Le Bambole Di Pezza sono una punk band femminile fondata nel 1997. L’album di debutto Crash me è stato pubblicato nel 2002 e seguito a due anni di distanza da Strike. I loro videoclip vantano numerosi passaggi sui più importanti canali televisivi musicali italiani e il gruppo, che ha collezionato centinaia di esibizioni live, ha anche partecipato ad un episodio della fortunata serie televisiva L’Ispettore Coliandro eseguendo il brano Le streghe. Nel 2022, dopo una pausa, pubblicano Rumore, cover del famosissimo brano di Raffaella Carrà, il nuovo singolo Favole e mettono a segno una collaborazione con Jo Squillo in Non sei sola

Credits: Bambole di Pezza

Planet Guitar ha intervistato questa girl band formata da Cleo alla voce, Morgana e Dani alle chitarre, Xina alla batteria e Kaj al basso. Le cinque ragazze, che hanno recentemente aperto per Def Leppard e Motley Crue al Milano Summer Festival, avevano già attirato l’attenzione per il loro impegno sociale su temi di grande attualità, soprattutto sulla parità di genere, con testi semplici e diretti e riff di effetto in stile punk.

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PlanetGuitar: Partiamo dal nome: Bambole di pezza. Ricorda una canzone degli Aerosmith. C’è qualche legame? 

Dani: Hai azzeccato il riferimento: è proprio Rag Doll degli Aerosmith. Poi è anche un po’ il senso di bambola di pezza. Le bambole sono un gioco da bambina, legate alla femminilità ed il senso era anche quello della grezzaggine, non ci chiamiamo bambole di plastica come Barbie ma di pezza, cucite a mano, con elementi di scarto, un patchwork. Questo il senso, partorito da Morgana.

PlanetGuitar: Siete una girl band. È stata una scelta voluta oppure dovuta al caso?

Dani: Io e Morgana, storiche componenti della band, siamo legate dal filone anni 90 della scena riot grrrls e dall’appartenenza alla subcultura della lotta per i diritti delle donne, di emancipazione in scene prettamente maschili. All’inizio il nostro percorso è stato connotato dal filone riot. È stata la magia a farci incontrare. 

PlanetGuitar: È più difficile per delle ragazze entrare nel mondo della musica o ci sono pari opportunità indipendentemente dal sesso?

Dani: Negli anni addietro, ti parlo della scena 2000, siamo state poco comprese per il nostro essere riot. Era una scena un po’ maschilista. Adesso nella nuova formazione ci sono Kaj al basso e Xina alla batteria, la fantastica voce di Cleo. Questo ha consentito di rinnovarci e a loro giovani donne di sperimentare una femminilità un po’ più emancipata. Ora c’è la voglia di essere non tanto connotate come band femminile ma di essere fondamentalmente una band. I tempi sono cambiati, stiamo vivendo un buon momento di apertura. 

Credits: Bambole di Pezza

PlanetGuitar: Ribellione, indipendenza, trasgressione: questo è quello che più viene associato al rock. Quanto c’è di queste tre parole nelle Bambole di pezza?

Xina: Per me ribellione va benissimo, suono la batteria e mi sfogo. 

Dani: Siamo spiriti affini. Per fare una band bisogna avere non solo la voglia di suonare, ma tanto impegno, passione, dedizione, spirito di collaborazione. Anche creare dei pezzi nuovi, lo sbatti di caricarsi gli strumenti, provare, esibirsi, è già tanta roba.

La trasgressione c’è perché comunque siamo delle ragazze che amano fare musica e ancora poche ragazze imbracciano gli strumenti e pochi ragazzi fanno una band. Nel mio paese ero la più trasgressiva, avevo i capelli colorati, la cresta, cercavo componenti per suonare; quindi, venivo bollata come drogata, cattiva ragazza, ma in realtà studiavo e mi piaceva la musica.

Sono pochi i ragazzi che adesso studiano musica, che formano band. Abbiamo uno spirito ribelle, le tre parole cardine ce le abbiamo di natura e siamo spiriti affini perché ciascuna di noi condivide a suo modo queste sfumature di trasgressione, indipendenza, libertà. I testi di Cleo sono moderni e direttissimi, ti dice in faccia “Oh, mi hai rotto il cazzo” che è una cosa che con giri di parole, anche poetici, non esprimi. È questo il vero punk, la vera trasgressione. 

Cleo: In realtà c’è tutto un pensiero dietro, non è che l’ho scritto così perché non sapevo che dire e ho detto ‘adesso faccio una cosa che ci fa diventare famose’. Sono anni che lavoro al mio modo di scrivere, prima era contorto, adesso è diventato più semplice e alla gente che dice “E chi te li scrive i testi? Paperino?” sinceramente dico che sono arrivata a questo punto dopo anni ed anni di scrivere cose che non funzionavano, che capivo solo io e non arrivavano. Finalmente ho trovato la mia identità. 

PlanetGuitar: Parlando dei vostri pezzi… Come avviene il processo di scrittura? 

Cleo: Non c’è una regola. Favole è partito dal testo e dalla melodia, altri brani da un riff

Dani: Possono partire da un’ispirazione del momento. La cosa che piace a noi musicisti è fare delle cose belle, che ti rispecchino, ma che piacciano a più persone possibili, ma non devi mai dimenticare la tua natura. A noi piace essere un po’ anticonformiste, fuori dallo schema della musica pop, ci piace essere chiamate le ragazze del punk rock. Diamo importanza all’arrangiamento, alla durata e alle sonorità.

Cleo: Sarebbe il top riuscire come siamo noi, diverse, riconoscibili, spontanee, ognuna col suo personaggio, fare una cosa che entri nel mainstream rappresentando questo. A tutti quelli che dicono “Vendute, il punk non è questo” rispondo “Vabbè se vuoi suonare nel garage allora suona nel garage”.

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PlanetGuitar: Vantate una collaborazione con Jo Squillo. Da dove è nata quest’idea?

Morgana: Jo Squillo è sempre stata un mito per noi. Siamo donne oltre le gambe c’è di più era un inno per quegli anni. Lotta per difendere le donne che hanno subito violenza. Per la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne ci è sembrato fantastico collaborare con una donna d’esperienza. 

Dani: Lei è partita dal punk italiano anni 80, cantava una canzone di rottura Violentami, violentami piccolo, violentami, violentami sul metro che è una provocazione per dire l’esatto opposto.

Cleo: La genialata sta che quando l’ascolti ti stranisci perché capisci che è una cosa sbagliata; quindi, io perché giustifico certe cose o faccio victim blaming quando poi se ascolto qualcosa del genere mi scandalizzo? Allora sono ipocrita? La provocazione sta proprio nel farti capire che è sbagliato.

Dani: Quando abbiamo pensato ad una persona da coinvolgere per un progetto a noi caro volevamo una donna impegnata e Jo ha anche l’associazione Wall of dolls, infatti, a Milano c’è il muro dove sono appese bambole per simboleggiare ogni donna che ha subito violenza. Ha accettato con felicità, è venuta a registrare gratuitamente, abbiamo presentato il disco insieme, è venuta a girare il video, ci ha supportato dandoci la sua benedizione. 

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PlanetGuitar: Un aggettivo per ognuna di queste chitarriste: Joan Jett

Dani: Più di uno: eccitante, appassionata, cazzuta, impareggiabile. 

PlanetGuitar: Lita Ford

Morgana: Sensuale e talentuosa. 

PlanetGuitar: Al Milano Summer Festival avete aperto a Def Leppard e Motley Crue, due grandi band della storia dell’hard rock, com’è stato? 

Dani: John 5 lo conosco per la sua storia musicale, ha fatto quattro minuti di solo bellissimo con la sua Telecaster signature. Lui suona in una maniera che non amo esteticamente. A me piacciono le chitarre poggiate sul ventre. Il modo di suonare alla Slash lo trovo super bello da vedere o il chitarrista degli Hives nella sua follia. John 5 nel momento dell’assolo mi è piaciuto a tratti, non è il mio stile però alla fine è stato bello. 

PlanetGuitar: Quale famoso riff di chitarra non vi stancate mai di ascoltare?

Morgana: Pixies, Where is my mind 

Cleo: People=Shit degli Slipknot

Dani: Territorial pissing dei Nirvana

Xina: Go with the flow dei Queens Of The Stone Age

Kaj: Kiss off dei Violent Femmes

PlanetGuitar: C’è uno strumento a cui siete particolarmente legate? 

Dani: Io sono legata particolarmente al sassofono perché è stato per me la base del ritmo e dell’appassionamento alla musica perché mio papà era un sassofonista. Quando ho preso in mano uno strumento non ho scelto il sassofono, volevo solo fare ritmo. Con la batteria non ero molto portata e quindi ho riversato sulle corde. 

Xina: Per me la mia batteria. È troppo completa. È troppo bello usare le tue mani e fare una marea di roba. 

Kaj: A me piacciono molto i synth. Sto imparando un po’ di più ad usarli perché mi piace molto ‘spippolare’ con l’elettronica. 

Morgana: Ho iniziato a suonare il tamburo, poi la chitarra perché ho l’anima fricchettona e mi piace rilassarmi. 

Cleo: Anch’io suono. Poi ho un po’ questo fetish per il basso suonato in slap

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Credits: Bambole di Pezza

PlanetGuitar: A breve uscirà il vostro album e venerdì il nuovo singolo. Ci fareste qualche piccola anticipazione? 

Cleo: Uno spoiler è che ci sarà un pezzo in inglese. In generale tranne quella che ha scritto Morgana le canzoni sono tutte incazzate. L’idea è quella di entrare nel mercato mainstream quindi si tratta di pop punk con i ritornelloni pop, riffoni che ti entrano in testa, testo diretto, nulla di nuovo rispetto a quello che abbiamo già proposto. Manterremo un filo logico. 

Dani: Sarà solo la prima parte. Ci tenevamo a far uscire qualcosa che avesse una continuità. È un percorso di crescita. Uscirà altro, questo è solo l’inizio. Vogliamo realizzare il più possibile, ci teniamo davvero ad esprimere noi, la nostra musica e a portarla dal vivo. Lo show è un motore, ci serve a farci conoscere. Vogliamo conquistare il nostro pubblico e scoprirci per chi non ci conosce. Ci piacerebbe tanto avere un pubblico femminile ai concerti, una fan base con tantissime ragazze perché è un po’ la nostra missione.  

Abbiamo raccolto il pensiero delle Bambole Di Pezza, il prossimo appuntamento è con la loro musica. Aspettiamo l’album e le loro esibizioni live.

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