Anche all’interno delle band, nonostante le apparenze sul palco, possono crearsi alcuni legami più forti e altri meno. Sono tante le storie di gruppi che si dividono per problemi personali. Ma ci sono anche storie di forte unione tra membri che si uniscono per creare altri progetti a se stanti. Anche George Harrison aveva delle preferenze tra i compagni del suo gruppo, i Beatles. Con uno di loro avrebbe subito fatto una nuova band, ma con un altro assolutamente no…
George Harrison messo in ombra da Paul e Johnn
Lo scioglimento dei Beatles arrivò in un momento difficile per George Harrison. Dopo anni trascorsi all’ombra del sodalizio autoriale tra John Lennon e Paul McCartney, Harrison stava finalmente emergendo come autore maturo. Brani come Something, Here Comes the Sun e Old Brown Shoe dimostravano che il chitarrista era in grado di scrivere canzoni di livello pari a quelle dei suoi compagni, mentre il suo stile chitarristico, sempre più riconoscibile, confermava una voce musicale unica.
Nel 1970 pubblicò l’ambizioso album solista All Things Must Pass, che rappresentò la rivincita di anni in cui il suo talento era stato sottovalutato. Trainato dai singoli My Sweet Lord e What Is Life, fu l’album di George Harrison fu quello di maggior successo tra quelli pubblicati nello stesso anno dagli ex membri dei Beatles.
L’idea di una nuova band
Nonostante la rottura, Harrison non aveva completamente chiuso con l’idea di suonare con i Beatles. Nel 1974, durante una conferenza stampa per il lancio del tour del suo album Dark Horse, dichiarò che un ritorno della band era soltanto una fantasia. In quella tournée era accompagnato da musicisti come l’organista Billy Preston, il bassista Willie Weeks, il batterista Andy Newmark e un giovane Robben Ford.
“È tutta una fantasia, l’idea di rimettere insieme i Beatles. Se mai lo faremo, sarà perché siamo tutti al verde. Preferirei avere Willie Weeks al basso piuttosto che Paul McCartney. Questa è la verità, con tutto il rispetto per Paul. Paul è un ottimo bassista, ma a volte è un po’ troppo dominante.”
Le tensioni tra George Harrison e Paul McCartney
Il rapporto musicale con McCartney era spesso complesso. Come mostrato nella docu-serie del 2021 The Beatles: Get Back diretta da Peter Jackson, George Harrison faticava a sopportare il carattere autoritario del bassista. Durante le prove del brano Two of Us, la tensione esplose: “Suonerò qualunque cosa tu voglia che io suoni. O non suonerò affatto. Qualunque cosa ti faccia piacere, io lo farò.” Poco dopo, Harrison lasciò temporaneamente la band.
La stima per Ringo e John
Nella stessa conferenza del 1974, Harrison espresse invece grande affetto per Ringo Starr, che definì un batterista con “il miglior backbeat che abbia mai sentito.”
Ma fu John Lennon la figura che stimava più di tutti.
“John ha attraversato tutte le sue fasi, ma è come me, è tornato indietro. A dire la verità, mi unirei a una band con John Lennon in qualsiasi momento, ma non potrei unirmi a una band con Paul McCartney. Ma non è niente di personale. È da un punto di vista musicale.”
L’amicizia tra John Lennon e George Harrison
George Harrison ricordava probabilmente la generosità di Lennon in un incontro del settembre 1969, quando quest’ultimo propose di dividere più equamente le canzoni nei futuri album dei Beatles e ammise di rimpiangere di non aver concesso a George Harrison e Ringo Starr i lati B dei singoli, che avrebbero garantito maggiore visibilità e guadagni. Poche settimane dopo Lennon lasciò la band, rendendo vano quel proposito.
La collaborazione tra i due continuò in ambito solista. George Harrison infatti suonò la chitarra solista e la slide guitar in diversi brani dell’album Imagine di Lennon, e il Dobro in Crippled Inside, dimostrando ancora una volta il suo valore musicale.
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