Guy Pratt, celebre bassista con collaborazioni internazionali, ha quasi perso l’occasione di lavorare con David Gilmour per non aver risposto in tempo a una chiamata importante. Il loro primo incontro fu imbarazzante e silenzioso. Poco dopo, Gilmour lo ricontattò per riformare i Pink Floyd. Da allora, sono inseparabili da quasi 40 anni.

Guy Pratt racconta come è nata la collaborazione con il chitarrista dei Pink Floyd e delle numerose occasioni quasi perse
Guy Pratt – © Raph_PH, Link, CC BY 2.0

Una lunga carriera quella di Guy Pratt

Guy Pratt è uno di quei musicisti il cui nome forse non tutti conoscono, ma che ha suonato nei dischi e nei tour di alcuni dei più grandi artisti al mondo. In oltre quarant’anni di carriera, ha prestato il suo talento al basso a nomi come Roxy MusicBryan FerryGary MooreDebbie HarryMadonna e Michael Jackson. Oltre alla carriera da session player e turnista, ha lavorato anche come compositore per il cinema, la televisione e il teatro.

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Al fianco di David Gilmour da quasi 40 anni

Dal 1987 in poi, però, il suo nome è diventato indissolubilmente legato a quello di David Gilmour. È stato lui a sceglierlo come bassista di fiducia, portandolo a bordo in numerosi progetti solisti e nei tour. Ma il loro rapporto professionale, ormai solido da quasi quattro decenni, ha rischiato di non cominciare mai.

Dei messaggi visti in ritardo

Dopo un primo incontro andato male, Guy Pratt partì per una vacanza in Thailandia. Al suo ritorno, trovò una serie di messaggi da parte di Gilmour. Il chitarrista voleva coinvolgerlo in un’esibizione al Secret Policeman’s Ball, un evento organizzato da Amnesty International, in cui avrebbe suonato insieme a lui e a Kate Bush. Nei messaggi, Gilmour cercava di contattarlo: “Ciao Guy, volevo sapere se sei disponibile… è la prossima settimana”. Ma Guy Pratt non ascoltò in tempo le richieste e perse così quella che pensava fosse la sua unica occasione. 

Il primo imbarazzante incontro tra Guy Pratt David Gilmour

Prima ancora della chiamata da Los Angeles, Guy Pratt aveva incontrato Gilmour durante un concerto a Birmingham, dove stava suonando con i Dream Academy, band prodotta proprio dal chitarrista dei Pink Floyd. Il cantante della band, Nick Laird-Clowes, gli aveva detto che David era impaziente di conoscerlo e lo riteneva un musicista straordinario. Ma la realtà fu ben diversa: 

“Sono entrato nel camerino e siamo rimasti lì in piedi, in silenzio, senza nulla da dirci, finché uno dei due non ha dovuto andarsene”.

A lasciare la stanza fu Gilmour, e per un momento sembrò che, ancora una volta, la storia sarebbe finita lì.

Finalmente la chiamata per i Pink Floyd

Fortunatamente, quel silenzio imbarazzante non compromise tutto. Qualche tempo dopo, Gilmour lo chiamò da Los Angeles“Stiamo rimettendo insieme i Pink Floyd. Il tour durerà un anno. Sei interessato e disponibile?”. Pratt rispose subito di si. La risposta di Gilmour fu tagliente e ironica: “Ah, quindi non stai lavorando molto, eh?”. Da quel momento nacque un rapporto professionale e personale fatto di musica, complicità e prese in giro continue.

Pratt racconta anche un dettaglio interessante del lavorare con Gilmour:

 “Con David ho capito, col tempo, che ogni nota conta. La sua musica è lenta, spaziosa. Spesso è la durata delle note a fare la differenza, non quante ne suoni. E nei suoi brani non c’è mai bisogno di una semicroma al basso”.

Oggi, a distanza di quasi quarant’anni da quella prima chiamata mancata, Guy Pratt è ancora il bassista di riferimento di David Gilmour, in studio e dal vivo. Un rapporto nato male, ma diventato fondamentale nella storia recente dei Pink Floyd.

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Giuseppe Ruocco