La chitarra è un ponte tra generazioni. Ce lo ricordano momenti straordinari come l’incontro recente tra Matteo Mancuso, il giovane prodigio italiano, e la leggenda vivente Jason Becker. Un momento carico di emozione, talento e rispetto reciproco, che ha scaldato il cuore della community chitarristica mondiale.

Jason Becker e i suoi incontri incredibili
Jason Becker, uno dei chitarristi più brillanti e innovativi degli anni ’80, è noto per il suo lavoro nel duo shred neoclassico Cacophony, insieme a Marty Friedman, e per aver suonato con David Lee Roth nell’album A Little Ain’t Enough del 1991. La sua carriera, lanciata a razzo, fu bruscamente interrotta da una diagnosi di SLA (sclerosi laterale amiotrofica) nel 1989. Sebbene oggi non possa parlare né muoversi, Becker continua a comporre musica usando solo gli occhi, grazie a un sistema informatico sviluppato appositamente per lui. Un simbolo eterno di determinazione, coraggio e creatività.
Nel corso degli anni, tantissimi chitarristi – da Eddie Van Halen alla giovanissima Maya Neelakantan – hanno reso omaggio a Becker con visite e tributi. Ora si aggiunge anche il nome di Matteo Mancuso, 28 anni, originario di Palermo, la cui tecnica rivoluzionaria e sensibilità musicale hanno attirato l’attenzione di leggende come Steve Vai, Al Di Meola e Joe Bonamassa. Il suo stile fingerstyle elettrico su strumenti come la Yamaha Revstar ha stupito fan e colleghi, proiettandolo rapidamente tra le stelle della chitarra moderna.
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Matteo Mancuso scalda il cuore di Jason Becker
L’incontro tra i due è stato condiviso tramite il profilo Instagram ufficiale di Becker e descritto come “un momento che ha splendidamente unito generazioni di grandezza chitarristica”.
“Il suo futuro è brillante quanto il suo talento è innegabile”, recita il post, sottolineando la portata dell’emozione vissuta durante l’incontro.
Ma non è stata solo la tecnica di Mancuso a colpire il team Becker: è stato soprattutto il suo spirito. “Matteo è arrivato con sincera umiltà, gentilezza e un profondo rispetto per Jason e la sua storia”, si legge nel post. “Vederli connettere – uno una stella nascente, l’altro un simbolo duraturo di coraggio e brillantezza creativa – è stato commovente e indimenticabile.”
“È stato un incontro di menti, una celebrazione della musica, e un promemoria che la vera grandezza risiede non solo nel talento, ma nell’anima dietro le corde.”
Un ringraziamento speciale è stato rivolto anche al manager di Mancuso, Michele Mozzicato, per aver reso possibile questa visita. “Significava il mondo per noi”, scrive il team Becker. “Faremo il tifo per Matteo in ogni passo del suo cammino e non vediamo l’ora di vedere il suo incredibile viaggio continuare.”
E in effetti, se il futuro della chitarra è davvero nelle mani di Matteo Mancuso, allora possiamo dire con certezza che lo strumento è in ottime mani.
Ecco il post completo su instagram: post.
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