L’ergonomia di una chitarra può cambiare il modo di stare sul palco, ma anche il modo di pensare uno strumento. Negli ultimi tour una popstar di nuova generazione ha riportato al centro del discorso il rapporto tra design, corpo e libertà espressiva. Da qui parte una storia che intreccia musica, identità e scelte progettuali tutt’altro che scontate. Ecco Olivia Rodrigo e la chitarra pensata per le donne con le tette.

L’entusiasmo di Olivia Rodrigo per la chitarra di St. Vincent
Durante una recente puntata del Music Makes Us podcast, Olivia Rodrigo ha raccontato il motivo per cui ama suonare dal vivo la sua chitarra viola, una Music Man St Vincent. Il punto chiave non è solo l’estetica, ma soprattutto l’ergonomia.
La cantante ha definito lo strumento “una chitarra fottutamente fantastica“, spiegando che è stata progettata pensando esplicitamente alle donne. “È tagliata in modo da poter avere il seno e suonare la chitarra, ed è una cosa davvero fantastica.” Un dettaglio che per Rodrigo fa una differenza enorme sul palco.
La Goldie protagonista del Guts
Nel corso del suo recente Guts, Olivia Rodrigo ha imbracciato la Ernie Ball Music Man St Vincent Goldie firmata da Annie Clark, vera fan di questo modello. La chitarra, riconoscibile per il design angolare e deciso, riflette l’identità sperimentale della sua creatrice ma nasce con un’idea molto concreta.
Clark aveva già spiegato in passato che il suo primo modello del 2016 era stato concepito per essere ergonomico, leggero e slanciato, lasciando spazio al corpo femminile. In un post su Instagram poi cancellato, citato da Dazed, parlava esplicitamente di spazio per uno o due seni.
Quando il design incontra il corpo
L’idea che le chitarre siano ispirate alle forme femminili è stata messa in discussione nel 2017 da Cate Le Bon sulle pagine di The Guardian. Se davvero gli strumenti richiamano il corpo delle donne, perché risultano spesso scomodi da suonare per loro.
Annie Clark ha preso questa contraddizione e l’ha trasformata in un progetto. In un’intervista del 2016 a Guitar World ha raccontato il suo approccio al design, spiegando quanto per lei fosse fondamentale una chitarra non troppo pesante. Ha ammesso di non riuscire a suonare strumenti come una Stratocaster anni Sessanta o una Les Paul anni Settanta senza accusare fisicamente il peso di queste chitarre.

Pur riconoscendo la qualità di quei modelli storici, ha sottolineato come il peso li renda poco pratici per persone di statura minuta. La sua chitarra, invece, redistribuisce il peso e permette di suonare più a lungo senza affaticarsi, mantenendo un’estetica forte e riconoscibile. “Volevo creare qualcosa che stesse bene a qualsiasi persona“, ha spiegato.
Non solo Olivia: altre voci a favore
L’amore per la signature di St. Vincent non si ferma a Olivia Rodrigo. Anche Emily Roberts di The Last Dinner Party ha espresso grande apprezzamento per questo strumento. In un’intervista a Guitar.com ha raccontato di apprezzarne la capacità di emergere nel mix e il carattere sonoro definito, lontano dai timbri immediatamente riconducibili a Fender o Gibson.
In una precedente chiacchierata con Guitar World, Roberts ha ricordato di aver iniziato a suonare dal vivo con una Music Man Mariposa, per poi risparmiare e acquistare la St. Vincent, diventata oggi la sua chitarra principale. È iconica, brillante e spicca davvero, ha detto, aggiungendo che per la sua altezza contenuta molti strumenti risultano scomodi e le causano mal di schiena.
Il fatto che sia una chitarra progettata da una donna ha reso la scelta ancora più naturale. Per lei, come per Rodrigo, non si tratta solo di suono o di immagine, ma di sentirsi finalmente rappresentata da uno strumento pensato anche per il proprio corpo.
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