Dopo aver affrontato alcune varietà tipiche del Texas Blues negli ultimi due episodi del nostro Blues Workshop, vogliamo ora affrontare l’argomento in modo un po’ più tradizionale con lo shuffled blues.

Lo shuffled blues, che assume il ruolo principale nella presente puntata del workshop, è ideale per introdurvi ad alcuni meccanismi molto comuni nell’improvvisazione blues.

La base dello shuffled e blues è, ancora una volta, il buon vecchio schema blues a 12 battute. La variazione prende il suo sapore tradizionale dalle note in ottava sovrapposte su cui si basa il ritmo. Per potervelo spiegare il più rapidamente possibile, abbiamo creato un piccolo strumento flash che vi mostra come funziona:

NB: Anche se forse non ne siete consapevoli, siete cresciuti con i beat shuffle. Normalmente, dopo aver ascoltato il nostro esempio, vi verrà quasi istintivo trovare il ritmo giusto. Quindi non preoccupatevi e lasciate che il groove del blues agisca su di voi. Tutto il resto verrà da sé. Vedrete!

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Cool 'n' Lazy

Ecco lo spartito/tablatura:

Scale

Il materiale armonico di riferimento per ogni improvvisazione blues è – come potrebbe essere altrimenti? – la buona vecchia scala blues. Il nostro Cool ‘n’ Lazy Blues non fa eccezione!

Ma non è tutto, l’assolo ottiene il suo tipico sound grazie all’uso di alcune note aggiuntive dal suono molto interessante. Sono tutte ricavate dai tre accordi utilizzati nello schema del blues.

E ora arriva il trucco: se si combinano le tre note complementari con la ben nota Scala Blues, si ottiene un “costrutto della scala” completamente nuovo e dannatamente efficace.

Il mix con le terze maggiori non solo conferisce alla Scala Blues un suono più interessante, ma allo stesso tempo crea un riferimento perfetto agli accordi da suonare in ogni occasione. Se osservate le mie improvvisazioni da questo punto di vista, noterete che espando sempre la scala blues con la terza opportuna quando si tratta di eseguire cambi di accordi. Ad esempio, uso il C# (terza di A) esclusivamente per improvvisare sull’accordo di A maggiore, il F# (terza di D) in relazione al D maggiore e – ultimo ma non meno importante – il G# (terza di E maggiore) esclusivamente sull’accordo di E maggiore.

Il piccolo schema che segue mostra l’effetto positivo che l’uso delle terze può avere sull’esecuzione di un’improvvisazione blues. Consiste in una combinazione di note della scala blues e di terze corrispondenti. La stretta connessione con i suoni dei tre accordi utilizzati conferisce allo schema un carattere simile a un arpeggio. Non c’è da stupirsi: dopotutto, la combinazione di terze e scala blues crea arpeggi di settima di dominante.

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Blues di Base – Esercizio 1

NB: Le terze maggiori corrispondenti ai rispettivi accordi sono state colorate di rosso. Tutte le altre note utilizzate sono tratte dalla scala blues tradizionale.

Per non sbagliare, ecco gli arpeggi utilizzati nell’esempio come diteggiature separate. Per poterli utilizzare efficacemente in futuro, è bene imparare a memoria le due diteggiature di base dell’arpeggio!

Le seste

Oltre alle terze appena introdotte, c’è un altro intervallo che fa una gran bella figura in armonia con gli accordi del blues e viene usato di conseguenza spesso.

Anche l’intervallo di sesta offre le tipiche sonorità del blues. La cosa migliore è che questo tipo di intervallo può essere combinato in modo ottimale con le terze. Il breve esempio seguente mostra come:

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Blues Base – Esercizio 2

Ma non è tutto: se rapportiamo il tutto ai nostri accordi blues, che ormai abbiamo imparato a conoscere, un possibile risultato potrebbe essere questo:

Consiglio: per ottenere il massimo dalle componenti improvvisative presentate nel workshop, dovreste assolutamente provare a combinarle con i vostri pattern e le vostre idee. In ogni caso, il supporto musicale necessario per questa impresa è già stato fornito.

Spoiler: poiché i meccanismi che vi abbiamo presentato in questa edizione del workshop sono tanto efficaci quanto universalmente applicabili, abbiamo deciso di dedicare a questo argomento la prossima puntata del workshop. Come spesso accade, il motto è: vale la pena insistere!

A presto con lo shuffled blues.

Emanuele Pellegrino