Ci sono racconti che sembrano usciti da un sogno. Storie che Paul McCartney ha condiviso con ironia e naturalezza, come se fossero piccoli frammenti di vita quotidiana. Alcuni episodi iniziano con un gesto semplice come un colpo alla porta. E da quel momento si trasformano in aneddoti destinati a rimanere nella memoria. Questa è una di quelle storie inattese che Paul ha ricordato con il suo stile unico. Ecco quella volta in cui Gesù bussò alla porta di Paul McCartney.

Uno sconosciuto bussa alla porta, da una tazza di tè alla sessione con i Beatles: la storia di Paul McCartney e Gesù
Paul McCartney Gesù – © Giuseppe Ruocco

Nel pieno degli anni ’60 e ’70, nel fiore degli anni del nascente rock sono nate tantissime storie incredibili. Alcune sono nate da momenti del tutto ordinari, da gesti spontanei. Ed ecco questa incredibile vicenda avvenuta a Paul McCartney in un giorno come un altro durante le riprese di un album con i suoi Beatles.

Paul McCartney e Gesù in studio con i Beatles

Paul McCartney racconta che si stava preparando per una sessione quando qualcuno bussò alla sua porta. Aprendo, trovò un uomo sconosciuto. Alla domanda su chi fosse, l’uomo rispose: “I’m Jesus”, “Sono Gesù“. A quel punto Paul, divertito ma anche un po’ prudente, pensò che fosse meglio accoglierlo, spiegando con un sorriso: “Devo trattarlo bene, non si sa mai”.

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© link, CC BY-NC 4.0

Gesù a prendere il tè a casa di Paul McCartney

L’ospite si mostrò gentile, calmo e assolutamente normale nel parlare. Paul gli offrì una tazza di tè, Gesù accettò e i due chiacchierarono come se nulla fosse insolito. L’uomo gli sembrò persino simpatico, tanto che Paul gli propose di unirsi alla sessione.

L’ingresso in studio

Arrivati in studio, Paul avvisò gli altri, disse che quell’uomo affermava di essere Gesù e aggiunse con la sua tipica ironia: “Non voglio rischiare niente”. Chiese che potesse sedersi in un angolo in silenzio, e tutti accettarono. Così l’ospite rimase lì, tranquillo, mentre la band lavorava al brano Fixing the Hole.

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Ulteriori informazioni

Una presenza fugace

Terminata la registrazione, Paul salutò Gesù. L’uomo se ne andò con la stessa discrezione con cui era arrivato. È quasi sconvolgente la naturalezza e semplicità con cui Paul McCartney ha raccontato di Gesù, quasi a testimoniare come in quegli anni di storie del genere ne accadessero davvero tutti i giorni. L’ex Beatle concluse dicendo che dopo la normalissima giornata in compagnia di quell’uomo, dopo essersi salutati non lo ha mai più rivisto.

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Giuseppe Ruocco