Una chitarra leggendaria, una mostra prestigiosa e una disputa sulla proprietà che riaccende vecchie storie del rock. La Gibson Les Paul del 1959, che sarebbe appartenuta a Mick Taylor, ed è stata suonata da altre leggende, oggi è esposta al Metropolitan Museum of Art di New York. Ma secondo l’ex chitarrista dei Rolling Stones quello strumento gli fu rubato decenni fa. Il Met nega.

La Gibson Les Paul del 59 rubata a Mick Taylor in Francia è riapparsa al Met di New York. Per il muso non è mai appartenuta a lui
Mick Taylor – © Andrea Sartorati Link CC BY 2.0

Una chitarra nella storia del rock

Il pubblico americano vide per la prima volta la Les Paul in questione nell’ottobre del 1964, quando Keith Richards la suonò durante la storica apparizione dei Rolling Stones al The Ed Sullivan Show. Proprio per il ruolo cruciale di quella performance nella storia della musica, non sorprende che oggi lo strumento sia entrato nella collezione del Met, grazie alla donazione di un collezionista che quest’anno ha regalato al museo ben 500 chitarre vintage.

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Mick Taylor: “Quella chitarra è mia”

Negli ultimi mesi, un rappresentante di Mick Taylor ha espresso sorpresa nel vedere la chitarra nella mostra del Met. Taylor sostiene di averla acquistata da uno dei road manager degli Stones mentre suonava con John Mayall, e di averla poi portata con sé quando entrò nei Rolling Stones nel 1969. La sua manager, Marlies Damming, ha dichiarato che la chitarra a un certo punto “è scomparsa”, diventando parte della leggenda del rock.

Taylor e il suo team ora chiedono che la chitarra venga resa disponibile per un’ispezione, per verificare la provenienza. In una mail al New York Times, Damming afferma: “Vorremmo che il Metropolitan Museum rendesse disponibile la chitarra in modo da poterla ispezionare e confermarne la provenienza in un modo o nell’altro.” In un post su Facebook, aggiunge: “Un pezzo perduto da tempo della storia del rock ‘n’ roll è riemerso, decenni dopo la sua scomparsa.”

Il Met smentisce: “Non era sua”

Il Metropolitan Museum of Art, però, respinge la versione di Taylor. Secondo il museo, il chitarrista ha effettivamente suonato la Les Paul, ma non ne è mai stato il proprietario. Per sostenere questa tesi, il Met cita la storia pubblica dello strumento: la chitarra è stata messa all’asta da Christie’s, apparendo persino sulla copertina del catalogo, e già nel 2019 è stata esposta in un’altra mostra al Met, senza alcuna contestazione da parte di Taylor.

Il museo afferma inoltre che fu Keith Richards a possedere la chitarra fino al 1971. Tuttavia, il libro Rolling Stones Geardi Andy Babiuk, una dettagliata antologia del 2013 sugli strumenti della band, racconta che la Les Paul del ’59 potrebbe essere stata una delle otto chitarre rubate durante l’estate del 1971, mentre i Rolling Stones si trovavano in Costa Azzurra. Il Met smentisce anche questa versione.

Una provenienza con delle lacune

La documentazione ufficiale del museo presenta comunque alcune zone d’ombra. Il primo proprietario registrato dopo il 1971 è Adrian Miller, ma non è chiaro come sia entrato in possesso della Les Paul. Nello stesso anno, Miller vendette la chitarra a Cosmo Verrico degli Heavy Metal Kids, il quale, in una corrispondenza con il New York Times, ha ammesso di non ricordare come Miller l’avesse ottenuta.

La chitarra venne messa all’asta da Christie’s nel 2004, ma non raggiunse il prezzo minimo. Due anni dopo, nel 2006, fu acquistata dal produttore musicale svedese Peter Svensson, e nel 2019 passò nelle mani dell’investitore miliardario Dirk Ziff, che la prestò al Met per la mostra Play It Loud.

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Mick Taylor- Met: una questione aperta

Il caso resta irrisolto. I rappresentanti di Mick Taylor e il Metropolitan Museum of Art non hanno ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali in risposta alle ultime richieste. Intanto, quella Les Paul del ’59, protagonista di alcune delle pagine più memorabili del rock, continua a far parlare di sé. Non solo come oggetto da museo, ma come simbolo di una storia ancora viva, contesa e profondamente personale.

Questa è una delle storie di questa famosa Les Paul:

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Giuseppe Ruocco