Jeff Beck è uno dei chitarristi più iconici della storia. Con il suo genio ha superato tutti i confini della chitarra. L’uso della leva, del volume, degli armonici e il suo incredibile controllo del suono sono solo alcuni degli elementi che hanno portato Jeff Beck a scrivere un pezzo di storia della sei corde e della musica in generale. Sempre in evoluzione e a contatto con artisti giovani, originali e unici non ha mai smesso di esplorare nuovi territori sonori e musicali.

Oggi facciamo un viaggio nella storia di Jeff Beck, del suo suono e della sua carriera passando per le amicizie con Johnny Depp e Jimmy Page.
Jeff Beck – © Link CC BY 4.0

Jeff Beck l’amicizia con Jimmy Page

Il legame tra Jeff Beck e Jimmy Page è una delle relazioni più affascinanti nella storia della chitarra rock britannica. I due crescono a pochi chilometri di distanza nel sud dell’Inghilterra e si conoscono già da adolescenti, uniti da una passione viscerale per il blues, il rock’n’roll e la sperimentazione sul suono. L’amicizia tra i due nasce prima ancora della celebrità, quando suonano insieme in vari progetti locali e condividono gusti musicali e sogni di carriera.

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Nel 1965, è proprio Page a suggerire Beck come suo sostituto agli Yardbirds, quando lui rifiuta inizialmente l’offerta di entrare nel gruppo per dedicarsi al lavoro di session man. Poco dopo, però, Page entra comunque negli Yardbirds, creando con Beck una formazione a doppia chitarra che, seppur breve, diventa leggendaria. Durante quel periodo registrano brani iconici come Happenings Ten Years Time Ago, che mostra la fusione tra lo stile aggressivo e tagliente di Beck e l’approccio più strutturato e melodico di Page.

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Anche dopo la fine della loro collaborazione negli Yardbirds, i due rimangono legati da profondo rispetto e affetto. Beck ha sempre parlato bene di Page, riconoscendone la genialità, soprattutto nel lavoro di produzione e arrangiamento con i Led Zeppelin, mentre Page ha definito Beck uno dei chitarristi più innovativi e spontanei della loro epoca.

Il progetto con Johnny Depp

Negli ultimi anni della sua vita, Jeff Beck ha sorpreso molti fan collaborando con l’attore e musicista Johnny Depp. L’incontro tra i due si trasforma in una sincera amicizia, basata sulla comune passione per la musica e il desiderio di esprimersi artisticamente senza etichette. Questo rapporto porta alla nascita di un progetto musicale inedito: l’album 18, pubblicato nel 2022.

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In 18, Beck e Depp reinterpretano classici del rock e del soul, alternando cover ,come Isolation di John Lennon, a brani originali. Il disco mette in evidenza l’abilità di Beck nel reinventarsi fino alla fine e la volontà di Depp di essere riconosciuto anche come musicista, al di là del suo ruolo cinematografico. Il titolo dell’album riflette lo spirito che ha animato la collaborazione: “ci sentivamo come se avessimo di nuovo 18 anni” ha dichiarato Beck in un’intervista.

Jeff Beck, le origini, i primi progetti e la sua storia

Jeff Beck nasce il 24 giugno 1944 a Wallington, nel Surrey, in Inghilterra. La sua carriera prende forma nel cuore degli anni ’60, in un contesto musicale in piena trasformazione. Dopo una prima esperienza con band locali come i The Tridents, Beck ottiene il primo grande riconoscimento quando entra negli Yardbirds, gruppo già influente nella scena blues-rock britannica.

Con gli Yardbirds, Beck registra brani come Heart Full of Soul e Shapes of Things, contribuendo a definire un nuovo stile chitarristico più sperimentale e orientato verso la psichedelia. La sua permanenza nel gruppo è breve, ma fondamentale: introduce tecniche come il feedback e il fuzz in modo pionieristico, anticipando molte sonorità che saranno proprie del rock degli anni ’70.

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Dopo l’esperienza con gli Yardbirds, Beck forma il Jeff Beck Group, con una formazione che include il cantante Rod Stewart e il bassista Ronnie Wood. I due album principali del gruppo, TruthBeck-Ola, sono oggi considerati tra le pietre miliari del proto-hard rock, influenzando futuri artisti come Led Zeppelin e Deep Purple.

Negli anni ’70, Beck abbraccia nuove direzioni musicali, spostandosi verso il jazz fusion con l’album Blow by Blow del 1975, prodotto da George Martin, lo storico produttore dei Beatles. Questo periodo segna una svolta decisiva: Jeff Beck diventa uno dei più rispettati chitarristi strumentali, lontano dai canoni tradizionali del rock mainstream.

Jeff Beck, le sue influenze e i suoi idoli

Fin dall’infanzia, Beck è affascinato dal suono della chitarra elettrica. I suoi primi idoli sono Les Paul, il chitarrista e non solo chitarra, noto per le sue innovazioni tecniche e musicali, e Cliff Gallup, chitarrista dei Gene Vincent and His Blue Caps, che influenzerà profondamente la sua velocità e precisione.

Beck cita spesso anche Scotty Moore, chitarrista di Elvis Presley, e B.B. King, maestro del blues, come ispirazioni centrali del suo stile. A questi si aggiungono figure del jazz come Django Reinhardt, che lo ha sempre colpito per la capacità di esprimere emozioni intense con pochi mezzi.

Nonostante Beck venga spesso associato al rock, la sua curiosità musicale lo porta ad esplorare generi come la musica classica, il funk, la fusion e perfino l’elettronica. Questo approccio eclettico lo distingue dalla maggior parte dei suoi contemporanei e lo rende una figura unica nel panorama chitarristico.

Suono e strumentazione

Il suono di Jeff Beck è immediatamente riconoscibile: espressivo, dinamico e spesso imprevedibile. Una delle sue principali caratteristiche è l’uso magistrale della leva del vibrato, che impiega per modulare note e accordi in modo fluido come se la chitarra cantasse.

In termini di strumenti, uno dei suoi marchi di fabbrica è la Fender Stratocaster, che inizia a usare regolarmente negli anni ’80. In particolare, una Stratocaster bianca del 1954 diventa uno dei suoi strumenti più iconici. Beck la preferisce ad altre chitarre per la sensibilità del ponte tremolo e la possibilità di scolpire il suono attraverso un tocco estremamente personale, portando le possibilità dello strumento a un altro livello.

Oltre alla Stratocaster, Beck ha utilizzato anche Gibson Les Paul, specialmente nei primi anni con il Jeff Beck Group, e ha sperimentato con amplificatori MarshallFender e Hiwatt, oltre a una vasta gamma di pedali effetti, seppure spesso preferendo il controllo manuale del suono tramite il volume della chitarra e la dinamica delle dita.

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Diversamente da molti colleghi, Beck ha spesso evitato il plettro, suonando con le dita per ottenere un attacco più morbido e controllato, arricchito da armonici artificiali, slide improvvisi e vibrati continui. Questo stile, unito all’uso creativo della leva e al controllo del tono con la mano destra, rende il suo fraseggio unico e difficile, se non impossibile, da imitare.

La carriera di Jeff Beck è un viaggio attraverso oltre cinquant’anni di innovazione chitarristica. Sempre fuori dagli schemi, libero dalle convenzioni commerciali, ha saputo reinventarsi costantemente, mantenendo una coerenza stilistica basata sull’esplorazione e sulla purezza dell’espressione musicale.

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Giuseppe Ruocco