David Bowie è sempre stato un ricercatore e un innovatore. Negli anni ha lavorato con molti altri artisti per sperimentare nuovi mondi. Negli anni ’80 era a lavoro con il chitarrista, compositore e produttore Nile Rodgers. Da quella collaborazione è nata una canzone che sarebbe poi diventata uno dei più grandi successi del Duca Bianco, Let’s Dance. Ecco la storia di quel brano, dalla nascita dell’idea alla versione definitiva raccontata dal produttore stesso.

Nile Rodgers, produttore e chitarrista, racconta la storia di una delle più grandi hit di David Bowie Let's Dance
© Giuseppe Ruocco

Let’s Dance: nata nel sonno

«Stavo dormendo. È entrato nella mia camera da letto e ha detto: Tesoro, penso che questo sia un successo.» Così Nile Rodgers ricorda il momento in cui David Bowie gli fece ascoltare per la prima volta quello che sarebbe diventato Let’s Dance. Bowie gli presentò l’idea della canzone su una chitarra a 12 corde con sole sei corde. Quell’idea sarebbee presto diventata una vera e propria hit.

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L’evoluzione di David Bowie

David Bowie aveva assaporato il successo per la prima volta nel 1969 con Space Oddity, che lo portò nelle classifiche britanniche. Ma non si fermò a quello che aveva fatto in quel disco. La sua carriera fu tutt’altro che statica, fu piena di cambiamenti, rivoluzioni e sperimentazioni. Con il suo alter ego Ziggy Stardust rivoluzionò il glam-rock e negli anni successivi continuò a reinventarsi per restare sempre attuale. A metà anni ’70 strinse amicizia con John Lennon, che gli spiegò il segreto per scrivere canzoni di successo, e collaborò con Robert Fripp per l’album del 1977 Heroes. Negli anni ’80 lavorò con Nile Rodgers e con un allora sconosciuto Stevie Ray Vaughan per l’album Let’s Dance.

Nile Rodgers, produttore e chitarrista, racconta la storia di una delle più grandi hit di David Bowie Let's Dance
Nile Rodgers © Drew de F Fawkes, link, CC BY 2.0

Let’s Dance: dalle origini acustiche a un brano funk-rock

Non è raro che i più grandi successi del rock abbiano origini umili, e Let’s Dance ne è la prova. La canzone nacque come un brano su chitarra acustica, ma quando Nile Rodgers terminò il suo lavoro di produzione si era trasformata in un’autentica potenza funk-rock.

L’intuizione di Nile Rodgers per Let’s Dance

Nile Rodgers ricorda che, una volta sentito il brano, fu immediatamente colpito dall’idea di Bowie. Dopo averne scoperto il titolo, si sentì libero di proporre il proprio arrangiamento.

Il cantautore gli lasciò carta bianca e Rodgers decise che, se il groove di base conteneva il giusto funk, avevano tra le mani qualcosa di speciale.

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Ulteriori informazioni

Dalla Svizzera alla magia in studio

La coppia andò a lavorare ai Mountain Studios nel Casino di Montreux per mettere alla prova le revisioni di Rodgers. «Faccio il conto per l’inizio della canzone, e facciamo quella piccola cosa piramidale dominante. Appena l’abbiamo suonata ho urlato Woo. Ho capito subito che sarebbe stato un successo clamoroso.»

Rodgers era sicuro che, una volta registrata con i suoi musicisti abituali, il risultato sarebbe stato devastante.

Nile Rodgers, produttore e chitarrista, racconta la storia di una delle più grandi hit di David Bowie Let's Dance
David Bowie © Jo Atmon, link, CC BY-SA 2.0 DE

David Bowie-Nile Rodgers: una collaborazione indimenticabile

«Mi ha regalato alcuni dei momenti musicali migliori della mia vita.»

Racconta Rodgers, che nella sua carriera ha lavorato anche con Madonna, Daft Punk e persino per la saga di videogiochi Halo. Il produttore ha impresso l’entusiasmo contagioso di Bowie e la sua incrollabile fiducia nel potenziale di Let’s Dance.

Visione artistica e compromessi

Nonostante il successo commerciale, Rodgers ammette che la visione originale di Bowie era più sperimentale. «Tutto ciò che volevo per lui era un super successo, e David sembrava volere che io lavorassi contro quel principio. Voleva che facessi un disco più d’avanguardia.»

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Bowie stava finanziando il disco di tasca propria e non aveva un contratto discografico e non avendo limiti e obblighi non voleva compromessi. Voleva che il disco suonasse esattamente come immaginava. Rodgers lo rassicurò: «David, ti prego, quando queste persone ascolteranno il disco, dobbiamo farli cadere dalla sedia.»

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Giuseppe Ruocco