Benvenuti alla terza parte del mio workshop sull’armonia in cui parleremo di come interpretare le sigle degli accordi. Nell’ultima puntata abbiamo esaminato gli intervalli presenti all’interno di un’ottava e la struttura degli accordi di base. Oggi applicheremo ciò che abbiamo già imparato ad intervalli più ampi e ad accordi più complessi, che spesso incontriamo nel jazz e nella musica pop più ricercata.

Interpretare le sigle degli accordi

Voglio anche mostrarvi come affrontare accordi che a primo impatto possono spaventare, come un Ab7/#9/b13 o un Fmaj7/9/#1. Spesso si crede che queste forme accordali siano più comuni nel jazz e negli stili affini. Ma se si ascoltano brani come “Street Life” dei Crusaders, “Georgy Porgy” dei Toto, vari pezzi di Stevie Wonder, Sting o Steely Dan, diventa subito chiaro che questi “voicings jazz” sono entrati da tempo anche nel mondo del pop.

Workshop – Interpretare le sigle degli accordi

Vediamo innanzitutto gli intervalli che si estendono oltre l’ottava:

Abbiamo già definito l’intervallo C – C’ come un’ottava. Se ora aggiungiamo un tono, cioè arriviamo fino a D’, otteniamo lo stesso intervallo che abbiamo già chiamato seconda, ma un’ottava più in alto. Dobbiamo quindi chiamarlo in un altro modo: che ne dite di Nona?! Se seguiamo questo procedimento per tutte le note che si estendono oltre l’ottava, otteniamo:

C – C’: Ottava Giusta

C – D’: Nona Maggiore (nonus: la nona)

C – E’: Decima Maggiore (decimus: la decima)

C – F’: Undecima Giusta (undecimus: l’undicesima)

C – G’: Dodicesima Giusta (duodecimus: la dodicesima)

C – A’: Tredicesima Giusta (tredecimus: il tredicesimo)

Tutti gli altri intervalli vengono nominati sempre allo stesso modo secondo la teoria musicale.

Le denominazioni minore, maggiore, aumentata e diminuita vengono applicate anche agli intervalli che si estendono oltre l’ottava. L’intervallo C – Db’ sarebbe quindi una nona minore, ecc:

Intervalli Diatonici Estesi Oltre L’Ottava

Tradurre nell’ordine: Ottava Giusta, Nona Maggiore, Decima Maggiore, Undicesima Giusta, Dodicesima Giusta, Tredicesima Maggiore

Gli Accordi Diatonici a 4 Voci

Una volta chiarito questo aspetto, cercheremo di formare accordi più estesi con gli intervalli che abbiamo analizzato fino ad ora. Utilizzeremo, come base per la costruzione dei nostri accordi, le triadi che abbiamo incontrato nel coso del nostro workshop.

Per prima cosa, aggiungiamo un’altra terza sopra ciascuna delle nostre triadi. In questo modo otteniamo accordi di quattro note. Gli accordi che ne risultano sono chiamati accordi di settima; questa denominazione deriva proprio dal fatto che l’intervallo tra la nota più bassa e quella più alta è proprio un intervallo di settima.

Accordi a 4 Voci
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Accordi Diatonici a 4 Voci

Come si può notare, abbiamo a che fare con due tipologie di settima:

La settima maggiore

Nei canzonieri si trova spesso la seguente simbologia: Cmaj7, Cma7. Viene spesso utilizzato anche un piccolo triangolo accanto al nome dell’accordo C^7.

La settima minore

Troviamo questa tipologia di intervallo in accordi minori settima Cmin7, o negli accordi di dominante C7, Cdom7.

Si ottengono così gli accordi maj7, m7, 7 e sul VII grado m7/b5. Quest’ultimo è anche chiamato accordo “semidiminuito”, il simbolo utilizzato per rappresentarlo è Ø

Di seguito vorrei mostrarvi le tipologie più comuni di accordi a 4 voci che incontreremo spesso nel corso della nostra vita musicale. Per semplicità costruirò gli accordi partendo sempre dalla stessa nota fondamentale.

Accordi a 4 Voci Più Comuni
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Accordi a 4 Voci Più Comuni

Gli accordi a 4 voci presentati non sono gli unici che esistono. Un altro accordo molto comune e allo stesso tempo importante è quello completamente diminuito (il simbolo grafico che lo contraddistingue è O o O7). Questa tipologia di accordo ha alcune proprietà molto interessanti. Ogni nota presente in esso dista una terza minore dalla nota successiva.

E se dalla nota più alta saliamo ancora di una terza minore, ci ritroviamo di nuovo sulla nota fondamentale. Ciò significa che, essendo tutte le note equidistanti tra loro, qualsiasi nota all’interno di un accordo diminuito può diventare la fondamentale.

Il che a sua volta significa che possiamo spostare l’intero voicing di terze minori sul nostro strumento. Cioè Co = Ebo = Gbo = Bbbo (corrisponde a Ao)

CO7 in Tutti i Suoi Rivolti

Il suono è questo (forse vi riporterà alla mente le scene dai vecchi film, quando la situazione si faceva eccitante e stava per accadere qualcosa di brutto):

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Accordo Diminuito

Ora è il momento di fare un po’ di pratica

I seguenti tipi di accordi possono già darvi un’idea di come funziona la denominazione di questi ultimi:

Il nome minMaj7 ci dice: qui abbiamo a che fare con una triade minore con una settima maggiore.

Min6 a sua volta indica una triade minore con l’aggiunta di una sesta.

7/#5 indica un accordo che ha la settima minore con la quinta (5) alzata di un semitono, quindi 5#.

Di conseguenza, viene naturale intuire che in un accordo 7/b5, la quinta è abbassata di un semitono.

Accordi a 5 e Più Suoni

Se avete interiorizzato tutto ciò che abbiamo spiegato finora, capire e nominare gli accordi che incontreremo in questa sezione sarà davvero semplice. Partiamo sempre dagli accordi diatonici della scala maggiore (in questo caso C maggiore).

Questa volta porteremo all’estremo la sovrapposizione delle terze: aggiungeremo ancora terze alle nostre quadriadi (esaurendo così tutte le note che la nostra scala mette a disposizione). Queste note che si aggiungono ai nostri accordi a 4 voci vengono definite estensioni o tensioni.

Attenzione! Utilizzeremo per la prima volta gli intervalli che abbiamo illustrato all’inizio di questa puntata, quelli che si estendono altre l’ottava.

Gli accordi che ne derivano sono i seguenti:

Accordi Estesi

Se ora vogliamo dare un nome a ciò che ne deriva, nascono i seguenti accordi estesi (sempre legati agli accordi diatonici della scala di C maggiore)

I. C maj7/9/11/13

Perché? Le prime quattro note formano un Cmaj7, la nota successiva sarebbe il D, presa un’ottava più alta, cioè la nona (9). Sopra di essa c’è il F, l’undecima, cioè l’11. Una terza più in alto troviamo il A, cioè la tredicesima (13). E se si dovesse salire ancora di una terza? Allora ci sarebbe di nuovo il Do, che abbiamo già.

Gli altri accordi vengono denominati:

II. Dm7/9/11/13 e III. Em7/b9/11/b13

Aspettate un attimo! Da dove provengono improvvisamente questi bemolle all’interno dell’accordo Em7? Beh, la nona maggiore di E sarebbe il F#. Ma qui abbiamo a che fare con un F (ci muoviamo nella scala di C maggiore), cioè la nona abbassata di un semitono: quindi b9. La situazione è simile con b13. La 13 del E è il C#. Ma poiché qui abbiamo “solo” un C a disposizione, cioè la tredicesima minore, dobbiamo chiamarla b13.

IV. Fmaj7/9/#11/13

Cosa ci fa il diesis lì? La situazione è simile a quella precedente. La quarta giusta o l’undicesima giusta di F sarebbe il Bb. Ma poiché in questo caso è stato utilizzato un B, dobbiamo considerarla una quarta aumentata: quindi #11.

Andando avanti:

V. G7/9/11/13

VI. Am7/9/11/b13

VII. Bm7b5/b9/11/b13

Ecco alcune altre varianti: in uno spartito vi capiterà spesso di incontrare accordi che sembrano complessi. Magari queste forme apparentemente difficili hanno sempre creato timore, ma ora dovrebbe essere tutto più chiaro e leggero.

Esempio 1: C7/#5/b9: Analizziamo questo accordo. Partiamo dalla dicitura C7 (C E G Bb). Ma attenzione! Dovrebbe avere la #5. Quindi il G diventa un G#. A questo punto abbiamo: C E G# Bb. Anche la 9b viene ricavata velocemente, perché il D sarebbe la 9. Di conseguenza, la b9 deve essere un Db. Voilà, il nostro accordo è composto dalle note C E G# Bb Db.

Un’altro esempio: Cmaj7/#5/9/#11 Ok, un Cmaj7 sarebbe composto dalle note C E G B. Con la #5 diventa C E G# B. La nona sarebbe il D. Manca ancora la #11. Per ricavare questo intervallo, troviamo prima la nostra 11, che sarebbe il F. Di conseguenza, la #11 sarebbe il F#. Il nostro accordo completo quindi è:

C E G# B D F#

Accordi Sus

A questo punto, vorrei approfondire alcuni casi particolari della notazione degli accordi di cui non vi ho parlato finora:

Forse alcuni di voi ricordano il nome dell’accordo sus dai canzonieri. Ad esempio, accordi come Dsus4 o Esus4. Dietro l’abbreviazione sus c’è il termine “sospeso”. Ciò significa che nell’accordo compare una nota al posto della terza, preferibilmente la quarta (da cui sus4), spesso anche la seconda (che genera un accordo sus2).

Questi accordi hanno un suono molto aperto a causa dell’assenza della terza (e quindi sono privati anche del genere maggiore o minore) e sono ideali per le ballad pop.

Messi in partitura appaiono cosi:

Accordi Sus
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Accordi Sus

In molti casi, l’accordo di sus risolve sull’’accordo maggiore o minore. Ecco un esempio: Csus4 dopo C

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Risoluzione dell’Accordo Sus

Gli Accordi “add”

Bisogna fare una precisazione riguardo la nomenclatura degli accordi. Denominando un accordo, la regola prevede che la nota più alta comprende tutte quelle inferiori.

Ovvero, un D9 è in realtà un D7/9, poiché la settima è più in basso rispetto alla nona. Un Am11 è un Am7/9/11. Lo so che molto spesso nei canzonieri gli accordi vengono annotati in modo diverso (erroneamente). Tuttavia, questa è la regola per la nomenclatura esatta.

Alcune volte può succedere che si desideri un D maggiore con l’aggiunta della nota E, cioè una nona, ma senza la settima. Per nominare questo tipo di accordo si usa l’abbreviazione “add”. Quindi nomino il tipo di accordo di cui ho bisogno e “aggiungo” la nota desiderata. Ad esempio, l’accordo preso in esame deve essere chiamato Dadd9. La differenza è sostanziale:

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Accordi “add”

D9 è formato dalle note D F# A C E

Dadd9 ,invece, dalle note D F# A E

D9 e Dadd9

Questi accordi add9 sono molto usati anche nella musica pop, basti pensare ai Police con “Every breath you take”.

Gli Slash Chords

No, questo termine non ha nulla a che fare con il chitarrista dei Guns n’ Roses e nemmeno con il termine “to slash”. Piuttosto, dietro la parola “slash” c’è il termine inglese che indica la “/”. Infatti questi accordi si presentano così:

Bb/C, A/G, ecc.

A volte vengono chiamati anche “accordi con un’altra nota al basso”. In questo caso la sigla dell’accordo è formata da due componenti, la triade vera e propria e una nota di basso. Quest’ultima viene suonata come nota più bassa sotto l’accordo vero e proprio.

Naturalmente, ha senso che questa sia una nota diversa dalla fondamentale; perché C/C, cioè C con C nel basso, non ha molto senso, dato che si presume che la fondamentale sia sempre la nota più bassa.

Diamo un’occhiata all’esempio precedente Bb/C. Abbiamo una triade di Bb maggiore con C come nota bassa.

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Slash Chords

L’accordo si forma con queste note: C (nota bassa) Bb D F. Se dovessimo chiamare questo accordo con le regole che abbiamo illustrato fino ad ora (cosa ovviamente possibile) otterremmo:

C7/9/sus4 no5 (quindi un C7sus4 = F al posto della terza E. D sarebbe la 9 e poiché manca il G: no5)

Ebbene, quale sembra più chiaro ed immediato da capire: C7/9/sus4 no5 o semplicemente Bb/C?

A volte gli “slash chords” semplificano molto la simbologia degli accordi. Questo è proprio l’obiettivo principale che si deve avere quando si annota la musica e si creano delle partiture! Infatti, quanto più chiaramente si scrive qualcosa per gli altri musicisti, tanto più velocemente questi ultimi potranno metterlo in pratica senza incontrare inutili difficoltà.

Provate alcuni “slash chords”: ci sono dei voicing che suonano molto bene. Al pianoforte è relativamente facile prendere questi accordi. Alla chitarra potete provare a suonare gli accordi con il A al basso; suonate gli accordi sulle 4 corde più alte, colpendo ogni volta la corda del A a vuoto.

A proposito, anche i rivolti degli accordi possono essere annotati con questo metodo. Ad esempio il primo rivolto di C maggiore può essere scritto come C/E.

Tuttavia, alcuni accordi possono anche essere resi inutilmente complicati utilizzando la notazione “triade su nota bassa”. Se prendiamo in esame gli accordi a 4 voci, per esempio, potremmo scrivere un Cmaj7, composto da C E G B, come Em/C. Ma credo che scrivere semplicemente Cmaj7 sia più chiaro e comprensibile per la maggior parte dei musicisti. Come con tutte le cose, non bisogna mai esagerare e mai perdere di vista l’obiettivo principale.

Esercizi

Ecco alcuni esercizi per fare un pò di pratica:

  1. Qual è la nona minore delle seguenti note? D; A; F#; Eb
  2. Qual è la tredicesima delle seguenti note? E; Db; G; D#
  3. Quali note sono contenute nei seguenti accordi? a) G7/#11 b) B/A c) Em7/9 d) D7/b9/sus4 e) Fmaj7/sus2 f) E/Bb
  4. In alternativa, come si potrebbero nominare i seguenti accordi? a) C/A b) Dm/B c) Gmaj7/E

Le soluzioni sono riportate nella pagina successiva!

Soluzioni

Soluzioni

  1. Eb’, Bb’, G’, Fb
  2. C#’, Bb’, E’, B#’
  3. a) G B D F C#
    b) A B D# F#
    c) E G B D F#
    d) D G A C Eb
    e) F G C E
    f) Bb E G# B
  4. a) Am7
    b) Bm7b5
    c) Em7/9

A questo punto non resta che salutarci. Un piccolo consiglio che mi sento di darvi per approfondire ciò che avete imparato è procurarvi un libro, ad esempio The New Real Book. Analizzate gli accordi di alcuni brani contenuti nel testo e, cosa molto importante, suonateli. Cercate di capire e di costruire gli accordi annotati in ogni brano e poi, magari, utilizzateli anche nelle vostre composizioni. Il modo migliore per comprendere il tutto è sempre quello di associarlo ad un suono.

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