Abbiamo incontrato il grandissimo Paul Gilbert prima dell’inizio del suo tour estivo in Italia, durante le prove sul palco dello Zio Live Music, che ha ospitato la prima data del 25 giugno scorso (trovate qui il nostro racconto dettagliato della serata). Paul ci ha dedicato del tempo per realizzare un’intervista sincera e partecipata, in cui traspare tutta la sua umiltà. Il grande chitarrista americano ha rivolto lo sguardo al passato e ci ha svelato qualche dettaglio sul suo prossimo futuro.

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Planet Guitar: Amici di Planet Guitar, bentornati sul palco di uno dei nostri posti preferiti per ascoltare musica dal vivo: lo Zio Live Music, a due passi da Milano. Stasera siamo con una vera e propria leggenda della sei corde. Sono molto onorato di essere sullo stesso palco con Paul Gilbert. Grazie, Paul, per essere qui con noi! Paul, si può dire che sei in un nuovo capitolo della tua vita. Hai chiuso il capitolo con i Mr. Big qualche mese fa, lo scorso febbraio avete fatto gli ultimi concerti. Quali sono le tue sensazioni se ripensi a quei fantastici anni con la band?

Paul Gilbert: Ci penso poco. Guardo al futuro e al presente! Voglio dire, ieri abbiamo iniziato le prove qui e la donna che è, credo, l’organizzatrice del locale (la nostra amica Clara Anelli – Ndr), ama i Mr. Big. Quindi era davvero entusiasta di pensare alle canzoni e mi ha chiesto: “Qual è la tua canzone preferita dei Mr. Big?” e io le ho risposto: Stay Together è una delle mie preferite”. Quindi è stato bello godermi i Mr. Big attraverso di lei, ma se sono da solo penso ad altre cose.

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Planet Guitar: Guardando al passato, prima dei Mr. Big e tra un periodo e l’altro con la band, ci sono alcuni album straordinari che hai realizzato con i Racer X. Qual è il tuo album preferito di quel progetto? 

Paul: Direi Technical Difficulties e Superheroes, li adoro entrambi, sono entrambi molto belli. Credo che Technical Difficulties suoni un po’ meglio, come se la produzione fosse un po’ più chiara, ma Superheroes ha delle belle canzoni e un buon playing, quindi mi piacciono entrambi.

Planet Guitar: Nella tua carriera hai fatto anche delle collaborazioni straordinarie e hai suonato in molti album tributo. C’è però un artista che ammiri e con cui non hai ancora avuto l’opportunità di collaborare?

Paul: Ultimamente sto suonando molto di più la chitarra in stile blues. E il blues è ottimo per le jam. Molti musicisti metal non fanno mai jam session perché è uno stile di musica diverso, più strutturato. Non si può fare molta jam session. Ma nel blues le jam sono fantastiche. Quindi mi piacerebbe fare una jam con qualsiasi chitarrista blues. Molte volte le persone pensano che Paul Gilbert sia un musicista metal. Tuttavia io sto cercando di essere un chitarrista blues che può avere una bella conversazione musicale.

Planet Guitar: Paul, sei un musicista completo. Sei un compositore, un songwriter, un virtuoso della tecnica. Hai fatto di tutto nel mondo della chitarra. Come ti definiresti?

Paul: Non so se sia importante. Credo di voler continuare a provare cose nuove. E la cosa bella di ogni album è che ha un titolo e forse un qualche tipo di tema. Così gli album che ho fatto, sono molto diversi l’uno dall’altro. Ho fatto un album blues con mio zio; ho fatto un album metal con i Racer X; l’ultimo è un tributo a Ronnie James Dio, che è metal, e io suono le linee vocali con la chitarra. In alcuni dei miei primi lavori da solista, invece, canto di più. Quindi è sempre così, qualsiasi cosa abbia fatto l’ultima volta, di solito mi stanca, quindi voglio fare qualcosa di nuovo la volta successiva.

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Planet Guitar: Passando all’imminente tour che inizierà domani, cosa possono aspettarsi i tuoi fan da questi nove concerti in Italia?

Paul: Probabilmente la cosa più notevole è il medley dei Led Zeppelin, della durata di 30 minuti. Sono cresciuto con i Led Zeppelin, che erano il mio gruppo rock preferito da bambino, e ho imparato così tanti lick di Jimmy Page che è stato divertente mettere insieme tutte le mie parti di chitarra preferite. Non potrei mai entrare in una cover band dei Led Zeppelin come cantante, ma in un medley posso fare dei piccoli pezzi. Quindi probabilmente potrei cantare una strofa di Kashmir e non avrei problemi.

Se dovessi cantare l’intera canzone, sarei distrutto. Quindi canto alcune parti quanto basta per poterle fare e poi mi riposo. Ma per fortuna ci sono parti basse, come Stairway to Heaven. E poi quando arriva la parte alta, la suono con la chitarra. O come in Rock and Roll, (la accenna – Ndr): è alta! Quindi faccio tutta la melodia con la chitarra. E ho imparato molto da questo. La voce di Robert Plant sulla chitarra, si capisce dove va a finire. E mi chiedo “è questo che sta facendo?”. Una melodia davvero, davvero bella. Non ci avrei mai pensato.

Planet Guitar: La formazione è completata da due straordinari musicisti italiani, Roberto Porta alla batteria e Marco Galiero al basso. Cosa ci puoi dire di loro?

Paul: Sono fantastici. Ho già suonato con Marco Galiero nell’ultimo tour in Italia ed è stato eccezionale. E questa è la prima volta che suono con Roberto Porta, che ha un suono incredibile. Ho dato loro molto lavoro. Devono imparare tutto il medley dei Led Zeppelin, tutte le pause e tutto quello che succede. E molte altre, come Long Distance Runaround degli Yes, che è una canzone molto difficile da imparare. Hanno fatto un ottimo lavoro per preparare tutto questo materiale, e il loro groove è fantastico, da grandi jammer

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Planet Guitar: Ha un legame particolare con l’Italia o con i fan italiani? Qual è il tuo rapporto con il nostro Paese?

Paul: Beh, credo che l’aspetto unico sia che il promoter, Riccardo Capelli (che ringraziamo per averci permesso di organizzare l’intervista – Ndr), organizza tour diversi da quelli che ho fatto altrove. Di solito hai il tour bus, vai nelle grandi città e fai i concerti più grandi possibili. Con Riccardo, invece, le cose si fanno più piccole, ma in questo modo possiamo andare in molte città più piccole e goderci davvero l’Italia.

È un posto molto piacevole. Il cibo è ottimo, il panorama è bellissimo, la gente è gentile, il vino è buonissimo. Così porto con me la mia famiglia e facciamo una bella vacanza. In più mia moglie Emi è una grande tastierista e suona circa la metà del set, così riusciamo a suonare insieme. Ci godiamo l’Italia e suoniamo. E l’abbiamo già fatto in passato, non è la prima volta. Non possiamo farlo da nessun’altra parte.

Planet Guitar: Un’ultima cosa per i fan italiani: cosa possiamo dire di Paul Gilbert nel futuro? 

Paul: Beh, ho appena scritto il mio nuovo album! Torno a casa tra circa tre settimane e vado subito in studio a registrarlo. E sono davvero entusiasta. Non mi sono mai divertito tanto a scrivere canzoni. Ho trovato un nuovo modo di scrivere. Non sono mai stato impaziente di farlo, ero tipo “Oh, ora devo fare questo”. Adesso invece non vedo l’ora. Quindi penso davvero che la scrittura delle canzoni sia una delle mie migliori. E ovviamente suono la chitarra, ma canto un po’ di più. E vi dirò qual è il tema dell’intero album. Credo che l’idea che ho avuto musicalmente sia stata quella di avere il più possibile, voglio essere in grado di cantare tutto.

Quindi se l’assolo di chitarra è qualcosa che posso cantare, posso farlo anche con i fill di batteria… Se lo fai, se rendi ogni parte cantabile (“make it singable”), il risultato è fantastico. E per me è una buona lezione, perché posso suonare un sacco di cose che non sono cantabili. Le mie mani impazziscono, volano e voglio che lo facciano. E a volte va bene, ma la maggior parte delle volte penso solo a renderla cantabile. E questa, sai, per me è un’ottima regola da seguire. 

Subito dopo l’intervista realizziamo anche il rig rundown completo della strumentazione che Paul ha utilizzato per tutto il tour italiano. In particolare, Paul ci ha spiegato come utilizza sapientemente i suoi pedali per ottenere i diversi suoni di cui ha bisogno durante il medley dei Led Zeppelin. Lo trovate sul nostro canale YouTube oppure qui sotto. 

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Incontrare Paul Gilbert è stato veramente incredibile: un vero Maestro della sei corde che si è raccontato con grande sincerità, disponibilità e simpatia. Ringraziamo ancora tutto lo staff dello Zio Live Music e il manager di Paul, Riccardo Cappelli, per averci permesso di realizzare questi contenuti. Arrivederci a presto in Italia, Paul!

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Riccardo Yuri Carlucci