, Stevie Ray Vaughan è stato uno dei chitarristi blues più influenti degli anni Ottanta. Con la sua iconica Fender Stratocaster, amplificatori Dumble e Fender e qualche trucco ingegnoso, ha creato un suono che ha ispirato generazioni di musicisti, influenzando chitarristi come Matt Schofield e John Mayer e tanti altri.
In questo racconto non parleremo della sua carriera e delle sue influenze, ma di due curiosità legate al lavoro del suo tecnico di fiducia.
René Martinez, un tecnico leggendario
René Martinez è uno dei tecnici di chitarra più noti e apprezzati. Ha lavorato con artisti come John Mayer, Prince, Carlos Santana e, naturalmente, Stevie Ray Vaughan. Durante gli anni con Stevie, dovette affrontare alcune sfide: la pelle delle dita del chitarrista si rompeva spesso e le corde si spezzavano con facilità.
Corde pesanti e super colla
Una parte del suono inconfondibile di Stevie Ray derivava dall’uso di corde spesse. Utilizzava corde calibro 0.13 e, in un periodo, arrivò persino alle 0.18. Queste corde richiedevano molta forza e provocavano calli molto pronunciati. L’uso intenso dei bending portava spesso alla rottura dei calli, con dolore e sanguinamenti.
La soluzione più semplice sarebbe stata passare a corde più sottili e, alla fine, Stevie optò per le 0.11, comunque più spesse della media. Ma prima di questa scelta, provarono un rimedio estremo: la super colla. Martinez applicava la colla sui polpastrelli per creare uno strato protettivo.
A mali estremi
In casi più gravi, Stevie Ray tagliava piccoli pezzi di pelle dalle dita della mano destra per incollarli su quelle della sinistra, usate per premere le corde. Quando anche questa soluzione non bastava, Martinez arrivò a offrire la propria pelle per permettere a Stevie di continuare a suonare.
Alla fine, la situazione divenne insostenibile e si decise di montare corde 0.11, che modificarono il suono in modo minimo. Le corde spesse contribuiscono a un suono più corposo, ma è bene ricordare che B.B. King usava le 0.8.
Come Stevie Ray Vaughan evitava di rompere le corde
Martinez trovò anche un rimedio per ridurre le rotture delle corde. Nei ponti come quelli della Fender Stratocaster, il punto di contatto alla base del ponte, prima della selletta, può usurare la corda fino a spezzarla. Martinez iniziò a utilizzare il rivestimento dei cavi elettrici, resistente ma sottile, per proteggere la corda in quel punto critico. Questa semplice soluzione aumentò la durata delle corde e ridusse le interruzioni durante i concerti di Stevie Ray.
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