Ci troviamo a Monza e più precisamente al Sound Workshop, sala prove storica della provincia lombarda. Ad aprirci le porte Cristiano Sanvito, titolare della struttura, che dal 1989 con profonda passione per la musica, è un indiscusso punto di riferimento per tutti i musicisti della zona.

Abbiamo ripercorso la storia del mitico Sound, dall’apertura fino ad oggi; quasi 35 anni di storia che valgono la pena di essere raccontati. 

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Ulteriori informazioni

Planet Guitar: Partiamo dall’inizio…raccontaci il Cristiano che da ragazzo ha deciso di fare della musica la sua vita.

Cristiano Sanvito: Mi sono avvicinato casualmente alla musica perchè nella mia famiglia non c’erano musicisti, ma decisero comunque di regalarmi una chitarra classica quando avevo circa 10 anni. Mi appassionai e iniziai a studiare seriamente lo strumento al Liceo Musicale di Monza. Parallelamente fui rapito dal mondo della registrazione, tanto da allestire uno studio rudimentale nella mia cameretta con un registratore a cassette ed un vecchio Lesa a bobine. Nei primi anni ‘80, dopo un periodo di rodaggio e maldestri tentativi, presi la giusta confidenza e decisi di aprire, con un collega pianista, una piccola attività per registrare jingle pubblicitari. Il primo vero disco lo feci proprio con lui: brani di musica classica rivisitati in chiave moderna.

Poco dopo, incalzato da una band di amici, concretizzai l’idea di aprire delle sale prova qui a Monza. All’epoca le uniche a disposizione erano a Milano, quindi intuii il “buco” che c’era in questo tipo di servizio e feci il grande salto, dedicandomi a tempo pieno a questa attività.

Era il 1989 e il Sound Workshop venne accolto con grande entusiasmo dai tanti musicisti della zona!

Planet Guitar: Parlaci un po’ della scena musicale di quegli anni

C.S.: Nel 1971 ci furono dei disordini in occasione del concerto dei Led Zeppelin al Vigorelli di Milano. Quella serata funestata da scontri e fumogeni fece sparire l’Italia dal radar dei tour internazionali per un po’. Nel 1977 ci provarono i Santana ed io ero lì; gli tirarono bulloni e addirittura delle molotov…nessuna star volle più venire in Italia a suonare. 

Quando, verso la metà degli anni ‘80, le acque si calmarono e i grandi artisti tornarono a calcare i palchi del nostro paese, anche la scena underground ed amatoriale ne trasse beneficio. 

Planet Guitar: Ti ricordi che strumentazione avevi nelle sale prova quando hai aperto?

C.S.: Le prime batterie che ho comprato erano di fabbricazione cinese e con 500 mila lire ti davano il set completo, piatti inclusi! Avevo qualche piccolo combo e impianti voce ridotti con mixer a sei canali. Ma all’epoca era più che sufficiente anche perché lo standard delle strutture milanesi non era molto più alto e in casa le persone avevano poco o niente. Con il passare degli anni e la comparsa di vari competitors, abbiamo cercato di offrire strumentazione sempre più professionale, sfruttando e valorizzando i nostri ampi spazi che non sono facili da trovare in altre strutture.

Per registrare avevo iniziato con un 4 tracce a bobine, poi sono passato a 8 e quindi 16. Dopodiché ci fu l’avvento del digitale, che ha reso più veloci molte operazioni, ma ci ha portato via parecchio lavoro. Ad oggi molte persone riescono a gestire buona parte delle registrazioni a casa, delegando allo studio ad esempio solo le riprese di uno strumento un po’ complesso come la batteria.

Planet Guitar: In tutti questi anni di attività avrai sicuramente avuto a che fare con diversi artisti che poi hanno segnato il panorama della musica italiana…

C.S.: Certamente! Ho visto nascere Morgan, Andy e i Blu Vertigo. Quando ho aperto loro erano al liceo e venivano a provare qui molto spesso. Hanno registrato qualche provino e sicuramente conservo del loro materiale da qualche parte.

La più grossa, importante e duratura collaborazione è stata con i Matia Bazar. I provini delle ultime tre cantanti (Silvia Mezzanotte, Roberta Faccani e Luna Dragonieri) sono stati fatti qui al Sound. Li ho seguiti in varie tournée, ho preparato con loro le tracce di supporto che usavano nei live e preso parte alle registrazioni. Vi racconto una curiosità. Nell’ultimo album della formazione precedente (Conseguenza Logica), quindi una decina di anni fa, ci sono un paio di brani nei quali hanno suonato i miei figli; in Bisogna Avere Più Cuore c’è la batteria di Simone e in Nuotano Nuvole un assolo di chitarra di Francesco.

Sono passati di qui anche Alex Baroni, Paola Turci…e Loredana Bertè che un giorno venne a provare con uno strano sgabellone sotto braccio. Poco prima delle prove si era fermata in un bar e aveva convinto la cassiera a farsi dare quello sgabello perchè secondo lei era indispensabile per cantare quel giorno. 

Anni fa la casa discografica di Fabri Fibra noleggiò una sala per una settimana ad uso esclusivo del rapper. Mi ricordo che venne al massimo un paio di volte! 

Sound Workshop

Planet Guitar: L’estate scorsa il Sound Workshop ha collaborato con il Comune di Monza per la creazione di un evento molto significativo che ha portato tantissimi musicisti amatori ad esibirsi per le vie del centro città. Quanto è importante il sostegno delle istituzioni per la musica? 

C.S.: L’Assessorato alla cultura di Monza ha voluto dar spazio a band e musicisti e mi ha chiesto di organizzare da cima a fondo questa rassegna; abbiamo scelto le band ed allestito tre palchi per tutto il mese di Luglio nelle strade principali del centro. Al via delle selezioni c’è stata una risposta molto importante, nell’ordine di una cinquantina di gruppi desiderosi di suonare. 

Anche in passato il Comune, durante i primi anni di attività, offriva una convenzione a tutti i musicisti under 25 che venivano a provare, sostenendo di fatto la loro crescita artistica. 

Planet Guitar: Siamo ai saluti…grazie Cristiano per averci ospitati nella tua bellissima struttura!

C.S.: È stato un piacere e grazie a voi per l’opportunità! 

Matteo Bidoglia
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