­Traffic, Delaney & Bonnie, Derek and the Dominos, George Harrison, Eric Clapton, Paul McCartney, Fleetwood Mac e Rolling Stones, oltre a una carriera solista di tutto rispetto e la memorabile zampata con la sua dodici corde in All Along the Watchtower di Jimi Hendrix. Dave Mason certamente non è un tipo qualunque, e il suo chitarrismo eccentrico e allo stesso tempo eclettico ha caratterizzato un’epoca, dimostrando che al virtuosismo a se stante e autoreferenziale si può rispondere con riff e licks generati al posto giusto e nel momento giusto, illuminati da un songwriting ispirato e moderno. Grazie a Planet Guitar e alla sua speciale rubrica “Le 10 Canzoni”, accingiamoci a (ri)scoprire dieci perle sorprendenti della sua straordinaria carriera. 

Dave Mason on stage con una Fender Stratocaster. ©  Performing Arts Images

Military Madness di Graham Nash, 1971

Una presenza importante, in una canzone ancora dall’attualità sconcertante

Military Madness ritrae la devastazione, senza tanti giri di parole, che la guerra ha provocato nella famiglia e nel paese natale di Graham Nash, l’Inghilterra. La canzone si basa su un’esperienza autobiografica totalmente vera. “Sono nato in una stanza al piano superiore di una specie di hotel trasformato in ospedale in un’area di evacuazione…. Mio padre era nell’esercito, mentre mia madre mi stava partorendo il 2 febbraio 1942, nel bel mezzo della Seconda Guerra Mondiale”, racconta il cantautore. 

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Curiosità

Songs for Beginners è il disco di debutto per Nash, coinvolto poco prima nel progetto CSN e CSNY. Dave Mason nel brano in questione molto probabilmente suona una Fender Stratocaster, il suo modello preferito all’epoca insieme alla Telecaster, e lo fa in maniera sensazionale, giocando con il wah-wah in modo grazioso e con molto feeling. Il chitarrista e songwriter britannico si unisce all’amico americano proprio nel periodo in cui si sta staccando dai Traffic, con i quali, tuttavia, continuerà a collaborare a intermittenza.

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Ain’t That Lovin’ You, Baby di Eric Clapton, 1974

Una perla rimasta nascosta per troppo tempo

Crossroads è una parola chiave per Clapton ed è pure il titolo di uno dei cofanetti meglio ingegnati all’epoca in cui i dischi si vendevano davvero. Ain’t That Lovin’ You, Baby finalmente viene pubblicata grazie a questa raccolta, lasciando di stucco fan e addetti ai lavori: come ha potuto questa gemma rimanere negli archivi per quasi quindici anni?

Curiosità

Da Delaney & Bonnie a George Harrison e i Derek and the Dominos, Eric e Dave hanno condiviso tanta strada del rispettivo percorso artistico, fino a questa, sorprendente cover di Jimmy Reed, contraddistinta da un particolare andamento reggae blues carico di groove e sorretta da due chitarre sornione pronte a farsi taglienti. Imperdibile.

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Boy for Every Girl di Donovan, 1983

Donovan sceglie il chitarrista giusto per uno dei brani più importanti del disco

Il tentativo di rinascita di Donovan Leitch coinvolge una serie di ospiti illustri, tra cui Mason, “on guitar” su un pezzo, Boy for Every Girl, già dato alle stampe una decade prima e dalle grande potenzialità inespresse.

Curiosità 

Uno dei più sottovalutati chitarristi acustici, Donovan, incontra uno dei maestri della sei corde. Fenomenali. 

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We Will Go On di Stephen Stills, 1978

Dave & Stephen coppia d’assi!

L’amicizia con Nash avvicina Dave a un altro gigante della sei corde, Stephen Stills. E, come si suol dire, The rest is history!

Curiosità

Vi sono pochi dubbi sulla grande affinità elettiva tra i due guitar hero. Ecco ciò che racconta Dave del suo compare sulla sua pagina ufficiale di Facebook nel gennaio 2023: “Senza Stephen non ci sarebbe stata Only You Know and I Know. Mi insegnò una serie di accordature diverse per la chitarra acustica (all’epoca una Martin D-45, ndr) all’inizio, nel 1969 o nel ’70, forse anche prima. Non ricordo esattamente quando, ma di sicuro rimembro il come… Dio solo sa quanto mi sono divertito con Stills. È una forza e io mi godo la sua musica e onoro il segno che ha lasciato in questo meraviglioso mondo del rock n’ roll”.

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Feelin’ Alright? con Tedeschi Trucks Band & Andres Osborne, Live at LOCKN’ Festival, Arrington, VA, US, 2015

Il più grande live act su questo Pianeta incontra un songwriter sopraffino

L’amore di Susan Tedeschi e Derek Trucks per i Traffic e Joe Cocker è qualcosa di incommensurabile, e la loro devozione appare in questa strabordante versione eseguita insieme al suo autore. Brividi.

Curiosità

Il punto di domanda del titolo, spesso omesso, è invece parte integrante del vero significato della canzone. Mason, infatti, in realtà narra di un amore non corrisposto.

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No Show Tonight di Phoebe Snow, 1974

Una partnership importante da ricordare

Un debutto coi fiocchi, di ormai cinquant’anni fa, quello della leggiadra folksinger Phoebe Snow. La sua Poetry Man e l’interessante resa di San Francisco Bay Blues sono brani che rimangono nel tempo, come la conclusiva No Show Tonight, impreziosita dalla chitarra solista del nostro Mason.

Curiosità

Una collaborazione di gran classe e un’empatia che proseguirà nel tempo, come accaduto in Two Hearts (1987), decimo lavoro di Dave, con la Snow ospite in tre canzoni.

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Hideaway from Love di Mike Finnigan, 1978

La profonda amicizia e affinità musicale di due grandi artisti

Black and White è il disco di riferimento del re dell’Hammond Organ B3 Mike Finnigan. Non poteva mancare il tocco dell’amico Mason, legato a lui da proficue collaborazioni.

Curiosità

Sicuramente sarebbe più semplice citare chi non ha mai avuto a che fare con questo genietto delle tastiere, già in auge all’epoca di Jimi Hendrix, per cui ha prestato i suoi servigi in Electric Ladyland. Peter Frampton, Buddy Guy, Joe Cocker e Bonnie Raitt sono solo la punta dell’iceberg delle sue partnership. Immenso.

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Dear Mr. Fantasy con Fleetwood Mac & Dave Amato, Live at Chicago, 1995

Una perla dei Traffic prende nuovi colori in una sorprendente versione dal vivo

Nella tempestosa vita dei Fleetwood Mac, contraddistinta pure da tumultuosi cambi di line up, c’è anche spazio, nell’era di Bekka Bramlett al posto di Stevie Nicks, per questa torrida versione di Dear Mr. Fantasy, insieme a Mason e Dave Amato.

Curiosità

Avere in formazione Billy Burnette e Dave Mason con ospite Amato dei REO Speedwagon non capita tutti i giorni anche in un pluripremiato gruppo di superstar come i Fleetwood!

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Don’t Be a Hero di Jim Capaldi, 1972

Un “solo” inarrivabile per celebrare l’esordio di un grande amico

Il debutto solista di Capaldi è un piccolo capolavoro pop rock che evidenzia il grande estro di un songwriter e batterista sopraffino. Don’t Be a Hero celebra la profonda amicizia di due Titani della Musica, che, sorprendentemente, non hanno avuto strascichi nonostante il divorzio tra Mason e i Traffic, di cui Jim era leader insieme a Winwood.

Curiosità

Dave non si fa mancare niente e lascia il segno anche in Big Thirst, seconda traccia, della quale è anche coautore, presente nell’acclamato Oh How We Danced.

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Never Surrender di Don Felder, 1983

Quando manca la chitarra ci arriva la voce

Airborne (1983) è invece l’esordio solista dell’ex “Aquila” Don Felder. In questo caso niente sei corde per Dave: lo zampino, inaspettato, lo mette nei cori. Diavolo di un Mason! 

Curiosità

Felder ha un tocco chitarristico straordinario, subito riconoscibile. Dal suo lavoro da solista, si capisce quanto il suo stile fosse parte integrante e distintiva del sound degli Eagles.

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Extra: F.U.C. Her di Ronnie Wood, 1979

Ironia e “chitarrismi” dei bei tempi

Gimme Some Neck, terzo lavoro in proprio per Ronnie Wood, accorpa una pletora di personaggi illustri, dall’accoppiata Richards/Jagger ai re della batteria e percussioni Jim Keltner, Mick Fleetwood e, non poteva mancare, Charlie Watts. Il risultato è un rock orientato alle musicalità dei Rolling Stones, senza però averne il nerbo e la genialità. F.U.C. Her è comunque un bel sentire, un pezzo fuori dalle righe a metà strada tra Chuck Berry e Jerry Lee Lewis, con un Mason sull’attenti, pronto ad assecondare l’amico “Woody”.

Curiosità

Nel 2004 Dave Mason fonda RKS Guitars insieme al designer industriale Ravi Sawhney. La loro collaborazione punta a reinventare la chitarra elettrica attraverso materiali ecocompatibili e design modulare. Una novità degna di nota risulta l’uso del Tenite, una plastica a base di cellulosa derivata da alberi di cotone coltivati e da sottoprodotti del legno, che la rende una delle prime “sei corde sostenibili”. Per il loro contributo al design industriale e all’innovazione nella musica, sia Mason che Sawhney sono stati insigniti del dottorato onorario dall’Academy of Art University.

Così, grazie al mondo RKS, il buon Dave tocca un’altra vetta della sua incredibile carriera: le chitarre vengono infatti suonate e apprezzate da una serie di acclamati musicisti, tra cui Keith Richards, Mick Jagger,  Don Felder, Rick Springfield e… Ronnie Wood. Un cerchio che si chiude.

Proprio Ronnie Wood, istrionico personaggio dalle mille avventure da raccontare, rappresenta l’artista perfetto per il prossimo, entusiasmante episodio de Le Dieci Canzoni, la speciale rubrica pronta a tenervi compagnia sempre e solo qui, su Planet Guitar.

Stay tuned!

To be continued…

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Alessandro Vailati