Il 9 ottobre del 1940 nasceva a Liverpool (Regno Unito) John Winston Ono Lennon, conosciuto più semplicemente come John Lennon, uno dei musicisti più influenti del XX secolo. Cantante, autore, musicista e pacifista che ha raggiunto la fama mondiale come fondatore, co-autore, co-leader vocalist e chitarrista ritmico dei Beatles, Lennon ha scritto assieme a Paul McCartney alcuni dei brani più importanti della musica popolare del Novecento. Dopo la sua carriera con i Beatles, Lennon ha proseguito la sua attività artistica con alcuni album da solista e collaborazioni con musicisti del calibro di David Bowie ed Elton John, prima del suo tragico assassinio, avvenuto l’8 dicembre del 1980. Nel giorno dell’anniversario della sua nascita, ricordiamo la sua figura con un medley di alcuni dei suoi brani più famosi, grazie all’aiuto di Paul e Matt di Guitar Tutorials.

© Bob Whittaker – ZUMA Press, Inc. / Alamy Stock Photo

Folgorato dai dischi di Elvis Presley e ribelle fin dal principio, Lennon inizia la sua carriera musicale a 15 anni. Nel settembre del ‘56 fonda infatti i Quarrymen, un gruppo che prende il nome dalla Quarry Bank High School, dove il giovane John era studente. Fu proprio con questa prima band, che suonava principalmente brani skiffle e rock and roll, che Lennon incontrò Paul McCartney e George Harrison, formando così il primo nucleo dei futuri Beatles.

Un saggio del sound dei giovani Quarrymen può essere ascoltato all’interno di Anthology 1. È presente infatti una cover di That’ll Be The Day di Buddy Holly (altro artista la cui influenza per i primi Beatles fu fondamentale) e una versione di In Spite Of All The Danger, brano originale accreditato a McCartney e Harrison e ispirato al sound di Elvis. La registrazione di questi brani è ricordata anche nel film del 2009 dedicato all’infanzia di John Lennon, Nowhere Boy. Inoltre, segna l’inizio della carriera discografica di questo straordinario musicista.

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Nel giorno dell’anniversario della sua nascita, ricordiamo John Lennon, come chitarrista e songwriter, con tre dei suoi brani: Yer Blues, Revolution e Get Back.

I Fab Four alla conquista del mondo

Ripercorrere la carriera dei Beatles in un solo articolo è un’impresa impossibile. John, Paul, George e Ringo hanno segnato in modo indelebile la musica popolare del Novecento e continuano ad essere tra le band più ascoltate anche ai giorni nostri, con quasi 30 milioni di ascoltatori mensili su Spotify. I Beatles hanno venduto inoltre più di 600 milioni di album in tutto il mondo. Sono la band di maggior successo della storia della musica. 

Dai primi dischi più beat, alla British Invasion del ‘64, per arrivare poi alla seconda parte della loro produzione artistica, quasi completamente svolta in studio e senza concerti o tour, con l’eccezione del rooftop concert del 30 gennaio del ‘69, i Beatles hanno continuamente riscritto le regole del gioco dello show business musicale. Lennon fu compositore e autore della maggior parte dei brani assieme a McCartney per tutta la durata della carriera dei Beatles. Era considerato anche leader della formazione, anche se su questo aspetto non tutti sono concordi.

L’iconica statua dei Beatles a Liverpool I © Shutterstock / from Kamira

Lennon nei Beatles è stato anche cantante e chitarrista. Ed è proprio in questa seconda veste che vogliamo ricordarlo, con una scelta di tre brani registrati tra il ‘68 e il ‘69.

Yer Blues, Revolution e Get Back: tre episodi della storia dei Beatles

Iniziamo con un brano estratto dal White Album del 1968: Yer Blues. In pieno stile Lennon, che di questa canzone è autore e compositore, il pezzo è una parodia dei brani blues di stampo inglese. Interessante la performance di questo brano per il The Rolling Stones Rock and Roll Circus. Lennon suona con la band The Dirty Mac, assieme a Eric Clapton alla chitarra solista, Keith Richards al basso e Mitch Mitchell della Jimi Hendrix Experience alla batteria. Nel video si può notare Lennon con la sua Epiphone Casino, modello ancora oggi in produzione: 

Epiphone Casino Natural w/ Epi Pro P90

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Una particolarità di questo strumento è che, proprio nel 1968, Lennon fece sverniciare professionalmente la sua Casino in finitura Sunburst. Rimosse il battipenna e cambiò le meccaniche con delle Grover dorate.

Grover Rotogrip 502G Gold

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La stessa chitarra si può vedere anche nel video realizzato per Revolution. Quest’ultimo, altro brano iconico, in cui Lennon suona il famoso riff di apertura ed è la voce solista. Il suono così distorto della chitarra non fu ottenuto con l’utilizzo di un pedale, ma con il passaggio diretto del segnale della chitarra nella console di mixaggio. Lennon utilizzò comunque nel corso della sua carriera almeno un pedale di distorsione leggendario, il Dallas Arbiter Fuzz Face:

Dunlop JH F1

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Get Back è il brano che doveva dare il titolo al nuovo disco in studio dei Beatles. Divenne invece l’ultima traccia del loro ultimo album, Let It Be, pubblicato nel 1970 poco dopo il loro scioglimento. La bellissima miniserie documentario di Peter Jackson del 2021 ha permesso agli appassionati di tutto il mondo di osservare il processo creativo dei quattro Beatles durante la realizzazione dell’album.

Le quasi 8 ore di girato reso disponibile consentono anche di vedere gli strumenti utilizzati dai Fab Four in quel periodo. Se della Epiphone Casino di Lennon abbiamo già parlato, è interessante notare l’utilizzo di una chitarra acustica Gibson SJ-200 e di amplificatori Fender Twin Reverb e Fender Bassman. Questi andarono a sostituire i Vox, che caratterizzano invece la prima parte della produzione del gruppo.

Gibson SJ-200 Deluxe Rosewood

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Fender Tone Master Twin Reverb

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Fender Bassman 800 Head

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Vox AC30 C2

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Sempre al primo periodo dei Beatles è legata anche l’immagine di Lennon con la Rickenbacker 325. Nel corso degli anni, tuttavia, John ha suonato chitarre di marchi come Fender, Martin, Guild, Gretsch e Höfner.

Rickenbacker 325C64 JG

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Ricordiamo quindi oggi la figura e l’importanza di John Lennon grazie a questi tre brani memorabili e all’immortale musica dei Beatles!

La stanza Imagine al museo The Beatles Story, che ricrea la “stanza bianca” della casa di John e Yoko a Tittenhurst Park. I © Shutterstock / from VictoriaSh

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Riccardo Yuri Carlucci