Nel mondo della chitarra elettrica, pochi strumenti evocano immagini e suoni tanto iconici quanto la Fender Telecaster. È la chitarra che ha attraversato decenni di storia, dalle mani di Keith Richards e Bruce Springsteen fino agli studi moderni. Eppure, in un mercato che cambia rapidamente e che convive quotidianamente con un’enorme quantità di strumenti usati di ottimo livello, è legittimo porsi una domanda: il prestigio di un nome basta a giustificare un prezzo elevato?
Nel video qui sopra realizzato insieme a Paul Audia negli studi di Thomann, abbiamo deciso di testare e confrontare due strumenti che, almeno sulla carta, non dovrebbero competere: la nuova Fender Telecaster American Vintage II e la ben più economica Sire Larry Carlton T7. Il prezzo della prima supera i 2500 euro, mentre la seconda si aggira intorno ai 500 euro. Eppure, quello che è emerso dal confronto è molto più sorprendente di quanto ci aspettassimo.
Fender American Vintage II vs Larry Carlton T7: due filosofie a confronto
Partiamo da un dato oggettivo: Fender è uno dei marchi che ha costruito l’identità stessa della chitarra elettrica. La serie American Vintage II si propone di riportare alla luce le specifiche e le sensazioni delle chitarre originali degli anni ’50, ’60 e ’70, con una cura per i dettagli e una filosofia “vintage correct” che ha certamente un costo. Legni selezionati, finiture nitro, tastiere con radius e tasti dell’epoca, pickup costruiti con le stesse tecniche di un tempo. (Vedi i due single coil Pure Vintage ’51 Tele che monta la chitarra che abbiamo per le mani)
Dall’altra parte Sire; un’azienda molto più recente, salita alla ribalta grazie alla collaborazione con Larry Carlton. Il brand ha puntato su un concetto semplice ma potente: offrire strumenti estremamente suonabili, ben costruiti e rifiniti, ad un prezzo abbordabile. Nessun vezzo vintage, ma solidità, affidabilità, estetica moderna e un’ergonomia che strizza l’occhio alla versatilità.
Insomma, non è un confronto tra “uguali”, ma proprio per questo è significativo.
Fender AV II 51 Tele MN PROTO WHT
Larry Carlton T7 AWH
Fender American Vintage II vs Larry Carlton T7: suonabilità e feeling
La prima cosa che abbiamo voluto mettere alla prova è quella che un musicista percepisce più di tutto: il feeling sotto le dita. È un elemento difficile da quantificare, ma che ogni chitarrista riconosce immediatamente quando prende uno strumento in mano. E qui, la sorpresa.
Nonostante la differenza di prezzo e di filosofia, la Sire T7 ci ha restituito una sensazione estremamente vicina a quella della Fender AVII. Manico comodo, intonazione precisa, un’azione regolata bene già di fabbrica. Sotto le dita, non c’era quel divario che ci si aspetterebbe tra una chitarra da 500 euro e una da 2500.
Non ci è sembrato di suonare uno strumento 5 volte migliore. E questo è un punto che vale la pena approfondire.
Il suono: tradizione vs modernità
Anche al banco di prova del suono le differenze sono più sottili di quanto si immagini. La Telecaster AVII ha il classico timbro Fender: brillante, incisivo. I pickup restituiscono un suono molto dinamico e fedele al tocco. È una Telecaster che suona come ci si aspetta da una Telecaster.
La Sire T7 si difende con grande dignità. Non ha la stessa voce vintage della Tele, ma offre una palette sonora molto convincente e moderna. Anche qui, la riflessione è inevitabile: il suono è diverso, ma non necessariamente peggiore o meno musicale. E di certo non proporzionato alla differenza di prezzo.
Il contesto del mercato: un tempo con 2500 euro si prendeva un Custom Shop
Uno degli aspetti che abbiamo voluto sottolineare nel video è l’evoluzione del mercato nel corso degli ultimi 10-15 anni. Fino a non molto tempo fa, con 2500 euro si poteva acquistare una Fender Custom Shop, magari usata ma pur sempre uno strumento di fascia altissima. Oggi, lo stesso budget ti mette di fronte a una chitarra diciamo di fascia media.
Questo cambiamento ha due cause principali: da un lato l’aumento dei prezzi generalizzato, dall’altro una certa tendenza dei brand storici ad alzare il valore percepito attraverso edizioni speciali, riedizioni e finiture pregiate. Ma nel frattempo, marchi emergenti come Sire, Harley Benton, Cort, Vintage, Eastman e tanti altri stanno offrendo strumenti sempre più interessanti, alzando la qualità pur restando accessibili.
E qui entra in gioco un altro fattore spesso trascurato: il mercato dell’usato. È un universo parallelo che vive da 70 anni, popolato da strumenti con storia, carattere e prezzi molto competitivi. Chi compra oggi una chitarra nuova deve necessariamente confrontarsi con questa realtà: perché investire 2500 euro in uno strumento “nuovo” quando con la metà si può trovare qualcosa di unico, rodato e pieno di vibrazioni?
Il potere (e il rischio) del brand
Un altro spunto che ci sta a cuore è questo: non bisogna farsi ammaliare solo dal brand. La scritta sulla paletta ha certamente un valore culturale, emotivo e anche di rivendibilità. Ma nella musica, quella vera, ciò che conta è quanto lo strumento ti ispira, quanto ti fa suonare meglio, quanto ti fa venire voglia di prenderlo in mano ogni giorno.
Il nostro confronto non vuole assolutamente screditare Fender, un marchio che amiamo, rispettiamo e che ha scritto pagine fondamentali della storia della chitarra. Ma vuole essere un invito alla curiosità, all’esplorazione, al superamento dei pregiudizi. Perché oggi più che mai, un chitarrista ha la possibilità di scegliere liberamente in base alle proprie esigenze, al proprio budget e alla propria sensibilità.
Fender AV II 51 Tele MN PROTO WHT
Larry Carlton T7 AWH
Suona prima di giudicare!
Alla fine di questo confronto, ci siamo ritrovati con una sensazione chiara: non esiste una chitarra “migliore” in senso assoluto, ma solo quella giusta per il tuo modo di suonare. La Fender Telecaster AVII è uno strumento ben realizzato, curato, fedele alla sua tradizione. Ma la Sire T7, pur costando un quinto, ci ha sorpreso per coerenza costruttiva, suonabilità e carattere. E questo ci porta a un messaggio semplice: non sottovalutate i marchi emergenti, non fermatevi al logo sulla paletta. Oggi più che mai, vale la pena mettere da parte i preconcetti e affidarsi al giudizio delle proprie mani e delle proprie orecchie. Perché alla fine, la chitarra non è un feticcio da appendere al muro. È uno strumento. Deve vibrare, deve emozionarti. E se lo fa, che costi 500 o 2500 euro, ha già vinto.
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