Il 14 gennaio del 1967 nasceva a Bayonne (New Jersey, Stati Uniti d’America) Jeffrey Phillip Wielandt, conosciuto come Zakk Wylde. Zakk è uno dei chitarristi più importanti della scena mondiale almeno a partire dalla seconda metà degli anni ‘80, quando entrò a far parte della band di Ozzy Osbourne. Wylde vanta anche la pubblicazione di due album da solista, i bellissimi Book of Shadows del 1996 e Book of Shadows II del 2016, un album con la band Pride & Glory nel 1994, oltre alla pluriventennale carriera con la band di cui è frontman, i Black Label Society.

Credits: Igor Vidyashev via ZUMA Wire – Alamy Stock Photo

Nel corso della sua carriera Zakk è stato anche cantante, produttore e compositore, e ha avuto il piacere di collaborare con una pletora di artisti, come Bill Ward, i Lynyrd Skynyrd, Derek Sherinian, Leslie West, Eric Gales e moltissimi altri. In quasi quarant’anni sui palchi Wylde è diventato uno dei chitarristi metal più riconosciuti e apprezzati, con la grafica bullseye delle chitarre che è diventata un suo segno distintivo.

In occasione dei suoi primi cinquantasette anni abbiamo deciso di omaggiare Zakk con uno dei suoi assoli più belli, quello di No More Tears. Guardate il video tributo realizzato dal nostro Paul Audia di Guitar Tutorials.

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Ulteriori informazioni

L’erede di Randy Rhoads

Un teenager appassionato dei Black Sabbath, di Ozzy Osbourne e dei Rush, che passava gran parte della sua giornata a suonare la chitarra, quando non era sui banchi di scuola. Il giovanissimo Zakk Wylde potrebbe essere descritto così, come probabilmente tanti suoi coetanei degli anni Ottanta. A differenza degli altri, però, Zakk aveva talento e personalità da vendere ed ammirava Randy Rhoads, la sua principale influenza chitarristica. Dopo il diploma Zakk iniziò a lavorare in un supermercato, pur continuando a migliorare con la chitarra, raggiungendo ottimi livelli. Divenne infatti anche insegnante di chitarra a Jackson.

La grande occasione arrivò nel 1987, quando Jake E. Lee lasciò la band di Ozzy. Zakk sentì per radio, all’Howard Stern Show, che Ozzy era alla ricerca di un nuovo chitarrista. Mentre si esibiva con gli Zyris, sua band dell’epoca, fu poi notato dai fotografi rock Mark Weiss e Dave Feld. Stupito dal modo in cui Zakk suonava, Dave si confrontò con Zakk e gli ricordò che Ozzy stava cercando un nuovo chitarrista e che poteva aiutarlo ad ottenere un’audizione.

Zakk, con l’aiuto dell’amico Jim Matlosz, registrò una demo, che conteneva anche gli assoli di Flying High Again e di Mr. Crowley, brani originariamente interpretati da Rhoads. Il materiale, assieme ad alcune foto di Zakk, fu presentato dai due fotografi ad Ozzy e questo gli garantì un’audizione. In quell’occasione Zakk suonò alcune canzoni di Ozzy e alcuni brani acustici e classici. Ma dopo l’audizione tornò a casa pensando di non aver ottenuto il lavoro. Poco dopo, però, ricevette una telefonata da Sharon Osbourne, moglie e manager di Ozzy, che gli chiedeva se volesse unirsi alla band. Così, a soli vent’anni, Zakk entrò a far parte della band di Ozzy, raccogliendo l’eredità di Rhoads

La collaborazione con Ozzy, iniziata in studio con l’album del 1988 No Rest For The Wicked, è proseguita fino al 2009, per poi riprendere nel 2022 per l’album Patient Number 9. Anche nella seconda decade del 2000 Zakk ha comunque collaborato con Ozzy in diverse occasioni e in tour, diventando il chitarrista che è rimasto più stabilmente nella band dell’ex frontman dei Black Sabbath.

La gran parte della sua produzione nel nuovo millennio è stata però con la sua band Black Label Society. Degli anni Novanta, poi, non si possono non ascoltare i due album citati in apertura di questo articolo. Da Pride & Glory del 1994 vi consigliamo questa versione acustica di Machine Gun Man, mentre da Book of Shadows del 1996 vi proponiamo Dead As Yesterday. In entrambe le performance, vi invitiamo a notare la straordinaria abilità di Zakk anche con la chitarra acustica e soprattutto il suo grande talento vocale, a nostro avviso veramente impressionante. Un cowboy che imbraccia un’acustica e che canta e suona con influenze southern rock.

Zakk Wylde dal vivo con Ozzy Osbourne nel 2012 – Credits: Creative Commons – Dena Flows, CC BY-NC-ND 3.0 DEED

Concentriamoci ancora sugli anni Novanta, perchè è nel 1991 che dobbiamo tornare per parlare di No More Tears.

No More Tears: il Principe delle Tenebre è ancora in forma

Per capire l’importanza del sesto lavoro in studio da solista di Ozzy, lasciamo che sia proprio lui a parlarne. Le sue dichiarazioni si trovano nel booklet della ristampa del disco del 2002:

“Dopo l’inferno che abbiamo passato con No Rest For The Wicked e con tutto ciò che ne è seguito, ci siamo riuniti come band e abbiamo deciso di prendere il controllo di ciò che volevamo fare. È quello che è successo con No More Tears. Come album, ne sono molto orgoglioso. Insieme ai primi due album, ascolto sempre No More Tears e penso che suoni ancora molto bene.”

Ozzy si dimostra buon giudice di se stesso, infatti l’album è uno dei suoi lavori di maggior successo, assieme al primo Blizzard Of Ozz.  La formazione è composta da Randy Castillo alla batteria, John Sinclair alle tastiere, il nostro Zakk Wylde alla chitarra elettrica e acustica e Bob Daisley al basso. Daisley è qui all’ultima collaborazione con Ozzy e sarà sostituito da Mike Inez, in seguito bassista degli Alice in Chains, per il tour.

Nella tracklist di ben undici brani (che diventano tredici nella riedizione del 2002) spiccano canzoni come I Don’t Want to Change the World, Mama, I’m Coming Home, Desire e Hellraiser, scritti in collaborazione con Lemmy Kilmister dei Motörhead. Anche Zakk contribuì alla scrittura di alcuni brani. Il suo playing è già molto maturo e presenta anche qui le influenze southern rock a cui facevamo riferimento. A dire la verità, Ozzy non era particolarmente convinto di queste sonorità:

“Suppongo di essere stato fissato con le mie idee. Poi ho pensato: ‘Se questa è la strada che Zakk vuole percorrere, allora lasciamo che si inizi a intravedere’. Alcuni assoli di chitarra hanno un’impronta southern. Come l’assolo di I Don’t Want To Change The World, per esempio. Però funziona con la canzone. A quei tempi era tutto tapping e bending, quindi avere un’atmosfera diversa nell’album è stato un bel cambiamento.”

Zakk in ogni caso aveva ragione, in quanto proprio quel brano nel 1994 vinse il Grammy come Best Metal Performance with Vocal.

Una title track di altissimo livello

No More Tears è un brano composto per caso, che parla di un serial killer ed è uno dei pezzi simbolo dell’intera carriera di Ozzy.

“Quel brano è fantastico, ma è venuto fuori dal nulla. Pensavamo di aver finito l’album. Stavo facendo un’audizione per il bassista – Mike Inez stava facendo un’audizione e stavamo andando abbastanza bene quando ha proposto questa linea di basso. Gli ho detto subito: ‘Che cos’è?’ e gli ho detto di tenerla. Quel giro di basso è diventato l’ispirazione per il brano. 

A quel punto non avevamo ancora un titolo per l’album. All’improvviso, questo brano è spuntato dal nulla e c’era il titolo e tutto il resto. John Purdell ci ha aiutato con i testi e ho pensato che fossero fantastici. Quel brano è stato un regalo. Ho sempre detto che non si tratta di essere autori di canzoni, ma più che altro di essere gli esecutori di cose che vengono da qualche altra parte.”

Il pezzo, il più lungo mai inciso da Ozzy nella sua carriera solista con oltre 7 minuti di durata, è diventato un classico del metal anni Novanta. Le sonorità e l’assolo di Zakk, ispiratissimo ed emotivo e inserito nella parte centrale, sono sicuramente alcuni dei punti di forza di questo brano. Wylde ha poi inciso nuovamente il brano anche per il primo disco realizzato con i Black Label Society, Sonic Brew.

Per provare a suonare come Zakk, potreste seguire il suo playthrough in questo video oppure potreste leggere il nostro workshop dedicato al suo playing. Esiste inoltre un intero corso online di Zakk che vi insegna a suonare alcuni dei suoi brani più famosi nota per nota, lo trovate qui. Noi intanto vi consigliamo di partire a costruire il suono da una bella Gibson Les Paul, come la sua Bullseye. Anche una Epiphone può essere un buon punto di partenza:

Gibson Les Paul Custom EB GH

Gibson Les Paul Custom EB GH

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Epiphone Les Paul Custom Alpine White

Epiphone Les Paul Custom Alpine White

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Zakk ha suonato anche Gibson EDS-1275, la double neck a 6 e 12 corde, le Flying V e molte altre chitarre dal design particolare, come la ZV Custom o gli strumenti del suo marchio Wylde Audio, come la Barbarian, o la Odin Grail.

Gibson Custom EDS 1275 VW Murphy LA

Gibson Custom EDS 1275 VW Murphy LA

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Gibson 80s Flying V Ebony

Gibson 80s Flying V Ebony

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EMG ha prodotto anche un set di pickup in collaborazione con Zakk, con tutto quello che vi serve per l’installazione:

EMG Zakk Wylde Set Black LS

EMG Zakk Wylde Set Black LS

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Per l’amplificazione dovreste affidarvi ad una classica Marshall, come la JCM 800 2203:

Marshall JCM 800 Reissue 2203

Marshall JCM 800 Reissue 2203

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Per le corde potete scegliere il marchio GHS, che produce dei set signature di Zakk:

GHS GBZW Zakk Wylde

GHS GBZW Zakk Wylde

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GHS GBZW LO Zakk Wylde

GHS GBZW LO Zakk Wylde

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Con gli effetti invece la scelta deve ricadere sul marchio MXR, che ha celebrato proprio lo scorso anno i 20 anni di collaborazione con il chitarrista. Abbiamo recensito anche noi qui i Wylde Audio Overdrive, Phase e Chorus e non possiamo fare altro che consigliarvi l’acquisto.

MXR Wylde Audio Overdrive

MXR Wylde Audio Overdrive

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MXR Wylde Audio Phase

MXR Wylde Audio Phase

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MXR Wylde Audio Chorus

MXR Wylde Audio Chorus

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Zakk ha anche scritto un libro, Il metal spiegato ai bambini. Cronache e misfatti della vita in tour (e non solo…), che è un acquisto imprescindibile per i fan del chitarrista americano. Per altri dettagli sulle influenze principali nella carriera di Zakk vi invitiamo a vedere questa sua intervista del 2018.

Buon compleanno Zakk e ti auguriamo di poterci deliziare con il tuo velocissimo e tecnicissimo playing ancora per molti anni!

Zakk Wylde dal vivo con i Black Label Society nel 2011 – Credits: Creative Commons – Flickr – DocChewbacca, CC BY-NC-SA 2.0 DEED

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Riccardo Yuri Carlucci