A volte la storia della musica non nasce da strumenti leggendari o da tecnologie rivoluzionarie, ma da soluzioni improvvisate e oggetti nati per tutt’altro scopo. Tra le pieghe dei primi anni dei The Beatles si nasconde un protagonista tanto minuscolo quanto decisivo, capace di lasciare un’impronta sonora ancora riconoscibile oggi. È una storia di necessità, curiosità e distorsione spinta oltre i limiti. Ecco la storia del primo amplificatore di Paul McCartney che ha fatto la storia del suono dei Beatles e non solo.

Un amplificatore fuori contesto
Il primo amplificatore di Paul McCartney non era pensato per la chitarra elettrica, e nemmeno per il basso. Si tratta di un Elpico, un piccolo amplificatore turchese dotato di un altoparlante ovale, progettato per amplificare microfoni e giradischi. Era il classico apparecchio da usare come impianto per riunioni, feste di quartiere o piccoli eventi comunitari, non certo per salire su un palco rock.
Eppure, come sanno bene tutti quelli che hanno suonato in una garage band, quando serve volume si prova qualsiasi cosa abbia un input jack.
La distorsione che nessuno aveva previsto
Collegando una chitarra elettrica all’Elpico e portandolo al massimo, si otteneva qualcosa di inaspettato. Un suono distorto, ruvido e affascinante, generato da uno strumento spinto ben oltre le sue intenzioni originali. Proprio questa distorsione divenne uno degli elementi più apprezzati dell’amplificatore.
Lo stesso tipo di suono venne utilizzato anche dai The Kinks per l’introduzione di You Really Got Me, contribuendo a definire uno dei timbri più iconici del rock britannico degli anni Sessanta.
McCartney, i Beatles e l’Elpico
Paul McCartney utilizzò l’Elpico sia dal vivo sia in studio nei primi anni dei The Beatles. La sua distorsione fa parte della storia sonora di quel periodo e viene spesso associata a momenti cruciali delle registrazioni iniziali del gruppo, incluso il celebre assolo di Taxman.
Col tempo, McCartney passò ad amplificatori Vox e ad altre soluzioni più potenti e affidabili, ma quel piccolo amplificatore rimase una presenza significativa nella sua evoluzione musicale.
Un aneddoto rivelatore
Nel 1968, leggendo la biografia dei Beatles scritta da Hunter Davies, molti rimasero colpiti da un episodio raccontato da Paul McCartney. Durante una rissa tra bande, il musicista ricordava di aver cercato disperatamente di salvare il suo Elpico. Un dettaglio che rivela quanto fosse importante per lui, non solo come strumento, ma come compagno inseparabile degli inizi.
Con il tempo si è scoperto che Paul McCartney riuscì davvero a conservarlo. L’amplificatore appare spesso sul palco con lui nei primi concerti, fu utilizzato nelle sessioni di registrazione dei Beatles e, cosa ancora più sorprendente, McCartney lo possiede tuttora.

Un’icona in miniatura
Quindi, quando senti parlare di Elpico Paul McCartney, pensa a quel piccolo amplificatore turchese, nato per tutt’altro scopo, capace però di contribuire in modo decisivo al suono dei primi Beatles. Un oggetto semplice, imperfetto e proprio per questo fondamentale nella nascita di un’epoca musicale irripetibile.
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