L’attesissimo tour 2025 di Vasco Rossi si è aperto a Torino con due intensi concerti che hanno riportato live la musica del rocker. Dopo la data zero di Bibione di qualche giorno fa, Vasco ha confermato di essere in grande forma nella prima data nel capoluogo piemontese. Siamo stati al secondo concerto per averne anche noi conferma e vi raccontiamo com’è andata!

Vasco Live 2025: la combriccola del Blasco

Primo concerto del rocker di Zocca per me ed Emanuele, che abbiamo per puro caso recuperato due biglietti per il prato. L’intero tour Vasco Live 2025 è sold out da mesi e questa è solo la seconda data ufficiale, dopo la prova per il fan club e la data zero di qualche giorno fa, entrambe andate in scena a Bibione.

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Cosa aspettarsi da Vasco, dopo i sette concerti dello Stadio San Siro di Milano e i quattro del San Nicola di Bari dell’anno scorso? Sicuramente tanta buona musica e brani che hanno scritto la storia del rock in Italia, accompagnati, ovviamente, da tanta buona chitarra. Stef Burns, ormai nella band di Vasco dal 1995, e Vince Pastano, direttore musicale del concerto e al fianco del Komandante dal 2014 sapranno sicuramente emozionarci con le loro sei corde. Noi li abbiamo ascoltati più volte dal vivo con i loro progetti e sappiamo molto bene di cosa sono capaci.

Il temporale delle 19 (che ci becchiamo tutto, dopo i circa 40 minuti necessari per entrare nel prato dello stadio) non spaventa la combriccola del Blasco, un vero e proprio popolo che attende il rito collettivo del concerto per un anno intero. I fan sono infatti scatenati sul prato e sugli spalti, anche sotto la pioggia, mentre due dj set, organizzati da note emittenti radiofoniche nazionali, intrattengono e fanno ballare. Il momento del concerto arriva quindi abbastanza in fretta. Sentiamo anche una versione di Still Got The Blues e tanta buona musica nell’attesa, l’atmosfera è quella giusta.

Sul palco, davvero imponente e dominato da luci e leadwall che vanno a comporre una forma a “V”, compaiono intanto teste e casse Marshall, sia dal lato di Stef Burns che da quello di Vince Pastano, il che non guasta affatto. Le sonorità di Vasco dal vivo, da molti anni a questa parte, sono di puro rock: intenso, energico ed elettrizzante.

La strumentazione di Stef Burns per Vasco Live 2025

Per quanto riguarda il rig di Stef, su cui siamo tutti curiosi e che include una pedaliera di tutto rispetto e tante bellissime chitarre, vi rimandiamo al reel su Instagram realizzato dal chitarrista americano che vedete qui sotto. Durante il concerto notiamo inoltre molte somiglianze con la strumentazione utilizzata nel tour 2024, con qualche leggera modifica. Per questo motivo potete anche dare un’occhiata al video realizzato l’anno scorso e presente sul canale YouTube di Stef.

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Ulteriori informazioni

Mettendo insieme queste informazioni, ecco tutto quello che probabilmente utilizzerà Stef per il tour Vasco Live 2025.

Oltre alle due Marshall JCM 900 in stereo per l’amplificazione (forse le due teste visibili sul palco sono spare, quelle vere sono sul retro), con casse 1960 a 4 coni, sentiremo la classica Fender Custom Shop Stratocaster 1991 in Olympic White con un bellissimo relic, la chitarra che è subito collegata all’immagine di Stef, ma anche un’altra bella Strat del Custom Shop in finitura Black, probabilmente accordata in modo diverso. Entrambe le Strato hanno una configurazione HSS. Stef porta in tour anche una Stratocaster realizzata da Matteo Camurati. Ci sarà poi una Gibson ES-335 del 1968, una magnifica Les Paul Custom nera del ’68, una Les Paul Goldtop con i P90 (regalatagli da Vince), una Kramer Pacer decorata con la scritta “Namo!” (strumento che fa davvero anni Ottanta!) e una Telecaster in finitura Natural con battipenna nero, che va sempre bene.

Marshall MR4100 - JCM 900

Marshall MR4100 – JCM 900

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Marshall MR1960 A Cabinet

Marshall MR1960 A Cabinet

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Fender Vintera II 60s Strat RW OWT

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Fender 57 Strat BLK Journeyman Relic

Fender 57 Strat BLK Journeyman Relic

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Gibson ES-335 Satin Vintage Burst

Gibson ES-335 Satin Vintage Burst

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Gibson Les Paul 68 Custom Reissue EB

Gibson Les Paul 68 Custom Reissue EB

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Gibson Les Paul 54 Goldtop VOS

Gibson Les Paul 54 Goldtop VOS

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Fender AM Pro II Tele MN BTB

Fender AM Pro II Tele MN BTB

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La pedaliera di Stef, costruita con l’aiuto di Massimo Mantovani di M-Tech Audio (responsabile anche delle mod sulle Marshall), sfrutta uno switcher che permette al chitarrista di cambiare rapidamente tutti i suoni. Un Digitech Whammy e uno wah aprono le danze sulla destra, fuori dalla pedaliera vera e propria. Troviamo poi, di fianco allo switcher e guardando da destra verso sinistra, un Boss TU-3 Chromatic Tuner, uno Xotic RC Booster V2 e un overdrive tc electronic NDR-1 Nova Drive. Nella fila superiore invece, sempre da destra verso sinistra, ci sono un Boss CS-3 Compression Sustainer, un equalizzatore Source Audio SA 270 – One Series EQ2, un Eventide ModFactor, un delay Strymon Timeline e due pedali MXR, un riverbero M300 e un distorsore 75 Super Badass. Chiude il tutto, sul retro, un Boss OC-3 Super Octave. Tutti i cavi e i collegamenti sono di Reference.

Una strumentazione di grande livello e che conferma che Stef è uno dei più grandi interpreti della chitarra rock (e non solo) che gira per gli stadi del nostro Paese.

Boss TU-3S Floor Tuner

Boss TU-3S Floor Tuner

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Xotic RC Booster V2 Boost/Overdrive

Xotic RC Booster V2 Boost/Overdrive

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Boss CS-3 Compression Sustainer

Boss CS-3 Compression Sustainer

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Source Audio SA 270 - One Series EQ2

Source Audio SA 270 – One Series EQ2

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Eventide ModFactor

Eventide ModFactor

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Strymon Timeline

Strymon Timeline

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MXR M300 Reverb

MXR M300 Reverb

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MXR 75 Super Badass Distortion

MXR 75 Super Badass Distortion

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Il Komandante in ottima forma

L’ultimo pezzo che ascoltiamo prima dell’inizio del concerto è Dark Night of the Soul, di Danger Mouse & Sparklehorse, con un featuring del compianto David Lynch. Sui leadwall appare la scritta “Io=Noi”, mentre si forma un uomo digitale e la band sale sul palco. Si parte, puntuali, alle 20:45.

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Vasco ha preannunciato che il concerto sarà una celebrazione della vita, e non può quindi che aprirsi con Vita spericolata, uno dei suoi grandi inni, puntualmente cantato da tutto l’Olimpico di Torino. Il saluto del Komandante è già molto emozionante: “Benvenuti, ben arrivati, ben ritrovati. Questa sera celebriamo la vita in tutte le sue forme. Tutte le canzoni di questa sera saranno fotografie di vita, vissuta, ostinata, complicata, vita fiera, vita meravigliata, perché noi siamo la vita, anzi noi siamo la vita spericolata!”.

Vince e Stef sfoggiano già due Strat, ed è di Pastano il primo assolo della serata, con la sua sunburst dal top magnifico e probabilmente pickup attivi (sono forse degli EMG?). Sono innocente ma… presenta sonorità rock metal praticamente, con la batteria che picchia forte e le chitarre veramente sugli scudi. Stef sfoderà la sua Les Paul Custom del ’68, mentre Vasco indossa una magnifica gaicca di pelle rossa tutta decorata oltre, ovviamente, all’immancabile cappellino. La sensazione dopo i primi due brani è che sia davvero in forma e pronto per una performance di alto livello.

Per Manifesto futurista della nuova umanità l’assolo è di Stef con la Telecaster, a cui segue subito Valium, che tiene alto il wattaggio della serata. Siamo veramente in territorio quasi metal con i suoni, con basso e batteria molti presenti nel mix e in generale volumi alti. Non ci stupiamo quindi che l’assolo per questo pezzo sia affidato a Vince. Il pezzo è carico a pallettoni e culmina con parti quasi grunge, mentre Vasco anima la folla in visibilio.

Per la prima ballad, dato che si parlerà di vita, il Komandante ha scelto uno dei suoi pezzi forti: Vivere. Mentre gli olè dal pubblico per lui si sprecano, l’acustica di Vince (molto probabilmente una Maton EBG808) accompagna Vasco in questa poesia. Stef entra con la sua Strato del ’91 a brano in corso, mentre Vince passa anche lui a uno strumento elettrico. Gran momento e assolo magnifico di Stef, tormentato di dispetti da Vasco ma impassibile e precisissimo. Stef, ti aspettiamo su Planet Guitar per raccontarci come fai a resistere!

Maton EBG808 Tommy Emmanuel

Maton EBG808 Tommy Emmanuel

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Mi si escludeva è un altro pezzo storico di Blasco. “Questa canzone ha 30 anni, ma non li dimostra”, se lo dice da solo e noi possiamo confermare. Vasco è ora in nero integrale, con tanto cappuccio in testa e bandana a coprirgli il volto. Pezzo super rock anche questo, e l’assolo di Stef questa volta viene eseguito con la Kramer.

“Fuck the war” appare sui leadwall a pezzo finito, per preannunciare Gli spari sopra. Intento fin troppo chiaro, ribadito in ogni caso da Vasco in modo più che esplicito: “Questa è dedicata a tutti i farabutti che governano questo mondo”. Il classico, uscito come singolo nel 1992, è ancora un brano di fuoco, proprio come quello che compare sul palco, a cornice di uno show veramente di alto livello.

Quante volte è un’altra ballad intensa di Vasco e, puntualmente, è cantatissima. L’assolo è di Vince con la Strato e merita tutto. Ed il tempo crea eroi è personalmente uno dei brani che preferisco della scaletta di quest’anno. È del 1978, lo ricorda anche Vasco, ma, rispetto alla versione originale che ho in mente, questa è “da stadio”, trascinata sempre dalla Strato di Vince.

Un gran bel film, iniziata sempre da Vince tra il battimani del pubblico, ci conferma che Vasco è in formissima e la sua performance finora è davvero ottima. Mentre invita il pubblico a fare giochi con le mani e a toccarsi, accenna anche Con le mani di Zucchero. Il brano è un’altra grande storia del rocker di Zocca, che la intrepreta con grande intensità, specie quando canta “è una fortuna che sono ancora vivo”.

Vasco chiama il pubblico a raccolta, che risponde con altri olè. È un vero capopopolo e la sua combriccola lo ama. Vivere non è facile si apre con la chitarra di Stef che ci ricorda cosa sia il tone di una Strat. Anche l’acustica Martin sul retro, nelle mani di Antonello D’Urso, non ci dispiace, ma sull’assolo Stef ci fa ancora volare sulle ali delle emozioni, in un pezzo che parla e arriva veramente a tante persone.

L’Interludio di quest’anno si apre con Vince, la sua Strato nera e un piede sulle casse spia di fronte a lui. Intro particolare ed evocativa, a cui piano piano si aggiungono Stef e il resto della band, tra cui anche la voce di Roberta Montanari. Una Guild a 12 corde, sempre suonata da Antonello, la accompagna. La seconda parte è ancora più metal che rock, dominata da Stef a centro palco con la sua Strato. C’è spazio anche per Alberto Rocchetti e le sue tastiere, un altro membro storico della band di Vasco.

Martin Guitar D28

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Guild F-512E Natural USA

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Vasco il capopopolo

Nel mentre Vasco si è riposato e ha cambiato giacca: quella che indossa ora è nera ed è sempre decoratissima. La seconda parte del concerto si apre con Buoni o cattivi, un brano del 2004 che era veramente ovunque all’epoca e ricordo benissimo. Se ci fosse bisogno di un’ulteriore conferma di quanto il pubblico di Vasco sia trasversale e multigenerazionale, eccola. Stef ce la suona con la Goldtop e ci dà soddisfazioni.

Basta poco è ancora cantatissima, come tutto il concerto del resto, mentre Siamo qui è un’altra ballad caricata per lo show da strati di chitarra. C’è chi dice no è un altro manifesto del Vasco-pensiero e Stef decide di accodarsi: sfoggia infatti un adesivo “Fuck Trump” sulla sua Les Paul nera. Gran pezzo, tiratissimo e interpretato alla grande da Vasco e tutta la band. L’assolo è di Pastano, che indossa sempre il suo cappellino invernale, nostante il caldo. Burns gli risponde alla grande sfruttando anche un po’ il Whammy. Le fiammate finali sono, anche in questo caso, giustificate.

Io perderò inizia con la batteria di Donald Renda e la voce di Vasco. Entra poi Vince, poi il basso di Andrea Torresani, poi il battimani del pubblico, poi Stef e infine il pezzo sale fino all’esplosione del ritornello. Bel momento. Vasco a pezzo finito commenta anche qualche cartello mostrato dal pubblico (ce ne sono veramente molti).

Arriva anche il momento del classico medley. I pezzi scelti per quest’anno sono La strega (la diva del sabato sera), Cosa vuoi da me (con suoni quasi alla Offspring), Vuoi star ferma!, Tu vuoi da me qualcosa, Una canzone per te e Va bene, va bene così. Un momento molto intenso e partecipato, con i due pezzi conclusivi che a mio parere sono i più belli di questa serie.

Rewind è un altro momento immancabile dei concerti di Vasco, con tanto di ragazze sulle spalle dei loro compagni, reggiseni lanciati in aria e un tripudio di energia del pubblico. Tutto culmina con un reggiseno che finisce nelle mani di Vasco, che ricambia lanciando il suo cappello. “Siete belle, libere e selvaggeeeeee!”.

E adesso che tocca a me è ancora una ballad intensa, con Vasco che giustamente si prende delle pause tra un brano e l’altro, ma riesce a garantire molto ritmo al suo show. Il pubblico apprezza visibilmente l’intensità della sua performance: il rocker dà veramente tutto ed è padrone del palco.

Senza parole è un altro pezzo chiave della storia musicale di Vasco. Il leadwall ci chiede di accendere le torce dei nostri cellulari ed è uno spettacolo vedere l’intero stadio illuminarsi, con un’alternativa moderna ai classici accendini. Il palco completa il cerchio con giochi di luce. Anche in questo caso è una versione chitarra e voce, ma più “carica” di quella da disco.

Che dire poi di Sally? È una delle storie più belle e tristi di Vasco e anche questa sera emoziona davvero. Ci scappa anche una lacrimuccia e possiamo dire che questo è uno dei momenti migliori della serata. Se ti potessi dire (finalmente con chitarra acustica e voce) è un altro pezzo con i testi tipici di Vasco. Ed è un altro grande inno alla vita, proprio come promesso a inizio concerto. Finisce con un enorme coro del pubblico. Tutto, davvero, molto bello.

Siamo solo noi è l’ennesimo l’inno della combriccola del Blasco. Lo apre il basso di Torresani, con Vasco che inforca degli occhiali con la scritta “Fatti i cazzi tuoi” sulla stanghetta. Lo si sente cantare, come se parlasse ad un gruppo di amici di vecchissima data. Arriva Diego Spagnoli (che collabora con Vasco fin dagli anni Ottanta) a presentare tutta la band. Tra i nomi che non abbiamo ancora ricordato ci sono i fiati: Andrea Ferrario (sax), Tiziano Bianchi (tromba) e Roberto Solimando (trombone). Diego ringrazia anche Vasco che ci ha permesso di celebrare la vita e ricorda che “noi siamo la vita spericolata”.

Canzone viene interpretata con l’aiuto di Roberta, mentre Vasco indossa il cappellino di Libera, confermando il suo impegno per i temi sociali che lo contraddistingue da tempo. “Un pensiero sempre per tutti quelli che se ne sono andati prima del tempo ma che sono sempre con noi”, ricorda il rocker, prima di darci appuntamento alla prossima volta e intonare Albachiara. Una chiusura che è l’ennesimo tripudio di emozioni e nostalgia, che culmina in estasi con tanto di fuochi d’artificio dal palco e un super assolo con le due chitarre di Stef e Vince.

Sono le 23:22 quando il concerto finisce e partono Brain Damage ed Eclipse dei Pink Floyd. Perché sì, The Dark Side of the Moon va sempre bene. Il concerto è stato veramente emozionante e partecipato e anche questo Vasco Live 2025 è un appuntamento davvero da non perdere per tutti i fan del rocker di Zocca, e non solo. Vasco è uno dei pochi (se non l’unico) in Italia in grado di regalare uno show di grande intensità e caratterizzato da canzoni che fanno ormai parte della cultura popolare.

Scaletta Vasco Live 2025

  • Vita spericolata
  • Sono innocente ma…
  • Manifesto futurista della nuova umanità
  • Valium
  • Vivere
  • Mi si escludeva
  • Gli spari sopra
  • Quante volte
  • Ed il tempo crea eroi
  • Un gran bel film
  • Vivere non è facile
  • Interludio 2025
  • Buoni o cattivi
  • Basta poco
  • Siamo qui
  • C’è chi dice no
  • Io perderò
  • MEDLEY: La strega (la diva del sabato sera) / Cosa vuoi da me / Vuoi star ferma! / Tu vuoi da me qualcosa / Una canzone per te / Va bene, va bene così
  • Rewind
  • E adesso che tocca a me
  • Senza parole
  • Sally
  • Se ti potessi dire
  • Siamo solo noi
  • Canzone
  • Albachiara

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Riccardo Yuri Carlucci