Il leggendario chitarrista Tim Pierce ha lavorato con alcuni dei più grandi nomi della musica. Eppure, uno degli incontri che più lo ha colpito è stato con il Re del Pop in persona: Michael Jackson. In un’intervista rilasciata a Guitar World, Pierce ha raccontato com’è stato collaborare con una delle figure più iconiche della storia della musica, e quanto fosse sorprendentemente normale.

© Giuseppe Ruocco

Tim Pierce a servizio delle grandi star

Tim Pierce è uno dei chitarristi di sessione più richiesti e rispettati al mondo. Con oltre mille album all’attivo, ha prestato il suo tocco a dischi come Amused to Death di Roger WatersIris dei Goo Goo DollsDon’t Dream It’s Over dei Crowded House e Queen of the Night di Whitney Houston.

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Ma tra i tanti artisti con cui ha collaborato, spicca il nome di Michael Jackson, con cui ha lavorato su progetti cruciali come Dangerous (1991) e HIStory: Past, Present and Future, Book I (1995).

“Mi aspettavo stranezze, ma non fu affatto così”

Pierce racconta che la collaborazione con Jackson è nata grazie al produttore Bill Bottrell, che lo ha invitato in studio. Lì ha trovato un Michael lontano dall’immagine surreale che ci si potrebbe aspettare. “Michael era molto normale; mi aspettavo stranezze, ma non fu affatto così”, ha detto Pierce.

“Michael è entrato con un maglione, jeans e mocassini e mi ha guardato dritto negli occhi. Era semplicemente una persona normale, ed era molto interessato alla mia pedaliera”, ha aggiunto ridendo.

Michael, un nerd dei pedali

Pierce ricorda con affetto la curiosità di Michael Jackson per il suo setup. L’artista non solo era attento alla musica, ma mostrava un interesse genuino per l’attrezzatura da chitarrista, in particolare la pedaliera di Pierce, che includeva marchi come BossElectro-Harmonix e Ibanez.

Quella che molti immaginavano fosse una superstar distaccata si rivelò essere, almeno in studio, una figura appassionata e coinvolta. 

Collaborare da pari a pari

Nonostante la fama globale di Michael Jackson, l’approccio di Tim Pierce era chiaro: trattarlo come un collega, non come un’icona. “Il mio compito era trattarlo come un pari, e ciò significa che non ti comporti come un fan. Non lo lodi, non fai domande. Io facevo la mia parte, e lui la sua. È così che si fa”, ha detto con professionalità.

Tim Pierce, una carriera piena di sorprese

Oltre alla collaborazione con Jackson, Tim Pierce ha raccontato anche un episodio curioso: quella volta che aprì un concerto per gli Eagles, uno degli show più grandi della storia, solo per essere bandito a metà evento. Un aneddoto che dimostra quanto inaspettato e imprevedibile possa essere il mondo della musica dal vivo.

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Giuseppe Ruocco