“Non riuscivo a crederci. Qualcuno mi aveva davvero regalato una chitarra!” ha raccontato Adrian Smith in un recente video di “rig rundown” con Ola Englund. Il chitarrista ricorda che tutto accadde nel 1980 o 1981, quando i rappresentanti di Ibanez si presentarono a uno show della band per omaggiarlo con quella che sarebbe diventata una compagna di palco e studio per oltre quattro decenni.

Una chitarra avuta in regalo è diventata una parte importante del suono di Adrian Smith che dopo 40 anni continua a suonar quello strumento
Adrian Smith, Iron Maiden, Bilbao BBK Live 2007. Foto di Dena Flows CC BY-NC-ND 3.0 Link

A distanza di quarant’anni, quella Ibanez Destroyer, versione giapponese della più celebre Gibson Explorer, continua a resistere ai segni del tempo e delle tournée mondiali. “Non so che legno sia questo,” ha ammesso Adrian Smith, “non è certo un legno di alta qualità. Ma aveva una forma figa e suonava bene. Suona ancora sorprendentemente bene, nonostante l’età.”

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Storia di una chitarra diventata leggenda

Non sono mancati gli incidenti. Durante un concerto negli Stati Uniti negli anni ’80, la chitarra cadde e si ruppe una parte del corno inferiore, la parte bassa del corpo. “Così l’abbiamo incollata di nuovo,” ha detto Smith, ricordando che la striscia decorativa fu aggiunta proprio per mascherare le cicatrici della riparazione. Da allora, la Destroyer ha subito di tutto: persino un’inondazione, dopo la quale “era tutta verde”, e numerose scheggiature della vernice sul retro. “Dimostra quanto l’ho usata,” ha aggiunto ridendo.

Una chitarra avuta in regalo è diventata una parte importante del suono di Adrian Smith che dopo 40 anni continua a suonar quello strumento
Adrian Smith live con la sua Ibanez Destroyer © Fernando Catalina Landa CC BY 2.0 Link

Ma nonostante tutto, questo strumento economico è entrato di diritto nella storia del metal. Smith ha confermato di averla utilizzata nella registrazione di The Number of the Beast, sia per la canzone che per l’assolo, oltre che nel videoclip ufficiale. E ancora oggi, ogni volta che gli Iron Maiden eseguono dal vivo questo storico brano tratto dall’album The Number of the Beast del 1982, quella stessa Ibanez viene portata sul palco.

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Ulteriori informazioni

La vicenda dimostra che il prezzo di uno strumento non definisce la sua qualità o il suo valore nella storia della musica. Un concetto che anche Jack White ha sperimentato, avendo raggiunto la fama con una chitarra economica in fibra di vetro. E lo stesso vale per Alex Lifeson, che ancora utilizza in studio la sua prima chitarra da 57 dollari, scelta dai genitori. “Voglio essere sorpreso dalle chitarre,” ha detto Lifeson, spiegando perché continua a preferire strumenti semplici e poco costosi.

La storia di Adrian Smith e della sua signature Jackson

Quando si parla di chitarra heavy metal, il nome di Adrian Smith degli Iron Maiden è tra i più riconoscibili. Il suo suono unico, potente e melodico nasce da anni di sperimentazione con strumenti diversi, fino alla realizzazione della sua signature con Jackson. Negli anni ’80, Smith usava principalmente Gibson Les Paul, ma col tempo si rese conto che non erano adatte alla durezza dei tour mondiali degli Iron Maiden. L’incontro con Grover Jackson cambiò tutto: le chitarre Jackson, leggere, veloci e con ponte Floyd Rose, rispondevano perfettamente alle sue esigenze di palco.

Il primo modello signature arrivò nel 2007: la Jackson Adrian Smith San Dimas Dinky, con corpo in ontano, manico in acero, pickup DiMarzio Super Distortion e ponte Floyd Rose. Pensata per unire feeling vintage e affidabilità moderna, divenne la chitarra perfetta per eseguire classici come The Number of the Beast o Wasted Years, ma anche i brani più recenti.
Oggi Smith usa diverse versioni della sua signature, dalla serie USA Custom Shop alla più economica X Series SDX, ma tutte mantengono lo spirito con cui sono state progettate: resistere ai tour più duri, proprio come il loro creatore.

Gibson 70s Explorer Antique Natural

Gibson 70s Explorer Antique Natural

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Jackson Adrian Smith SDX MN SW

Jackson Adrian Smith SDX MN SW

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Smith ha anche rivelato che alcuni colpi di fortuna, uno dei quali legato a un sintetizzatore Roland per chitarra, lo portarono a scrivere due dei più grandi successi degli Iron Maiden. Ancora una volta, a dimostrazione che nella musica spesso le migliori storie iniziano per caso.

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Giuseppe Ruocco