Ozzy Osbourne ha sempre avuto un talento innato per circondarsi di musicisti straordinari. Dopo la sua esperienza con i Black Sabbath, la sua carriera solista ha preso il volo anche grazie al contributo di alcuni tra i migliori chitarristi nella storia del rock e dell’heavy metal. Ecco un approfondimento su quei “trituratori di note” che hanno lasciato un’impronta indelebile al fianco del Principe delle Tenebre.

Randy Rhoads: Il genio neoclassico
Randy Rhoads è stato una meteora destinata a diventare leggenda. Con la sua abilità inconfondibile nello stile neoclassico, ha segnato per sempre l’immaginario chitarristico metal. Nonostante la sua tragica morte a soli 25 anni, la sua influenza ha raggiunto chitarristi di tutte le generazioni, incluso Tom Morello, che ha chiamato suo figlio Rhoads in suo onore.
Ha partecipato a soli due album di Ozzy: Blizzard of Ozz e Diary of a Madman. Brani come Crazy Train e Mr. Crowley mostrano la sua abilità tecnica, mentre Suicide Solution e Goodbye to Romance, suonati con l’iconica Flying V di Karl Sandoval a pois, rivelano una sensibilità melodica unica. Dee, breve strumentale acustica, è una perla che evoca gli interludi di Tony Iommi con i Black Sabbath.
Zakk Wylde: Il fratello d’armi
Zakk Wylde è stato il compagno più duraturo e riconoscibile della carriera solista di Ozzy, a partire dal 1987. Leader dei Black Label Society, ha portato potenza e uno stile aggressivo alla musica di Osbourne. È il responsabile di riff iconici in No More Tears, Mama I’m Coming Home, Dreamer e Gets Me Through.
Celebre per le sue chitarre personalizzate, tra cui la Dean Razorback Bullseye (regalo di Dimebag Darrell) e la sua linea Wylde Audio, ha anche utilizzato la Gibson Zakk Wylde Flying V con Floyd Rose e The Rebel, una Gibson Les Paul Custom.
Jake E. Lee: Il sostituto coraggioso
Jake E. Lee entrò nella band di Ozzy tra il 1982 e il 1987, impugnando la sua Stratocaster per colmare il vuoto lasciato da Rhoads. Brillante e carismatico, convinse i fan fin dal primo riff di Bark at the Moon. Il suo lavoro proseguì fino a The Ultimate Sin, dopo il quale lasciò il gruppo in seguito a tensioni con Sharon Osbourne.
Gus G: Il professionista del metal moderno
Konstantinos Karamitroudis, alias Gus G, fece il suo debutto con Ozzy al BlizzCon del 2009. Con due ESP Eclipse II(una accordata in Standard D e una in Dropped C), portò un’energia fresca e una passione autentica per il metal classico. È presente negli album Scream e iTunes Festival London 2010.
Jerry Cantrell: Il Riff Lord in prestito
Jerry Cantrell, fondatore degli Alice In Chains, ha partecipato all’unico album di cover di Ozzy, Under Cover. Armato di una G&L Rampage, ha lasciato il suo segno su reinterpretazioni come 21st Century Schizoid Man, Sunshine of Your Love e In My Life.
Celebre per il suo uso del pedale wah e le composizioni dai tempi irregolari, Cantrell ha dichiarato a Guitar World: “Le cose fuori tempo sono solo più eccitanti, prendono la gente di sorpresa.”
Bernie Tormé: Il bluesman di passaggio
Bernie Tormé arrivò nella band in un momento critico, poco dopo la tragica morte di Rhoads. Con un background nella band Gillan, aveva il pedigree, ma il suo stile blues poco si adattava al suono di Ozzy. Rimase appena dieci giorni. Successivamente militò in gruppi come Atomic Rooster e Desperado.
Brad Gillis: Il sostituto di emergenza
Dopo Tormé, toccò a Brad Gillis prendere in mano la chitarra per il tour del 1982. Con la sua Fender Stratocaster del ’62 e una Gibson Les Paul del ’71, registrò l’album live Speak of the Devil, composto interamente da cover dei Black Sabbath. Terminato il tour, tornò alla sua band, i Night Ranger.
Joe Holmes: L’erede silenzioso
Joe Holmes fu la presenza fissa nei tour tra il 1995 e il 2001, ma incise una sola traccia con Ozzy: Walk On Water, parte della colonna sonora di Beavis e Butt-Head Do America. Ex chitarrista di David Lee Roth e allievo di Rhoads, è coautore di tre brani inclusi in Down to Earth, pur non avendoli suonati nel disco.
Tony Iommi: L’origine di tutto
Tony Iommi non è stato un chitarrista della carriera solista di Ozzy, ma la sua influenza è imprescindibile. Fondatore dei Black Sabbath, ha definito il linguaggio del metal. Metal Hammer lo ha incoronato “Riff Lord”, e Guitar World ha sottolineato che “nessun genere metal esisterebbe senza Tony Iommi”. È l’archetipo a cui Ozzy ha sempre guardato.
Ozzy Osbourne, una vita tra i chitarristi
Tra gli altri chitarristi associati brevemente al mondo di Ozzy, troviamo Alex Skolnick, che suonò dal vivo nel 1995, e Steve Vai, autore delle tracce originali di Ozzmosis, poi ri-registrate con Zakk Wylde per motivi legali.
Chiamatelo visionario, sopravvissuto o folle: Ozzy Osbourne ha sempre saputo circondarsi dei migliori. La sua “resistenza” nel mondo della musica, durata oltre 40 anni, si spiega anche con la sua straordinaria capacità di scegliere collaboratori all’altezza. I chitarristi che hanno attraversato il suo cammino ne sono la prova: semplicemente alcuni dei migliori nella storia del rock.
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