Nel corso della sua lunga e gloriosa storia, Fender ha rappresentato per milioni di chitarristi un simbolo di qualità, innovazione e identità musicale. Dalla rivoluzione iniziata con la Telecaster alla perfezione della Stratocaster, il marchio californiano ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della musica moderna. Ma oggi, nel 2025, qualcosa sta cambiando. Con l’uscita della nuova serie Fender Standard Stratocaster prodotta in Indonesia, Fender ha scelto di abbassare ulteriormente l’asticella del prezzo per raggiungere una nuova fascia di mercato. Una decisione che sta suscitando un acceso dibattito nella comunità dei chitarristi: tra chi la vede come una naturale evoluzione commerciale e chi invece denuncia un declino qualitativo e una progressiva perdita di identità.
Noi ne abbiamo provata una negli studi di Thomann e un’idea ce la siamo fatta…
Una strategia commerciale chiara: dominare ogni fascia di prezzo
Fender non è nuova alle produzioni fuori dagli Stati Uniti. Già dagli anni ’80, con l’introduzione delle prime Fender “Made in Japan”, l’azienda aveva iniziato a diversificare la propria produzione per contenere i costi e rispondere all’aggressiva concorrenza asiatica. La successiva espansione in Messico, con lo storico stabilimento di Ensenada, ha portato alla nascita delle ben note serie Standard e Player, divenute una via di mezzo molto amata tra qualità e prezzo per anni.
La nuova produzione “Made in Indonesia” rappresenta quindi un ulteriore passo in questa direzione, e si inserisce in una strategia più ampia di globalizzazione della produzione per coprire ogni segmento di mercato: dalle entry-level alle high-end custom shop. L’obiettivo è chiaro: offrire una chitarra a marchio Fender per ogni portafoglio.
Il colpo d’occhio
Diamo uno sguardo ravvicinato alle caratteristiche della nuova Fender Standard Stratocaster indonesiana. La prima impressione, visivamente parlando, non è affatto negativa. Le finiture sono discrete, il design resta fedele alla Stratocaster classica e i colori disponibili (Olympic White, 3 Color Sunburst, Aqua Marine Metallic, Candy Cola) strizzano l’occhio alle estetiche vintage. Quella che abbiamo fra le mani è ben realizzata; un dettaglio fastidioso che spesso troviamo nelle chitarre economiche, ovvero i tasti tagliati male che graffiano la mano, qui non è presente. Andiamo più nel dettaglio.
Corpo in pioppo o nato: l’economia prima del tono
Il legno scelto per il corpo di queste nuove Stratocaster è principalmente pioppo (poplar) o nato, due essenze largamente utilizzate in ambito low-cost per il loro prezzo contenuto e la facilità di lavorazione. Il pioppo non è noto per la sua bellezza quindi viene usato quando si abbonda con la verniciatura e per quanto riguarda la risonanza viene impiegato per gli strumenti elettrici ma mai per gli acustici a causa della sua sonorità piatta e poco definita. Niente a che vedere con l’ontano o il frassino delle Stratocaster più prestigiose…
Il nato, spesso chiamato anche “eastern mahogany” per ragioni più di marketing che tecniche, è una scelta discutibile: se da un lato può offrire un suono più caldo e corposo, dall’altro si tratta spesso di varietà economiche dal peso irregolare e qualità non sempre costante.
Manico in acero con tastiera in alloro: l’alternativa economica al palissandro
Anche il manico rivela scelte orientate al contenimento dei costi. L’acero utilizzato non è selezionato come negli strumenti di fascia alta, e la tastiera in Indian Laurel (alloro indiano), sebbene visivamente simile al palissandro, ha una grana più porosa e una sensazione tattile meno raffinata. Questo influisce anche sul feeling sotto le dita: meno scorrevole, meno “morbido”, e con una risposta timbrica leggermente ovattata. Lo abbiamo già incontrato su chitarre di fascia medio bassa.
Elettronica e hardware: il compromesso più evidente
Veniamo alle note davvero dolenti. I pickup montati su queste Stratocaster indonesiane sono dei ceramici generici, prodotti in massa e privi di marchio, molto distanti dalla definizione e dalla dinamica dei ben più costosi Alnico. Il suono è spesso compresso, con medi “nasali” e una risposta agli attacchi poco reattiva. Lo scopriremo meglio durante la prova. I controlli sono i classici volume, 2 toni e selettore a 5 posizioni; i potenziometri sono leggeri e la corsa non è proprio precisa.
Il ponte tremolo è in zinco pressofuso, con sellette economiche in acciaio cromato e una stabilità che lascia un po’ a desiderare. Anche le meccaniche, furbescamente marchiate Fender, sono chiaramente di fascia bassa e fabbricate con materiali leggeri e non molto stabili.
Fender Standard Strat MN WPG OWT
La Fender Standard in azione
Per la prova abbiamo utilizzato una testata Victory V40 The Duchess Deluxe abbinata alla sua cassa 2×12 con coni Celestion G12-65. L’amplificatore di qualità si fa sentire e non smetteremo mai di sottolineare questo importantissimo dettaglio. Nonostante ciò, le pecche sull’elettronica di questa chitarra sono piuttosto evidenti.
I pickup risultano spenti, poco incisivi e responsivi sull’attacco. L’unico apparso in qualche modo più completo è stato quello al manico. In generale il corpo è poco risonante ed il carattere tipico della Strato appare annebbiato e davvero poco riconoscibile. Guardate il video a inizio articolo per capire meglio a cosa mi sto riferendo…
Perché Fender ha fatto questa scelta?
La risposta più semplice è sicuramente una: per vendere di più.
Ma scavando un po’ più a fondo, emergono motivazioni più complesse, legate a differenti dinamiche:
1. La concorrenza di fascia medio bassa è più forte che mai
Marchi come Harley Benton, Cort, Ibanez, Sire e Yamaha hanno alzato notevolmente la qualità delle chitarre entry-level, con modelli da 2/300 a 6/700 euro che offrono costruzione solida, buona elettronica e prestazioni sorprendenti. Fender non può permettersi di restare fuori da questo segmento, soprattutto con un marchio come Squier che, seppur valido, non ha la stessa forza identitaria del logo “Fender” sulla paletta. Anche PRS, come abbiamo analizzato nel video, sta costruendo chitarre accessibili di tutto rispetto e con una qualità pregevole.
2. Il fascino del logo Fender vale più della sostanza
Molti chitarristi principianti o semi-professionisti, spesso inesperti, sono attratti irrimediabilmente dal nome Fender. Possedere “una vera Fender” ha ancora un valore simbolico enorme. Questa nuova linea si colloca perfettamente in questo contesto: permette a chi ha un budget limitato di acquistare una chitarra con il logo Fender senza spendere cifre da capogiro ed assicurarsi, almeno apparentemente, la credibilità che questo logo porta con sè.
3. Il ruolo della chitarra elettrica oggi
Non possiamo escludere che nel panorama musicale odierno la chitarra elettrica ha spesso un ruolo marginale e che quindi il look venga prima del suono. Per fare poche note, con dei suoni poco incisivi, che creino degli arrangiamenti marginali, non serve sicuramente uno strumento costoso e qualitativamente eccellente. Ed ecco che sfoggiare il famoso logo può essere più importante che avere un suono personale, strutturato e che enfatizzi la bravura del musicista.
Victory Amplifiers V40 Head The Duchess Deluxe
Victory Amplifiers Duchess 212 Cabinet
Questa scelta al ribasso di Fender non ci ha convinti. A differenza di altri marchi, ha sempre rappresentato non solo un produttore di strumenti musicali, ma un pezzo di storia della musica stessa. Scelte come questa rischiano di minare la percezione di qualità associata al marchio, inflazionandone il valore e uniformandolo a una produzione globale dove il brand conta più del contenuto.
La distinzione tra Squier e Fender sta diventando sempre più sfumata: se una Fender è ormai prodotta con gli stessi criteri, materiali e logiche industriali di una Squier, che senso ha pagare di più solo per un logo? Ai posteri l’ardua sentenza.
Specifiche Tecniche
- Costruttore: Fender
- Modello: Standard Stratocaster
- Tipo: Chitarra Elettrica
- Paese di produzione: Indonesia
- Corpo: Pioppo
- Manico avvitato: Acero
- Tastiera: Acero
- Profilo manico: Modern “C”
- Raggio tastiera: 9,5”
- 21 Tasti Medium Jambo
- Pick Up: 3 Single Coil Standard Strat
- Selettore a 5 vie
- Prezzo: 611 euro (giugno 2025)
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