Nel nuovo episodio della nostra serie Guitar Icons, dedicata al sound e alla figura dei chitarristi più iconici della storia, Paul Audia ha deciso di parlare di sua maestà David Gilmour insieme a Antonio “Tony” Cordaro. Tony è un grande interprete del sound del leggendario chitarrista dei Pink Floyd e ha sempre cercato di replicare quelle inconfondibili sonorità. Facciamoci guidare da Tony e Paul per ottenere un suono quanto più possibile simile a quello di Gilmour!

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Le diverse fasi del suono di David Gilmour

Pensare di poter racchiudere il suono di David Gilmour in un solo setup è praticamente impossibile. Il chitarrista inglese è stato infatti uno dei principali pionieri nella scoperta delle sonorità ottenibili con una sei corde, sperimentando sempre molto del corso degli anni. Gilmour fa parte di quella generazione di chitarristi che si è inventata un suono con quello che aveva a disposizione, cercando sempre di migliorarsi e di ampliare le potenzialità dello strumento.

Tony Cordaro in particolare si ispira al suono che David aveva tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, quello dei live Delicate Sound of Thunder e Pulse, due dischi che vi consigliamo assolutamente di ascoltare. In quel periodo il rig di David era in stereofonia e includeva un chorus su uno dei due canali (approccio usato anche da Steve Lukather e Steve Vai).

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Tenete sempre presente anche che, nel percorso necessario per ricostruire il suono del vostro chitarrista preferito, non entrano in gioco solo la chitarra, i pedali e gli amplificatori utilizzati. Dettagli come eventuali preamplificatori usati in studio, i microfoni con cui sono state registrate le tracce o il tipo di stanza utilizzata per le riprese sono in alcuni casi decisivi per catturare esattamente il suono che sentiamo in un disco o in un brano iconico.

La strumentazione di David Gilmour e trucchi per ottenere il suo suono

Per il nostro video, realizzato negli spazi del World Music Studio di Pessano con Bornago, Tony Cordaro ha utilizzato un rig di tutto rispetto e che gli permette di ottenere il suono di Gilmour, pur non avendo la stessa strumentazione del chitarrista inglese. Noterete però molti punti di contatto tra il rig di David (nel periodo preso in esame) e quello costruito da Tony. Guardate il video inserito a inizio articolo per tutti i dettagli.

Partiamo dagli amplificatori, due bellissimi Hiwatt: un custom da 100 watt del 1978 e un custom reissue da 50 watt del 2008. La chitarra utilizzata è ovviamente una Fender Stratocaster, che ricorda la celeberrima Black Strat di Gilmour. In particolare, lo strumento di Tony è stato assemblato con pezzi Fender e hardware Callaham e riproduce l’elettronica della Strat di David. Troviamo quindi uno switch a 5 posizioni a cui si aggiunge uno switch per combinare i pick al ponte e al manico. Per catturare il suono, Tony ha montato come pickup un Seymour Duncan SSL5 al ponte e due Fender Fat 50 (posizione centrale e manico).

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In pedaliera, oltre al già citato chorus ottenuto da un Line 6 HX Stomp (responsabile anche per altri effetti di modulazione), troviamo una serie di overdrive trasparenti. In particolare sono presenti due MXR Timmy, un Buffalo FX TD-X e un PastFx TD-Y. Gilmour utilizzava tre Tube Driver a cui aggiungeva un EQ Boss GE-7 ciascuno per equalizzarli al meglio. Tony utilizza un Source Audio EQ2. Tra gli altri pedali presenti, troviamo un J. Rockett The Dude e un JHS Pedals Muffuletta, per un suono simile al classico Big Muff. Tony preferisce anche inserire un riverbero direttamente in pedaliera, a differenza di quanto fa Gilmour. Ottiene questo effetto grazie a un Line 6 HX Stomp XL. In pedaliera ci sono anche due compressori, un J. Rockett Airchild e il Boss CS-2, e un pedale volume Boss FV-30. Per controllare il tutto Tony utilizza un MIDI switcher MusicomLab EFX MKVI.

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Line6 HX Stomp
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Line6 HX Stomp XL
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Boss FV-30H
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Un consiglio di Tony, per ottenere un suono tipicamente in stile Gilmour, è l’utilizzo di un plettro leggermente smussato, per avere un attacco sulla corda particolare e con maggiore grip, ad esempio per eseguire i bending.

Dal punto di vista tecnico, i bending sono infatti un elemento portante del playing di Gilmour. E Tony ci ha spiegato molto bene come riprodurli e a cosa fare attenzione. Anche il vibrato ottenuto con la leva del ponte tremolo è un elemento molto interessante. Nei due assoli interpretati nel video, Shine On You Crazy Diamond e Comfortably Numb, si possono sentire molto bene tutte le sfumature del suono del leggendario David Gilmour, ottenute però con una strumentazione che Tony ha costruito sul suo gusto personale.

La nostra serie Guitar Icons prosegue: quale chitarrista vorreste conoscere più da vicino? Qual è il suono più iconico che fate fatica a riprodurre?

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Riccardo Yuri Carlucci