Gianni Rojatti torna con 9222, un EP strumentale di tre brani che rappresenta una delle sintesi più mature, personali e radicali del suo percorso artistico. Chitarrista, giornalista musicale e voce autorevole di Radiofreccia, Rojatti è da anni una figura centrale della scena chitarristica italiana grazie al suo eclettismo e alla sua raffinata ricerca timbrica.

Scritto e inciso tra il 2022 e la prima metà del 2023, 9222 nasce in un momento di straordinaria intensità creativa per l’artista. Da un lato l’ingresso nei DANG!, con cui apre l’intero tour italiano di Steve Vai, dall’altro l’inizio della collaborazione con Stewart Copeland nel progetto sinfonico Police Deranged For Orchestra. Un contesto che spinge Rojatti a “cambiare pelle” anche come chitarrista, abbandonando consapevolmente il linguaggio del guitar hero tradizionale per esplorare territori più sporchi, sintetici e irregolari.
La chitarra come linguaggio, non come esercizio di stile
Dal punto di vista chitarristico, 9222 è un lavoro profondamente incentrato sull’approccio più che sulla dimostrazione tecnica. La tecnica c’è, ed è riconoscibile, ma viene costantemente piegata a favore dell’espressione e della ricerca sonora. Rojatti lavora su distorsioni estreme e instabili, spesso volutamente difficili da controllare, trasformando l’imperfezione in linguaggio. La chitarra non è utilizzata solo come veicolo di riff e assoli, ma come generatore di texture, rumore e movimento, quasi fosse un sintetizzatore analogico impazzito.
Gran parte delle parti di chitarra è stata registrata di getto, senza inseguire la pulizia assoluta o la perfezione formale. L’obiettivo è catturare l’urgenza del momento, quell’equilibrio fragile tra controllo e perdita di controllo che attraversa tutto l’EP. Anche quando il playing si fa virtuosistico, l’intento non è mai celebrativo: il virtuosismo diventa strumento narrativo, ironico o provocatorio, mai fine a sé stesso.
Fondamentale è il dialogo con la sezione ritmica. La produzione condivisa con Daniel Fasano gioca un ruolo centrale nel dare coerenza a questo caos controllato: le batterie non si limitano a sostenere la chitarra, ma ne diventano l’ossatura strutturale, incastrando riff, rumori, melodie e dinamiche in forme compatte e riconoscibili. Ne nasce un suono denso e irregolare, in cui groove, distorsioni ed effetti convivono senza gerarchie fisse.

Carmine, perché piangi?: istinto, distorsioni e ironia
L’EP si apre con Carmine, perché piangi?, brano nato in una singola sessione attorno a nuovi distorsori dal comportamento volutamente ingestibile. La sfida è domare questi suoni estremi attraverso riff power punk, elettronica nervosa e arrangiamenti che tradiscono l’influenza del lavoro sinfonico con Copeland. L’assolo centrale è dichiaratamente sopra le righe, drammatico e quasi parodistico: una presa di distanza ironica dal virtuosismo inteso come esibizione fine a sé stessa.
Il brano è accompagnato da un video ufficiale già pubblicato, che non funge da semplice clip promozionale ma da vero e proprio documento del processo creativo in studio, tra fasi di arrangiamento, prove e registrazioni, restituendo la dimensione istintiva e profondamente live del progetto.
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Ulteriori informazioniMela: dal riff social alla contaminazione anni ’90
Segue Mela, nata inizialmente come breve riff improvvisato per i social legati alla trasmissione Note di Stile su Radiofreccia. L’intuizione produttiva porta il brano lontano dal post-punk di partenza, verso un immaginario anni ’90 tra dance, industrial e suggestioni alla Marilyn Manson. Nell’assolo centrale riaffiorano invece le radici shred fusion di Rojatti, maturate durante gli studi a Los Angeles, rilette però con un approccio meno calligrafico e più sporco, funzionale al brano e al suo impatto emotivo.
1992: atmosfera da guitar hero
Chiude 1992, costruita attorno a un arpeggio pulito scritto anni prima e mai utilizzato con successo. Qui la chitarra assume un ruolo più narrativo e atmosferico, fino all’esplosione finale dell’assolo conclusivo: l’unico momento dell’EP inciso con un lavoro lungo e meticoloso, pensato alla maniera del guitar hero all’interno di un disco che, per il resto, rifugge ogni comfort zone.
9222 è disponibile su Spotify
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