C’è un nuovo capitolo nella carriera di Mateus Asato, e si apre oggi con l’uscita del suo primo singolo Cryin’. Dopo anni di attesa, il chitarrista brasiliano, conosciuto in tutto il mondo come uno dei più influenti musicisti della sua generazione, debutta finalmente come artista solista. Il suo tocco inconfondibile, che ha già conquistato milioni di ascoltatori sui social, trova ora una nuova forma: quella di un brano strumentale che parla la lingua universale delle emozioni.

Dalla passione per il calcio al suo primo singolo: Cryin' di Mateus Asato è la storia di un ragazzo che ha capito cosa fare con la musica
Cryin’ Mateus Asato – © Mateus Asato, Fair Use

Con Cryin’ Mateus Asato trasforma un semplice riff in un viaggio emotivo, un ponte tra passato e futuro, tra lacrime di paura e di gioia. È il primo passo di una nuova storia.

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Cryin’ Mateus Asato: il significato dietro le note

“Nelle prossime ore potrete ascoltare Cryin’, la canzone che ho deciso di fare uscire come primo singolo”, racconta Mateus Asato, spiegando che tutto è nato da un semplice “emotional riff” che, con il tempo, si è trasformato in una canzone completa “senza parole, ma con lacrime”.

Nel riflettere sulla musica strumentale, l’artista ammette: “Mi concentravo troppo sugli aspetti negativi, chiedendomi ‘Qual è il messaggio, se ce n’è uno?’. Ora capisco che la forza di un titolo strumentale sta proprio nella sua soggettività, nella libertà che lascia all’ascoltatore.”

Il brano, iniziato nel febbraio 2020 e completato quattro anni dopo, poco prima del suo matrimonio, attraversa emozioni diverse: “All’inizio erano lacrime di paura e incertezza, alla fine lacrime di felicità e di entusiasmo positivo per il futuro.” Cryin’, come spiega Mateus Asato, è una riflessione sul ciclo della vita: dal primo vagito di un neonato alle lacrime di chi ci saluta alla fine del viaggio.

Da chitarrista ad artista

Dopo aver rivoluzionato il concetto di “Instagram guitarist”, con Cryin’ Mateus Asato è pronto a farsi conoscere come artista completo. Con oltre un milione di follower e fan illustri come John Mayer, Asato è diventato in pochi anni un’icona della chitarra moderna. Ha collaborato con nomi come Bruno Mars, Jessie J, John Petrucci, Joe Satriani e Elevation Worship, ma non aveva mai pubblicato musica propria.

“È stato un lungo viaggio fatto di promesse non mantenute,” confessa. “Dicevo sempre che avrei pubblicato il mio disco l’anno successivo… ma sono passati dieci anni di dubbi e crisi d’identità.”

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Un viaggio dentro tutte le sfumature di sé

Il suo album di debutto, registrato ai leggendari EastWest Studios di Los Angeles con il produttore Matt Mainhard, rappresenta un percorso attraverso tutte le sue identità musicali: il side-man, il chitarrista da instagram e il musicista maturo e completo.

Asato ha imparato a gestire la pressione del ruolo di protagonista: “Quando suonavo per qualcun altro, pensavo solo a fare bene la mia parte. Ma ora devo pensare a ogni dettaglio.”

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Sorprendentemente, la sfida più grande non è stata la chitarra: “La parte più difficile è stata non concentrarmi sulla chitarra. Se basso e batteria non funzionano, anche la mia parte ne risente.”

Inizialmente voleva realizzare un disco di collaborazioni, ma ha cambiato idea, creando poi un disco di collaborazioni con se stesso. Partendo da registrazioni precedenti, ha iniziato a jammare con se stesso per portare quei vecchi assoli, quelle vecchie melodie su un nuovo piano, rendendole delle vere e proprie canzoni.

La musica non è competizione: dalla passione per il calcio alla chitarra

Nato a Campo Grande, figlio di immigrati giapponesi, Asato sognava inizialmente una carriera nel calcio: “Quando avevo nove anni, il calcio era tutto per me.” Ma la visione di un cugino che suonava la chitarra cambiò tutto.

Quell’energia competitiva del campo si è trasformata in disciplina musicale: “Il calcio mi ha insegnato la mentalità del miglioramento continuo. L’ho applicata alla chitarra.”

Nel 2010 vince il concorso Double Vision in Brasile, battendo oltre 500 concorrenti e ottenendo una borsa di studio al Musician’s Institute di Los Angeles. Quell’esperienza, però, gli ha insegnato una lezione profonda: “Dopo aver vinto, ho capito che non volevo più mischiare competizione e arte. L’arte è un modo per esprimersi, tutto diventa soggettivo e relativo. Ora so che non si tratta di essere i migliori, ma di trasmettere un messaggio al mondo.”

Cryin’ Mateus Asato: un artista in pace con sé stesso

Dopo anni di riflessione, Mateus Asato è pronto a condividere la sua visione con il mondo parteendod a Cryin’.
“Non ho mai voluto essere famoso,” confessa. “Volevo solo essere felice quando suono la chitarra. E per questo sono immensamente grato.”

Con Cryin’, la sua prima pubblicazione ufficiale, il chitarrista inaugura una nuova fase della sua carriera. Un passo che, più che un traguardo, rappresenta un nuovo inizio.

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Giuseppe Ruocco