A partire dalla seconda metà degli anni ’60, il mondo stava iniziando a conoscere alcuni dei più grandi chitarristi di tutti i tempi, soprattutto nella scena rock. Questi nostri eroi sono saliti sull’Olimpo della chitarra grazie a riff indimenticabili, assoli incredibili e performance uniche. Ma forse, più importante di tutto, era la loro ricerca di una personalità attraverso il suono. E per questo, però, avevano un grande segreto e si chiamava Roger Mayer.

Roger Mayer, Jimmy Page, Jeff Beck e Jimi Hendrix – © Giuseppe Rocco

Giovani chitarristi, suoni iconici

Ci troviamo nell’Inghilterra dei primi anni ’60 e qui si stanno facendo strada due giovani chitarristi chiamati Jeff Beck e Jimmy Page. I due, nonostante la giovane età, erano molto ambiziosi e avevano ben in mente il suono che volevano ottenere.

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Bene, in quegli anni un’altra persona si faceva strada nei locali inglesi, nella zona chiamata Surrey Delta, e non era un chitarrista. Il suo nome è Roger Mayer.

Roger Mayer era un appassionato di chitarra ed era anche molto competente sui circuiti elettrici. Dopo essersi presentato ai giovani, chiese se avessero bisogno di qualcosa. Un giorno, a un incontro tutti insieme, ascoltarono The 2000 Pound Bee. Volevano raggiungere quel suono, e superarlo, e chiesero a Roger se si poteva fare.

“Eravamo seduti lì ad ascoltarla e Jimmy disse: ‘Possiamo farlo?’ Penso che siano andati in un negozio di musica in Shaftsbury Avenue per dare un’occhiata a un Maestro FZ-1 Fuzz-Tone, ma non aveva abbastanza sustain. Dissi: ‘Posso migliorarlo’, così Jimmy disse: ‘Okay, Rog. Vediamo cosa riesci a fare.’”

Il risultato fu un pedale con solo un on/off per la distorsione, in modo da poterla richiamare all’occorrenza. Quando Jimmy cominciò a portarlo alle sue sessioni, fece scalpore: tutti rimasero sconvolti e volevano sapere cosa fosse.

Ma Jimmy Page e Jeff Beck non si spinsero mai oltre, verso gli “altri pedali” di Roger Mayer perché per loro erano troppo, erano incontrollabili. Uno che lo fece fu invece Jimi Hendrix.

Roger Mayer e Jimi Hendrix

I due si incontrarono nel periodo londinese di Jimi Hendrix, quando si conobbero in un club nel 1967. Due settimane dopo erano già in studio a lavorare insieme e, successivamente, Mayer, dopo aver lavorato ad Axis: Bold As Love, andò in tour con Jimi in America.

Jimi Hendrix iniziò a sconvolgere tutti con quello che è poi diventato il famosissimo Octavia di Roger Mayer: un pedale in grado di accoppiare un’ottava e la distorsione al suono originale.

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All’epoca, però, i pedali non erano fatti per diventare così famosi e venduti subito alle masse, anzi. Erano proprio l’arma segreta dei chitarristi per arrivare a sonorità che altri non riuscivano neanche lontanamente a immaginare.

Quando gli è stato chiesto se pensava che quel pedale sarebbe diventato famoso dopo l’ascesa di Hendrix rispose così:

No. Questo era un periodo in cui la maggior parte degli studi di registrazione costruiva da sé le proprie console e altra attrezzatura, e l’aspetto elettronico era altamente proprietario e, in realtà, piuttosto riservato. Quando realizzavo effetti per Jimmy Page, Jeff Beck e Jimi, ero uno dei loro segreti meglio custoditi.

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Giuseppe Ruocco