Ci sono momenti nella carriera di un musicista che restano scolpiti nella memoria. Incontri che vanno oltre la semplice ammirazione e diventano vere e proprie conferme di un percorso. Ecco ch Jimmy Page con poche parole di riconoscimento ha dato una piccola ma importante spinta alla carriera di un session player, riconoscendo le qualità nascoste che derivano da quel lavoro, americano che ha poi fatto la storia dei turni in studio, con la sua storica band e la sua carriera solista.

I session player hanno delle qualità nascoste che derivano dal lavoro in studio e secondo Jimmy Page c'è n'è uno che qualcosa in più
Jimmy Page, Steve Lukather © Avda, link, CC BY-SA 3.0 – © Sven Mandel, link, CC BY-SA 4.0

Un complimento che vale una carriera

Ricevere un complimento da Jimmy Page è un privilegio raro. Eppure Steve Lukather è tra i pochissimi ad aver ricevuto un elogio diretto dalla leggenda dei Led Zeppelin. La sua carriera parla da sola. Nove album solisti, oltre mille registrazioni come session man per artisti del calibro di Alice Cooper, Eric Clapton, Michael Jackson e Aretha Franklin, fino alla lunga collaborazione con Ringo Starr & His All Starr Band.

L’incontro inatteso

Il chitarrista racconta che tutto è avvenuto durante un evento del Guitar Center dedicato a Nigel Tufnel degli Spinal Tap. Da quella serata sarebbe poi nato anche il lavoro su quattro brani del loro album successivo. Lukather era arrivato insieme a Eddie Van Halen e alla sua band, emozionato all’idea di incontrare Jimmy Page.

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Steve Lukather – © Gianni Guerra, link, CC BY 3.0

Quando Page ha iniziato a salutare gli ospiti, è accaduto l’imprevedibile: ha indicato proprio Luke. All’inizio Lukather pensava che il gesto fosse rivolto a Van Halen, ma non era così. Page lo ha chiamato vicino e gli ha detto una frase che gli sarebbe rimasta impressa per sempre: “Tu hai qualcosa che gli altri non hanno”.

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Il legame tra due session player

Jimmy Page spiegò che quel qualcosa era l’esperienza comune da studio player. Un passato che molti chitarristi non comprendono e che secondo lui distingue chi conosce davvero il mestiere. Aggiunse di aver letto che alcuni non prendevano Lukather sul serio perché considerato un semplice “studio guy“. Una visione che Page definì l’opposto della verità, sostenendo che quella competenza lo collocava un gradino sopra gli altri.

Lukather chiese se poteva abbracciarlo e raccontare l’episodio pubblicamente. Page accettò con un sorriso. Un momento semplice ma di enorme peso emotivo.

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Jimmy Page Led Zeppelin – © Tom Saunders, link, CC BY-NC-ND 2.0

Jimmy Page e gli anni da session player

Non è un caso che quel commento abbia colpito così tanto Lukather. Anche Jimmy Page, prima del successo, aveva costruito la propria reputazione come session player, diventando un riferimento per produttori come Shel Talmy e partecipando a brani di gruppi come gli Who e i Kinks, oltre a contribuire alla musica del film dei Beatles A Hard Days Night e suonare negli Yardbirds.

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Giuseppe Ruocco