Ottenere un buon suono durante la registrazione di una chitarra amplificata è una vera e propria scienza. Molti chitarristi investono molto tempo, energia e spesso denaro nella ricerca del suono ottimale della chitarra elettrica, tuttavia poi “microfonarla” in maniera corretta è un capitolo a sé stante. Con la seguente guida, acquisirete rapidamente le conoscenze necessarie per ottenere il suono perfetto quando microfonerete l’amplificatore per chitarra.

La microfonazione delle casse di Joe Satriani

Contenuti

  1. Il suono dell’amplificatore
  2. I microfoni per la registrazione della chitarra
  3. Lo speaker
  4. Posizione del microfono
  5. Registrare le chitarre con diversi microfoni
  6. Supporti per microfoni
  7. Altre idee

Per non dilungarci più del dovuto, partiamo dal presupposto che siate sostanzialmente soddisfatti del suono che esce dall’altoparlante del vostro amplificatore e che vogliate catturarlo nel modo più autentico possibile sul vostro hard disk o amplificarlo dal vivo per il pubblico tramite un impianto.

Microfonare la chitarra, il suono dell’amplificatore

In sostanza, il procedimento è piuttosto semplice: il suono della chitarra elettrica esce dall’altoparlante (o speaker), il microfono si posiziona davanti ad esso e il gioco è fatto.
E se si prova esattamente così, si può essere fortunati e tutto si combina come desiderato. Il più delle volte, però, una registrazione fatta a caso non suona come si desidera, ma troppo acuta o troppo ovattata, e in generale completamente diversa dal suono di chitarra che si è appena sentito nella stanza. Perché? Ebbene, mettetevi nei panni del vostro microfono! Inginocchiatevi sul pavimento e posizionate l’orecchio direttamente davanti all’altoparlante della chitarra, come se doveste prendere il posto del microfono mentre suonate.

ATTENZIONE: spegnere preventivamente l’amplificatore e/o indossare protezioni per le orecchie onde evitare danni all’udito!!!!

Lo noterete subito: la chitarra ha un suono completamente diverso da quello che si sente nella stanza, molto più forte e aspro. Il motivo è che quando si suona, si sta a una certa distanza dall’amplificatore, probabilmente non si è perfettamente allineati allo speaker e si sentono non solo l’amplificatore ma anche i vari riflessi del suono provenienti dall’ambiente circostante.
Posizionare il microfono nella stanza per ricreare questo effetto di solito non è una soluzione. Soprattutto non dal vivo, dove gli strumenti devono essere separati il più possibile; se il microfono della chitarra fosse posto a due metri di distanza dall’amplificatore, si catturerebbero anche molti altri strumenti e la batteria. Anche in studio, il suono nitido e diretto che arriva direttamente ponendo il microfono davanti all’amplificatore è di solito la prima scelta. Il trucco decisivo per ottenere il suono desiderato è il posizionamento del microfono rispetto allo speaker. Per saperne di più su questo aspetto, prosegui la lettura.

I microfoni per la registrare la chitarra

Gli amplificatori per chitarra sono di solito microfonati con microfoni dinamici, che sono robusti e in grado di sopportare gli alti livelli sonori che possono presentarsi davanti agli altoparlanti di un amplificatore per chitarra. Naturalmente, esiste anche un’ampia gamma di microfoni a condensatore in grado di gestire livelli di pressione sonora elevati, ma per semplicità, oggi ci limiteremo ai microfoni dinamici.

Probabilmente sono state effettuate più registrazioni di chitarra elettrica con questo microfono che con tutti gli altri tipi di microfoni messi insieme, e la specifica sfumatura del suono di gamma media di questo microfono ha lasciato un’impronta indelebile sulla nostra idea di un buon suono di chitarra rock che assomigli a quello di un amplificatore Marshall.

Forse l’avrete capito, stiamo parlando del leggendario Shure SM57. Esiste una versione aggiornata di questo microfono di Shure chiamata “Beta 57”; la preferenza per il suo suono o per l’SM 57 originale è una questione di gusti. Alternative note e popolari sono, ad esempio, i modelli Sennheiser rettangolari e609 ed e906, che possono essere appesi direttamente di fronte all’amplificatore senza supporto.

Shure SM57 LC

Shure SM57 LC

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Shure Beta 57 A

Shure Beta 57 A

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(475)
Sennheiser E609 Silver

Sennheiser E609 Silver

Valutazione dei clienti:
(534)
Sennheiser E 906

Sennheiser E 906

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(1546)


Come già accennato, spesso si utilizzano anche microfoni a diaframma largo, che conferiscono al suono della chitarra e dell’amplificatore una colorazione completamente diversa durante la registrazione. Negli ultimi anni sono tornati di moda anche i cosiddetti “microfoni a nastro”, che però di solito sono meccanicamente molto sensibili e quindi poco adatti all’uso dal vivo e soprattutto in studio.
Come sempre, tutto ciò che vi aggrada è lecito – e se non avete nessuno dei classici, prendete quello che avete e sperimentatelo.
A meno che non sia indicato diversamente, tutti i campioni audio di questa guida sono stati registrati con uno Shure SM 57.

Shure SM57, microfono dinamico

Lo speaker

Se si osserva uno speaker per chitarra dalla parte anteriore, si noterà un rialzo rotondo al centro, la cosiddetta cupola, e intorno ad esso il diaframma vero e proprio, che sale a forma di imbuto verso il bordo e termina con una sorta di anello finale in gomma, il cosiddetto surround.

Speaker per chitarra

Per la nostra sessione di registrazione della chitarra, il fatto che il suono registrato cambi notevolmente a seconda del punto in cui posizioniamo il microfono è fondamentale. Al centro, cioè dove si trova la cupola, è più ricco di acuti; più ci si sposta verso il bordo, più diventa dolce e rotondo.
Anche nel caso di casse con più altoparlanti, scegliete un solo altoparlante davanti al quale posizionare il microfono e non cercate di posizionarlo tra gli altoparlanti per catturarne diversi. A proposito: anche altoparlanti identici per costruzione tendono a suonare in modo leggermente diverso. Quindi, se volete prendere una cassa con due o quattro speaker, ascoltateli tutti prima, ci sono buone probabilità che ne troviate uno che vi piaccia un po’ di più degli altri.

Posizione del microfono

Lo speaker è solitamente nascosto dietro un rivestimento in tessuto o una griglia metallica. Per vedere esattamente dove si trova, prendete una torcia e illuminate il rivestimento anteriore; in questo modo potrete posizionare il microfono nel punto desiderato.
Nelle grandi produzioni in studio, è comune che un assistente sposti il microfono davanti all’altoparlante, mentre il tecnico del suono in un’altra stanza ascolta il risultato e grida “stop” quando è soddisfatto. Probabilmente pochi di noi hanno questo lusso in casa propria.

Una “variante economica” potrebbe essere quella di collegare il segnale registrato a un paio di cuffie, in modo da poter ascoltare ciò che accade mentre ci si muove. Tuttavia, anche attraverso le cuffie è possibile ascoltare il segnale originale dell’amplificatore, che può distorcere notevolmente la percezione del suono. È più noioso, ma più accurato, impostare prima il microfono “in maniera “standard”, registrare un riff e poi ascoltare la registrazione. Se si sa quali effetti del suono è possibile ottenere con modifiche alla posizione del microfono, (e di questo ci occuperemo in dettaglio), si può lavorare abbastanza rapidamente per ottenere il suono desiderato.

Ok, ci siamo:

Posizionare il microfono il più vicino possibile al rivestimento anteriore e puntarlo dritto verso il cabinet (il termine tecnico per indicare questo allineamento dritto del microfono è “in asse”). Di solito la verità si trova nel mezzo, quindi è sufficiente iniziare a metà strada tra il centro (cupola) e il bordo del diffusore (surround).

La nostra posizione di partenza, a metà strada tra il centro e il bordo del diffusore

Registrate qualcosa e ascoltate come vi sembra: potrebbe suonare così, ad esempio:

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In asse, sulla membrana dell'altoparlante

Successivamente, apportate le dovute correzioni in base ai vostri gusti. Verso il bordo, come ho detto, si smorza…

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In asse, bordo dell’altoparlante

… diventando invece nitido proprio al centro del diffusore.

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In asse, centro dell'altoparlante

Ci sono anche musicisti che apprezzano la durezza ed il carattere diretto che si ottengono al centro del diffusore e che si limitano a rimuovere gli alti in eccesso con l’equalizzazione. Può suonare così, ad esempio:

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In asse, centro dell'altoparlante, equalizzato

Ma non è una variazione sufficiente, se si allontana il microfono di qualche centimetro dallo speaker, il suono diventa meno intenso e gli alti diminuiscono leggermente.

Di seguito si può ascoltare il microfono dapprima molto vicino alla protezione frontale, poi allontanato di 5 cm dallo speaker. Il suono diventa chiaramente più centrato.

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In asse, centro dell’altoparlante, arretrato di 5 cm

Gli alti diventano un po’ più miti e meno pungenti. Ancora una volta, è sorprendente l’impatto che un cambiamento così piccolo nell’orientamento del microfono possa avere su una registrazione di chitarra. Anche l’angolo di posizionamento del microfono influisce sul suono. Ancora una volta, provare per credere.
Ultima, ma non meno importante, ascoltiamo l’influenza di diversi tipi di microfoni: nella prima prova, come in precedenza, un SM57 in asse tra il centro e il bordo dello speaker; nella seconda, un microfono a condensatore a diaframma largo AKG C414 nello stesso punto.

AKG C414 XLII

AKG C414 XLII

Valutazione dei clienti:
(156)
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In asse, centro dell’altoparlante SM57, In asse, centro dell’altoparlante AKG C414

Un’altra utile opzione di posizionamento consiste nel modificare l’angolo tra il microfono e lo speaker. Ciò significa semplicemente puntare il microfono verso lo speaker con una leggera angolazione. Il risultato può essere il seguente:

Microfonaggio, angolo obliquo

Nel primo passaggio si ascolta il riff ” in asse” (cioè dritto verso l’altoparlante), poi con la leggera inclinazione dell’immagine precedente:

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In asse, centro dell’altoparlante e fuori asse, centro altoparlante

Registrare le chitarre con diversi microfoni

In realtà, potreste tranquillamente lasciare le cose come stanno, ma ci sono molte possibilità di variazione del suono attraverso il set-up, cercate un suono originale e sceglietelo. Molti dei più grandi suoni della storia del rock sono stati creati con un singolo SM57 davanti all’altoparlante di un amplificatore. Tuttavia, può essere interessante combinare più microfoni per creare variazioni tonali ancora maggiori.
Ad esempio, è possibile miscelare due SM57, uno puntato direttamente sulla cupola, l’altro più vicino al bordo dello speaker e posizionato ad angolo, per ottenere il “meglio dei due mondi”. Grazie all’immediatezza di un microfono e alla ricchezza sonora dell’altro, liberamente miscelabili tramite il controllo del volume, si ottiene un’incredibile flessibilità nella progettazione del suono per la registrazione.
All’inizio della seguente registrazione sentirete il microfono puntato sul bordo, poi, nella seconda metà del riff, il microfono sulla cupola. Nel secondo passaggio del riff, entrambi i microfoni suonano insieme.

Combinazione di due microfoni SM57
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2 microfoni, prima sul bordo, poi al centro

Un’altra bella variante per le registrazioni di chitarra è quella di inserire un microfono ambientale, di solito un microfono a condensatore.
Nell’esempio seguente, ascoltiamo l’AKG C414 nella prima metà del riff, a circa due metri di distanza dall’amplificatore, e un SM57 vicino al cabinet nella seconda metà. Quando il riff parte per la seconda volta, sentiamo entrambe le fonti sonore mescolate.

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SM57 vicino, C414 in sala

Attenzione, quando si mescolano più microfoni, possono verificarsi le cosiddette cancellazioni di fase. Se i due microfoni insieme suonano più sottili e squillanti rispetto a ciascuno di essi separatamente, è necessario allontanare uno di essi dalla sua posizione originale fino a quando la resa sonora è di nuovo corretta, oppure girare un segnale di 180° in fase (inversione di fase).

Supporti per microfoni per registrare la chitarra

In linea di principio funzionano anche i normali supporti microfonici, ma non sono la prima scelta per il microfonaggio della chitarra.

Da un lato, sono semplicemente inutilmente grandi e quindi tendono a intralciare il palco; dall’altro, nonostante il braccio, di solito non possono essere posizionati abbastanza in basso da raggiungere ogni punto di un altoparlante per chitarra posizionato sul palco. È disponibile un’ampia gamma di supporti microfonici più piccoli. Per l’uso dal vivo, i supporti per microfoni che possono essere fissati direttamente al cabinet possono essere molto utili, ad esempio l’Audix Cab Grabber.

Posizionare queste componenti è un po’ complicato all’inizio e non è detto che si riesca a raggiungere tutti i punti di un diffusore, ma se si adatta al vostro “punto di ripresa preferito”, risparmierete un supporto su cui i compagni di band tendono a inciampare e manterrete una posizione di ripresa costante, anche se dovrete spostare di nuovo il cabinet dopo il sound check.

Audix Cab Grabber

Audix Cab Grabber

Valutazione dei clienti:
(107)

A “Cab Grabber”

Altre idee

  • Se vi piace sperimentare, potete anche registrare l’amplificatore dal retro, soprattutto con i combo aperti, questo può produrre suoni interessanti. Quando si mixa con un microfono posizionato nella parte anteriore, assicurarsi di premere l’interruttore di inversione di fase.
  • Finora non si è parlato di simulatori di altoparlanti. Dispositivi come l’Hughes&Kettner Redbox, il Palmer PDI-09 o il Behringer GI100, che sono tutti collegati tra amplificatore e speaker e dovrebbero simulare il suono di un cabinet microfonato, hanno i loro vantaggi. Non ci sono interferenze acustiche da parte di altri strumenti e il loro suono è sempre lo stesso. Un diffusore ben microfonato però, suona semplicemente meglio per le orecchie della maggior parte dei musicisti. Ovviamente nulla vieta di sperimentare a fondo con i “simulatori”. Joe Satriani ha dichiarato di aver già registrato interi album con i simulatori di altoparlanti. Anche il grande del blues rock Joe Bonamassa utilizza una combinazione di microfoni e simulatori di altoparlanti per il suo suono dal vivo.
  • Una volta trovato il punto preferito per il posizionamento del microfono, è opportuno segnarselo in modo da poterlo ritrovare rapidamente per la registrazione successiva. Anche in caso di un “live affollato”, quando le cose devono svolgersi rapidamente. Se non volete deturpare in modo permanente la vostra cassa con un pennarello, potete semplicemente delineare il punto con del nastro adesivo.
Posizione del microfono segnata
  • Ad eccezione dell’esempio di equalizzazione del punto 4, tutti gli esempi sonori sono completamente non elaborati. Va da sé che si possono ulteriormente modificare le registrazioni con vari effetti come equalizzatore, compressore, riverbero, delay, ecc.
  • Gli esempi audio abbiamo utilizzato un suono ricco di distorsione. Ma il posizionamento dei microfoni per i suoni puliti o crunch funziona secondo gli stessi principi.

Finito! Ora disponete di molte informazioni sul microfonaggio della chitarra elettrica e siete in grado di influenzare il suono a modo vostro. Quindi prendete chitarra, amplificatore e microfono e iniziate a suonare. Buon divertimento e buona fortuna!

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Emanuele Pellegrino