Nel mondo dei plugin per chitarra, l’offerta è talmente ampia che spesso è difficile capire cosa valga davvero la pena provare. Personalmente, ne ho testati tanti nel corso degli anni: da quelli ultrarealistici a quelli super minimal, passando per emulazioni vintage e suite complete da studio. Ma quando ho messo le mani su GENOME di Two Notes e in particolare sulla GENOME Suite, ho avuto delle ottime sensazioni, mi sono sentito a casa! Non solo per la qualità del suono, che è altissima, ma per l’approccio modulare e intelligente con cui è stato concepito.
In questo articolo voglio raccontarti la mia esperienza d’uso con GENOME e la GENOME Suite: cosa mi ha colpito, come l’ho integrato nel mio workflow da chitarrista, e perché penso che valga la pena tenerlo in considerazione, che tu sia un professionista o un appassionato.
Un plugin, mille possibilità
GENOME è la nuova piattaforma virtuale firmata Two Notes, un nome che molti di voi associano alla tecnologia DynIR, già vista in prodotti come il Captor X, che uso ormai abitualmente per registrare con ampli valvolari, e il plugin Torpedo Wall of Sound.
Ma qui non parliamo solo di un IR loader avanzato; la GENOME Suite è un ecosistema completo per chitarristi e bassisti. Dentro ci trovi tutto quello che ti serve per costruire una catena del suono modulare, dal pedale overdrive all’amplificatore, dal cabinet microfonato fino agli effetti da studio come riverberi, delay ed equalizzatori.
La filosofia è semplice ma efficace: massima libertà, zero complicazioni. L’interfaccia è pulita, intuitiva e altamente personalizzabile. Puoi inserire, spostare o bypassare ogni modulo con un semplice drag and drop. E cosa ancora più interessante: puoi salvare e richiamare catene personalizzate come se stessi costruendo il tuo rig da zero, ogni volta.
Two Notes Torpedo Captor X 8
La catena del suono in GENOME
Una delle cose che mi ha colpito di più è la flessibilità della catena del suono. In pratica, puoi disporre i moduli come vuoi: partire con un accordatore, passare a un overdrive, caricare uno dei tanti amplificatori disponibili, scegliere un cabinet con tecnologia DynIR e aggiungere infine gli effetti post-amp. Il tutto si configura in pochi minuti. E quando dico “pochi”, intendo davvero pochi. Nessun menu nascosto, nessuna complicazione inutile. GENOME ti mette subito nella condizione di suonare.
Il cuore del suono: la tecnologia DynIR
Chi conosce Two Notes sa che il fiore all’occhiello della casa francese è la tecnologia DynIR, un’evoluzione dell’Impulse Response tradizionale. Con DynIR, non ti limiti a caricare un file audio statico: puoi scegliere il cabinet, i microfoni, regolare la distanza, la posizione, il tipo di ambiente, il bilanciamento fra i microfoni e persino il livello di “room”. Il risultato è una profondità tridimensionale del suono che raramente ho trovato altrove.
In GENOME, questa tecnologia è perfettamente integrata. Puoi navigare tra decine di DynIR disponibili (alcuni inclusi, altri acquistabili sullo store Two Notes), e ogni cassa è una specie di mondo a sé. E se hai già acquistato DynIR in passato (dal Captor X, dal Wall of Sound o da altri plugin Two Notes), li puoi usare direttamente qui. Un bel vantaggio, specie se hai già una libreria costruita nel tempo.
Bisogna fare a questo punto una piccola distinzione tra GENOME e GENOME Suite, che può essere approfondita a questo link sul sito del produttore. Fondamentalmente la Suite è più completa, ma per approcciarsi al prodotto, GENOME è più che sufficiente. Si può sempre integrare la propria licenza una volta acquistato il primo per integrare tutta la suite.
Gli ampli e i pedali: versatilità e realismo
La GENOME Suite include una selezione di amplificatori virtuali che coprono un ampio spettro stilistico: dal clean brillante tipo Fender, al crunch brit-style, fino a modelli high-gain moderni ispirati a Mesa, Diezel e Soldano. Non sono tantissimi al momento, ma quelli presenti suonano davvero bene. Come spesso accade in questi casi non ci sono nomi ufficiali (per questioni di copyright), ma se hai l’orecchio e l’occhio allenati capisci subito a cosa si ispirano.
Quello che mi ha convinto di più è la dinamica. Non si tratta di simulazioni “gonfie” o ipercompresse: gli ampli reagiscono bene al tocco, al volume della chitarra, al tipo di pick-up. Il suono cambia se suoni più forte, se abbassi il volume, se arpeggi… E questo, per me, è un fattore cruciale: se un plugin non reagisce come un vero ampli, perde metà del suo fascino.
Lo stesso vale per i pedali: ci sono ottimi overdrive, distorsori, modulazioni e delay. Non hai ancora una collezione infinita come in Helix Native o Guitar Rig, ma la qualità è alta, e soprattutto il suono si incastra bene con gli ampli e i cabinet.
Effetti da studio e IR loader integrato
Una volta finita la parte “chitarristica” della catena, puoi passare agli effetti da studio. E qui GENOME mostra il suo lato più “producer friendly”: equalizzatori, compressori, riverberi e limiter per finalizzare il suono. Li ho trovati molto utili in fase di produzione: bastano due o tre aggiustamenti per rendere il suono già pronto per il mix, senza dover uscire dal plugin.
E se preferisci usare le tue IR in formato WAV? Nessun problema: la GENOME Suite include anche un IR loader standard, compatibile con file di terze parti. Questo lo rende molto più versatile rispetto ad altri plugin proprietari chiusi nel loro ecosistema.
Due chicche!
Un altro aspetto che mi ha colpito della GENOME Suite è l’integrazione con Codex e TSM. Grazie alla completa compatibilità con Neural Amp Modeler (NAM), AIDA-X e Proteus, CODEX offre una suite di effetti personalizzati per adattare e reinventare con precisione qualsiasi modello AI statico in base alle vostre esigenze specifiche. Combina le acquisizioni con una selezione di leggendari Tone Stack e posizionali prima o dopo lo stadio di guadagno del tuo modello. Accoppiato al motore TSM (Two notes State Machine), il cuore DSP di GENOME, Codex diventa ancora più espressivo: ogni dinamica, attacco e sfumatura viene riprodotta con una reattività impressionante. Il TSM, infatti, non si limita a simulare, ma interpreta il comportamento dell’intero rig, restituendo una sensazione suonata che non sembra mai inscatolata. È questo che rende GENOME più di un semplice plugin: è uno strumento musicale vero e proprio
Demo pratica: tre preset
Ho deciso di testare e registrare tre preset per darvi un’idea delle potenzialità di Genome.
Il primo è un clean nello stile del mitico Steve Lukather. Si chiama BT SL Africa Clean e mi è stato gentilmente mandato dai ragazzi di Boutique Tones, che ne hanno curato la realizzazione.
1. CLEAN BT
- Amp Molly
- Cabinet IR custom Boutique Tones
- 7 Band EQ
- Studio Comp
- Studio Chorus
- Studio Delay
- Studio Reverb
Perfetto per arpeggi, clean atmosferici, funk pulito.
2. CRUNCH Wobbler
- Noise Gate
- 7 Band EQ
- Twin Tracker per split segnale
- Traccia originale:
- Pedale Vermin tipo RAT
- Amp Foundry
- Cabinet DynIR tipo Marshall
- Traccia twin:
- Studio Vibrato
- Pedale Green Meanie tipo TS808
- Ampli Foxy
- Cabinet DynIR tipo Marshall
- Traccia originale:
- Fine split
- Pedale Dupe Delay tipo MXR Carbon Copy
- Studio Reverb
Un crunch ricco, dinamico e con molto carattere.
3. DRIVE Cliffs Of Johnson
- Noise Gate
- Pedale Klonotaur tipo Klon Centaur
- Amp CODEX modellato su High Gain
- Studio Chorus
- Cabinet DynIR tipo Marshall
- Studio Delay stereo
- Studio Reverb
Un suono lead pieno, spaziale…in puro stile Eric Johnson!
Considerazioni finali
GENOME mi ha colpito per la sua coerenza: non è un plugin pensato per stupire con grafiche super realistiche o mille ampli diversi. È uno strumento solido, affidabile, costruito con cura per dare qualità sonora, dinamica e flessibilità. E lo fa bene.
Certo, ci sono alcune cose che potrebbero crescere nel tempo: una libreria di pedali più ampia, magari una sezione moduli stereo più evoluta e un miglioramento timbrica sulla sezione Ampli Hi Gain. Ma già così com’è, GENOME è uno dei migliori plugin all-in-one che ho usato negli ultimi anni.
Se sei curioso, ti consiglio di scaricare la demo dal sito di Two Notes e provarlo di persona. Sono sicuro che, come è successo a me, potresti non voler tornare indietro.
- GENOME di Two Notes: il rig virtuale definitivo?! - 25. Luglio 2025
- Sul palco degli studi Thomann con undici impianti PA: la prova definitiva! - 24. Luglio 2025
- Harley Benton DC-Custom II White: può una chitarra così economica suonare così bene? - 16. Luglio 2025