Clapton is God. Lo scrivevano sui muri di Londra e probabilmente avevano ragione. Eric Clapton è nell’olimpo della chitarra e della musica in generale. Apprezzato dai chitarristi per i suoi album innovativi con John Mayall e con i Cream, è anche uno degli artisti più conosciuti al mondo per le sue ballad e per le versioni unplugged. Ripercorriamo in breve la storia di Eric Clapton, dalla sua infanzia ai giorni nostri, passando per momenti importanti della sua carriera, con uno sguardo al suo suono e alla sua strumentazione negli anni.

Una breve storia di Eric Clapton
Ho chiamato questo paragrafo “Una breve storia di Eric Clapton” perché “La storia di Eric Clapton” l’ha raccontata lui stesso nella sua autobiografia. Questo è un racconto veloce che tocca alcuni momenti significativi della sua vita e della sua carriera.
Infanzia e prime sfide
Eric Clapton nacque nel 1945 a Ripley, Surrey, da una madre molto giovane che, per proteggerlo, lo fece crescere credendo che fosse sua sorella. Fu allevato dalla nonna e scoprì presto il valore della musica, in particolare del blues. A tredici anni ricevette in regalo una chitarra acustica di scarsa qualità con la quale iniziò a imitare i grandi bluesman che ascoltava. Con l’aiuto di un registratore poteva riascoltarsi e migliorare.
I primi gruppi e l’ascesa
A 16-17 anni iniziò a emergere nella scena musicale londinese, suonando per strada e nei club. Fece parte dei Roosters, poi con Casey Jones and the Engineers. Nel 1963 entrò negli Yardbirds, dove si fece notare per il suo stile blues intenso.
Bluesbreakers e il mito Clapton is God
Il periodo con John Mayall & the Bluesbreakers gli diede fama nella scena britannica. L’album Blues Breakers with Eric Clapton lo consacrò e su un muro apparve il graffito Clapton is God, simbolo del suo status leggendario.
Cream e le band successive
Nel 1966 fondò i Cream, inizialmente segreti, considerati il primo supergruppo del rock. Dopo lo scioglimento, continuò con i Blind Faith e poi con Derek and the Dominos, con cui scrisse Layla, ispirata a una storia araba e dedicata al suo amore di allora Pattie Boyd, moglie di George Harrison.
Eric Clapton debutta da solista
Il suo album di debutto da solista, Eric Clapton, uscì nel 1970. Negli anni successivi pubblicò lavori di successo come Unplugged nel 1992 e From the Cradle nel 1994. Unplugged è il suo album più venduto, con oltre 26 milioni di copie, e il live più venduto di sempre.
Discesa e redenzione
La sua biografia racconta di un uomo che ha combattuto demoni interiori. Clapton parla apertamente di due quasi fatali dipendenze da droghe e alcol, che lo portarono più volte in cliniche di disintossicazione. Conobbe e collaborò con molti artisti diventati amici, ma dovette anche salutare prematuramente figure come Jimi Hendrix e John Lennon. Un momento drammatico della sua vita fu la morte del figlio Conor, avuto da Lory Del Santo.
Riflessione sincera e recupero
Nell’autobiografia emerge un ritratto privo di filtri: Clapton scrive senza chiedere perdono, con racconti crudi di tradimenti, dipendenze e rimpianti. Si percepisce la trasformazione di un ragazzo emotivo che trova sé stesso solo verso la metà dei cinquant’anni. Il libro presenta il suo recupero, la fondazione dell’Antigua Crossroads Centre e la ritrovata serenità familiare e musicale.
Una carriera multipremiata
Clapton è l’unico artista introdotto nella Rock and Roll Hall of Fame per tre volte: con gli Yardbirds, i Cream e come solista. Ha vinto diciassette Grammy, diventando una figura centrale nella storia del rock e del blues.
Ecco il link dove puoi trovare l’autobiografia di Eric Clapton: L’autobiografia di Eric Clapton.
Influenze musicali di Eric Clapton
Le radici stilistiche di Clapton affondano nel blues americano. Fu profondamente influenzato da Robert Johnson, Muddy Waters e Freddie King, ma seppe reinterpretare questi linguaggi in chiave personale. La sua musica unisce il fraseggio emotivo del blues a soluzioni melodiche tipiche del rock britannico, creando un ponte tra tradizione e modernità.
Il suono distintivo
Il suono di Clapton è riconoscibile per il timbro caldo, l’uso espressivo del vibrato e il tocco pulito, anche nei passaggi più veloci. Celebre è il cosiddetto woman tone, ottenuto abbassando il tono della chitarra e regolando il volume dell’amplificatore per un suono morbido e vellutato. Questo approccio ha contribuito a ridefinire la percezione della chitarra solista negli anni ’60 e ’70.
Strumentazione di Eric Clapton
Il periodo Gibson e Marshall Bluesbreaker
All’inizio della carriera solista e con i Cream, Eric Clapton preferiva chitarre Gibson. Les Paul, SG e ES-335 erano le sue scelte principali. Celebre la Gibson Les Paul Standard con cui registrò l’album Blues Breakers with Eric Claptondei John Mayall & the Bluesbreakers. In quel periodo utilizzava amplificatori Marshall Bluesbreaker combo, ottenendo un suono potente ma caldo e dinamico, diventato un riferimento per il rock blues britannico.
Gli anni con la Fender
Negli anni Settanta Clapton si avvicinò stabilmente alle Fender Stratocaster. Il suo strumento più famoso di questo periodo è Blackie, assemblata con parti di tre Stratocaster degli anni Cinquanta acquistate in Texas. Il passaggio a Fendercontribuì a definire un timbro più pulito e brillante. Anche gli amplificatori cambiarono, passando dai Marshall ai Fender Tweed.
Eric Clapton in acustico
Oltre a essere una leggenda della chitarra elettrica, Clapton ha mostrato grande personalità anche con la chitarra acustica, sia in studio che dal vivo. Tra i modelli più iconici ci sono la Martin 000-28 e la Martin 000-42, quest’ultima protagonista del celebre MTV Unplugged. Con l’acustica emerge il lato cantautorale di Clapton, insieme a uno stile intimo e delicato che rese leggendario il concerto dell’MTV Unplugged. Nei live alterna regolarmente il rock blues elettrico alla calma delle sezioni acustiche, seduto con la sua Martin.
Negli anni sono stati prodotti modelli signature in suo onore.
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