Quando il coperchio della bara si abbassò lentamente, tra il silenzio e la commozione generale, un sussurro attraversò la folla: “Oh mio Dio, stanno chiudendo la bara con quella chitarra dentro!”. A pensarlo furono i circa 500 chitarristi accorsi a rendere omaggio a Chuck Berry, padre del rock and roll, scomparso il 18 marzo 2017, a 90 anni, nella sua casa in Missouri.

Quando il coperchio della bara si abbassò lentamente, tra il silenzio e la commozione generale, un sussurro attraversò la folla: “Oh mio Dio, stanno chiudendo la bara con quella chitarra dentro!”  a pensarlo furono i circa 500 chitarristi accorsi a rendere omaggio a Chuck Berry, padre del rock and roll, scomparso il 18 marzo 2017, a 90 anni, nella sua casa in Missouri.
Chuck Berry live con una Gibsin ES-355 © Dena Flows CC BY-NC-ND Link

Sì, dentro quella bara c’era davvero una chitarra: una Gibson ES-355 rosso ciliegia, con Maestro Vibrola, identica a quella che Chuck Berry suonò per gran parte della sua carriera. Non un semplice oggetto da esposizione, ma un tributo eterno, sistemato con cura nel coperchio del feretro, inclinato esattamente come Chuck spesso la suonava. Tra le corde, un plettro bianco con l’immagine del giovane Chuck, chitarra alla mano.

ANNUNCIO

La scena, oggi impressa nella memoria di chi era presente alla camera ardente del 9 aprile al Pageant Theater di St. Louis, è il risultato di una decisione presa in famiglia, tra ricordi, lacrime e una missione tanto emotiva quanto logistica: seppellire Chuck Berry con ciò che più lo rappresentava.

Nessuna valutazione del cliente ancora disponibile

Nessuna valutazione del cliente ancora disponibile

Una chitarra per l’eternità

«Dopo la sua morte, io, mia madre e mia sorella Melody ci siamo ritrovati a organizzare la cerimonia», racconta Charles Berry, figlio del leggendario chitarrista. «L’agenzia funebre ci ha detto che potevamo personalizzare la bara in ogni dettaglio. E Melody ha chiesto: “Si può mettere una chitarra sopra?”»

L’idea si è poi trasformata: non un decoro, ma una vera chitarra all’interno della bara. Inizialmente Charles era scettico, più per motivi pratici che simbolici: «Pensavo solo a come far entrare una chitarra semihollow lì dentro.»

Ma a convincerlo furono la determinazione della madre e della sorella. E così, fece una telefonata a Gibson. Dopo un momento di silenzio, arrivò la risposta che non si aspettava.

«Tom Murphy del Custom Shop, colui che poi creò la Murphy Lab Collection, mi disse: “Charles, tuo padre è un tesoro per noi. Ti mandiamo una chitarra nuova, fai quello che vuoi.”»

Quando il coperchio della bara si abbassò lentamente, tra il silenzio e la commozione generale, un sussurro attraversò la folla: “Oh mio Dio, stanno chiudendo la bara con quella chitarra dentro!”  a pensarlo furono i circa 500 chitarristi accorsi a rendere omaggio a Chuck Berry, padre del rock and roll, scomparso il 18 marzo 2017, a 90 anni, nella sua casa in Missouri.
Gibson ES-355 Come quella donata alla famiglia Berry CC0 1.0 Link

Detto fatto: la Gibson ES-355 arrivò a St. Louis. Il resto fu coordinato con l’azienda di bare, che trovò un modello abbastanza spazioso per contenere tanto Berry quanto la sua inseparabile compagna musicale.

L’ultima scena, davanti al mondo

Il giorno della cerimonia fu memorabile. Per Chuck Berry erano presenti musicisti, amici, fan e celebrità. Gene Simmons dei Kiss tenne un elogio improvvisato. I Rolling Stones inviarono un omaggio floreale a forma di chitarra con un biglietto: “Grazie per l’ispirazione.” Lettere furono lette da Paul McCartney, Bill Clinton e Little Richard.

Stai visualizzando un contenuto segnaposto da Youtube. Per accedere al contenuto effettivo, clicca sul pulsante sottostante. Si prega di notare che in questo modo si condividono i dati con provider di terze parti.

Ulteriori informazioni

Quando qualcuno chiese alla moglie di Berry se volesse che la chitarra venisse rimossa prima della sepoltura, la risposta fu chiara: «No, deve andare con lui.» E così fu.

ANNUNCIO

Il suono immortale di un pioniere

Chuck Berry ha posseduto molte Gibson ES: 335, 345 e la sua amata 355. In Maybellene, il suo primo grande successo del 1955, usò una ES-350T spinta al limite per ottenere un suono distorto, oggi quell’esemplare è custodito al National Museum of African American History and Culture.

Il figlio Charles conserva ancora due delle chitarre del padre. Ricorda l’amore di Chuck per il circuito Varitone delle ES-345 e 355, con cui poteva creare combinazioni di suono uniche grazie all’uscita stereo. «Dopo il 1968, usava due amplificatori Fender Dual Showman, collegando ogni pickup a un amplificatore diverso con un cavo a Y. Il Varitone era la sua arma segreta.»

Nel 2021, Gibson ha reso omaggio a Berry con una versione Murphy Lab della ES-355 ispirata proprio al modello degli anni ’70 che lo accompagnò per gran parte della sua carriera.

L’eredità incancellabile di Chuck Berry

Chuck Berry non ha solo inventato uno stile musicale: ha definito un’epoca. John Lennon, Keith Richards, Paul McCartney, George Harrison, i Beach Boys, Bob Dylan, tutti hanno, in un modo o nell’altro, preso in prestito il suo linguaggio musicale.

La sua iconica “duck walk” è entrata nell’immaginario collettivo, fino ad arrivare sul grande schermo con Michael J. Fox in Ritorno al futuro, dove Marty McFly esegue Johnny B. Goode proprio con una Gibson ES-345 — modello che oggi Gibson sta cercando di recuperare, ancora disperso.

Ma almeno una chitarra ha trovato il suo posto. Non in un museo. Non in una vetrina. Ma accanto all’uomo che le diede voce, per sempre. E otto anni dopo, quella ES-355 è ancora lì. Nel silenzio. Ma pronta, forse, per un’altra incredibile jam session.

Contenuti correlati:

* Questo post contiene link affiliati e/o widget. Quando acquistate un prodotto tramite un nostro partner affiliato, riceviamo una piccola commissione che ci aiuta a sostenere il nostro lavoro. Non preoccupatevi, pagherete lo stesso prezzo. Grazie per il vostro sostegno!

Giuseppe Ruocco