La storia della musica è fatta anche di incontri inattesi che cambiano il corso degli eventi. Uno di questi accadde quando un chitarrista esterno entrò per la prima volta nel mondo sonoro dei Beatles. L’episodio è oggi ricordato come un momento storico ma anche come un curioso vuoto di memoria collettivo. La registrazione del celebre assolo di chitarra ha infatti lasciato pochissime tracce nella mente di chi vi prese parte. Ed è proprio da questo enigma che nasce il fascino della sessione dei Beatles ed Eric Clapton per While My Guitar Gently Weeps.

L’invito inatteso di George Harrison
L’assolo di Eric Clapton su While My Guitar Gently Weeps rappresentò un evento senza precedenti nella storia dei Beatles. Nonostante negli anni fossero già stati coinvolti musicisti classici e figure come Brian Jones e Marianne Faithfull per Yellow Submarine, un chitarrista esterno non aveva mai messo mano a una loro registrazione. Perfino Clapton rimase spiazzato dall’invito di George Harrison, convinto che nessuno potesse suonare su un disco dei Beatles.
Il misterioso vuoto di memoria
Ciò che rende questa sessione ancor più enigmatica è la totale assenza di ricordi da parte di molti presenti in Abbey Road Studio Two. Merito di qualche sostanza? Non lo sapremo mai. Ma ecco la storia raccontata dall’ingegnere del suono presente in sala quel giorno.
Il fonico Ken Scott ha ammesso di non ricordare assolutamente nulla dell’evento, nonostante avesse tentato perfino l’ipnosi per recuperare la memoria.
Anche altre figure chiave come John Smith e Chris Thomas dichiararono di non avere alcun ricordo di quel giorno.

Il suono Eric Clapton doveva avere il suono dei Beatles
Un dettaglio appena affiorato nella memoria degli addetti ai lavori riguarda una richiesta specifica di Eric Clapton. Il chitarrista avrebbe accettato di suonare solo a patto che il risultato sonoro fosse più vicino ai Beatles che a lui stesso.
Per ottenere quell’effetto, il suo assolo registrato sulla Gibson Les Paul Lucy venne trattata con l’ADT Artificial Double Tracking.
La tecnica, sviluppata da Ken Townsend su richiesta di John Lennon, creò quel caratteristico effetto ondeggiante che distingue l’assolo nel brano.

Un piccolo ricordo nitido: Clapton è un profssionista
Tra coloro che presero parte alla sessione, l’unico a ricordare l’atmosfera fu l’ingegnere Brian Gibson, che ne parlò con lo storico Mark Lewisohn.
Secondo Gibson, Clapton si comportò come un normale turnista, con grande discrezione e professionalità.
Niente virtuosismi fuori luogo, nessun gesto teatrale. Solo concentrazione e un assolo destinato a diventare iconico.
Una collaborazione che aprì nuove strade
Quell’esperienza segnò l’inizio di una fase creativa ricca per George Harrison.
Lavorare con Clapton gli offrì uno spazio espressivo nuovo, lontano dalle tensioni interne dei Beatles.
Da quella collaborazione nacquero Badge dei Cream e Here Comes the Sun, brano cardine dell’album Abbey Road del 1969.
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