Legato indissolubilmente a nomi storici della chitarra, primo fra tutti Jimi Hendrix, il wah-wah ha contribuito a scrivere la storia di questo strumento ed a rendere il suo suono iconico e caratteristico. Nato per errore, e per errore finito nelle mani dei chitarristi, è sicuramente il pedale che più avvicina la chitarra a quello che è il timbro della voce umana, ma come mai?

Credits: Shutterstock / The Adaptive

In questo breve articolo parleremo della storia del wah-wah, di come funziona e del motivo per cui così tanto ci ricorda la voce umana e riesce a farci muovere la bocca senza rendercene conto!

La storia del wah-wah

Il wah-wah nasce per errore negli anni 60, quando ad uno dei tecnici Vox, nota marca di amplificatori per chitarra, fu affidata una missione: smontare un amplificatore e trovare un modo per abbattere i costi di produzione. L’amplificatore in questione era il Vox AC-100 che vantava la presenza di uno switch per enfatizzare le frequenze medie.

Il tecnico Vox si accorse subito che bastava sostituire questo switch meccanico con un più economico potenziometro per abbassare i costi ed il risultato che si ottenne era una forma primordiale e controllabile solo con le mani del wah-wah. In un primo momento gli ingegneri notarono che muovendo il potenziometro mentre qualcuno suonava si riusciva ad imprimere al suono un timbro caratteristico, modulando fondamentalmente una frequenza di picco. Successivamente l’idea più brillante di tutte: trasformare un pedalino da organo in un controllo manovrabile con i piedi del sopra citato potenziometro. Ecco che nasce il wah-wah. Inizialmente gli ingegneri pensavano potesse essere un buon effetto da affiancare ai sassofoni, ma con l’introduzione del pedale l’effetto divenne da subito perfetto per i chitarristi, che avendo le mani occupate trovarono comodissimo il wah-wah

Il primo modello fu commercializzato dalla Warwick Electronics Inc. / Thomas Organ Company nel 1966 con il nome di Clyde McCoy, tributo al trombettista degli anni 20 che era solito ottenere l’effetto del wah-wah in maniera “analogica” grazie alla Harmon Mute per tromba.

In seguito il pedale divenne conosciuto da tutti col nome di wah-wah grazie alla canzone di Earl Hooker “Wah-wah Blues”, titolo che si rifaceva alle qualità “canore” del pedale.

Cos’è il wah-wah?

Il wah-wah è tra i pedali più semplici da realizzare (dopo boost e fuzz) in quanto la sua circuiteria consiste di pochi pezzi tra cui i più importanti un induttore (componente che più caratterizza il pedale), dei condensatori ed una resistenza variabile, o potenziometro, controllato con il piede. I componenti precedentemente citati creano un circuito RLC (un circuito a resistori, induttori e condensatori) risonante che permette di ottenere un filtraggio in frequenza molto preciso che possiamo visualizzare nel grafico delle frequenze come una campana. Questa “campana” può essere spostata nello spettro delle frequenze grazie alla variazione del potenziometro, creando il classico timbro legato al pedale.

Le forme più basilari del wah-wah sono limitate a questo funzionamento. Un esempio può essere questo modello:

Dunlop Crybaby GCB95

Dunlop Crybaby GCB95

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Nei wah-wah più moderni si presenta l’aggiunta di effetti come distorsione e boost, oppure di controlli della Q, equivalente a quella che può essere definita la larghezza della campana. Dei validi modelli con queste caratteristiche sono i seguenti: 

Dunlop Crybaby CB-535Q

Dunlop Crybaby CB-535Q

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(265)
Xotic XW-1 Wah

Xotic XW-1 Wah

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Essendo un pedale semplice, il wah-wah si presta bene ad essere modificato in casa per ottenere una versione più vicina ai gusti del musicista: cambio induttore, aumento dei medi, true-bypass, controllo variabile della Q ed altre modifiche.

Perché ci ricorda una voce?

Il motivo per cui il wah-wah ci ricorda una voce umana è da ricercarsi proprio nel funzionamento di quest’ultima. I fonemi generati dalla voce si possono dividere in due gruppi: quelli tonali a cui può essere attribuita una frequenza fondamentale e quelli atonali più spettralmente vicini al rumore. I fonemi tonali sono caratterizzati dalle formanti, ovvero degli specifici picchi in frequenza che rendono riconoscibili i vari fonemi tonali.

Pensandoci possiamo intonare la medesima nota pronunciando tutte le vocali, eppure queste rimangono distinguibili in quanto cambia il loro spettro in frequenza (le frequenze enfatizzate). Questo movimento della voce dipende dalle risonanze che si creano modificando il tratto orale, o in parole più semplici quando si cambia la forma della bocca per pronunciare lettere diverse. Tutto ciò può essere ritrovato nel wah-wah che, in un certo senso come la voce umana, muove i picchi del filtraggio delle frequenze realizzando un movimento simile a quello del parlato. 

Un piccolo esperimento per rendersene conto può essere quello di avvicinare lo speaker del telefono mentre sta suonando della musica alla bocca e provare a modificare la sua forma, si noterà subito un filtraggio delle frequenze che dipende dalla forma del tratto orale: esattamente quello che succede nel wah-wah!

Per darvi la possibilità di sentire immediatamente l’effetto in azione ho registrato due piccoli esempi con il più classico dei wah-wah: il Cry-Baby GCB95 di Dunlop. Gli esempi sono stati suonati con una Gibson Les Paul standard 2013 con pickup Seymour Duncan Alnico Pro ll. Le tracce audio sono state registrate utilizzando una scheda audio Audient id14mkll e il canale pulito del plug-in SLO100 della Neural-DSP

Dunlop Crybaby GCB95

Dunlop Crybaby GCB95

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Seymour Duncan APH-2S Slash Alnico II Pro ZB

Seymour Duncan APH-2S Slash Alnico II Pro ZB

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Audient iD14 MKII

Audient iD14 MKII

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Esempi audio

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AUDIO Wah1 Esempio 1 Clean
AUDIO Wah2 Esempio 1 Wah-wah
AUDIO Wah3 Esempio 2 Clean
AUDIO Wah4 Esempio 2 Wah-wah
AUDIO Wah5 Esempio 3 Riff Distorto
AUDIO Wah6 Esempio 3 Wah-wah Riff Distorto

Con questo breve articolo abbiamo approfondito storia e funzionamento di uno dei più iconici e distinguibili effetti per chitarra: il wah-wah. Spero di aver stimolato il vostro interesse sull’argomento e di avervi spinto a sperimentare con questo semplice quanto straordinario pedale.

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Alessandro Orsatti