Continuano i messaggi d’affetto e le storie in ricordo di Ozzy Osbourne e della sua straordinaria carriera. Arriva anche il racconto di Zakk Wylde, suo chitarrista, compagno di avventure e amico di lunga data. Il chitarrista ricorda le ultime parole che Ozzy gli ha rivolto per messaggio poco dopo il concerto reunion dei Black Sabbath, Back To The Beginning. Con poche parole si è chiusa una storia di amicizia e collaborazioni unica nel mondo della musica.
Dagli esordi al cuore dei Sabbath
Wylde entrò nell’orbita di Ozzy Osbourne nel 1987, dopo giganti della chitarra come Tony Iommi, Randy Rhoads, Brad Gillis, Jake E. Lee e Gus G.. Il suo debutto discografico con Ozzy avvenne su No Rest for the Wicked nel 1988, continuò con No More Tears nel 1991 e Ozzmosis nel 1995, periodo in cui la vita di Zakk stava per essere sconvolta.
“Dicevo sempre: Ragazzi, io venero i Sabbath. Qualsiasi cosa io scriva avrà Lord Iommi come base. È nel mio DNA.”
Zakk fu fortemente influenzato dalla musica di Ozzy Osbourne, specialmente nei lavori con Rhoads e Lee, e dei Black Sabbath. Quando si liberò il posto di chitarrista, lo conquistò con grinta e umiltà.
Una relazione di fratellanza
“Oz era semplicemente il migliore. Ho mio padre, veterano della Seconda Guerra Mondiale; e poi Ozzy, che era quasi come un fratello maggiore.”
Con quasi 20 anni di differenza, i due legarono subito. I “leoni attraggono i leoni” diceva Zakk. Il loro rapporto andava oltre la musica. Ozzy Osbourne era il padrino del figlio maggiore di Zakk e, anche nei periodi in cui non suonavano insieme, il legame non veniva mai meno.
Lavorare con Ozzy Osbourne: spontaneità e istinto
Il primo pezzo scritto insieme da Ozzy Osbourne e Zakk Wylde fu Miracle Man. Tutto accadeva in modo diretto e naturale. Con No More Tears, nacque spontaneamente il celebre gioco tra voce e chitarra, simile a War Pigs.
Zakk inserì col tempo influenze country e southern rock: I Don’t Want to Change the World conteneva flatpicking country, Mama, I’m Coming Home un’intro con pedal steel. Una direzione che venne da sé, senza forzature.
Un addio sul palco di casa
Nel 2017 Wylde tornò per il tour No More Tours II. Poi rimase con Ozzy Osbourne fino all’ultima esibizione, Back to the beginning il 5 luglio 2025, a Birmingham. Era presente anche all’ingresso di Ozzy nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2024.
“Era la solita routine. Doveva essere lo show più importante di sempre, ma tutto era improvvisato.”
Durante Mama, I’m Coming Home, Ozzy faceva fatica con certe note. Zakk si avvicinava al microfono per supportarlo vocalmente, persino alzando la chitarra per non interferire con il canto. “Sembrava giocoleria con motoseghe su uno skateboard.”
L’ultimo messaggio di Ozzy Osbourne a Zakk Wylde
Nel backstage affollato, Wylde decise di lasciare spazio a Ozzy, sperando di vederlo il giorno dopo. Non successe. L’ultimo contatto fu un messaggio:
“Zakky, scusa, lì dietro era un manicomio. Non ti ho visto. Grazie di tutto.”
Ereditarietà musicale e gratitudine eterna
Zakk riflette su cosa sarebbe stata la sua vita senza Ozzy Osbourne:
“Se non avessi avuto Ozzy, senza dubbio avrei continuato a suonare… ma quello che lui mi ha dato con i Sabbath, e poi con Randy e Jake, è stato come un faro nella nebbia. Mi ha dato uno scopo.”
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