­Londra e New York, Graham Bond e Miles Davis, sono le due città e i due artisti che hanno caratterizzato le prime fasi dell’incredibile carriera di John McLaughlin, uno dei più grandi chitarristi contemporanei. Blues, jazz, swing, flamenco e musica indiana, in una meravigliosa contaminazione di generi, rappresentano il caleidoscopio sonoro in cui John si è spinto grazie a quelle esperienze seminali fino a raggiungere la maturità artistica, in una costante ricerca di stimoli, con un virtuosismo spesso spinto ai limiti, tuttavia mai fine a se stesso. Nella serie speciale di Planet Guitar “Le 10 Canzoni” andiamo a scoprire questa sua incredibile duttilità, presente in egual misura nelle più inaspettate collaborazioni in studio e dal vivo. Si dia inizio alle danze, ne vedremo delle belle!

John McLaughlin on stage nel 2014 con la sua PRS. © Jasmin Brutus / Alamy Stock Photo

Someone di James Taylor, 1972

James & John, l’accoppiata che non ti aspetti

Chitarrista prevalentemente acustico dal tocco delicato, James Taylor incontra John McLaughlin, il virtuoso per eccellenza, in occasione di One Man Dog, quarto album in studio concepito dopo il crescente successo dei primi tre. 

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Curiosità

Scritta da McLaughlin, Someone denota i fraseggi non convenzionali dell’artista inglese e la grande eleganza di Taylor nel reggere il cantato in tale contesto, il tutto mantenendo comunque la formula folk del padrone di casa. Formidabile.

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Body and Soul di Herbie Hancock, 1986

“The Chameleon” incontra “Mahavishnu”

Due leggende del rispettivo strumento si incontrano per la colonna sonora del mitico Round Midnight, film che vede anche la prima comparsata di McLaughlin sul grande schermo. 

Curiosità

Suoni vellutati e atmosfere anni Cinquanta per John, con Dexter Gordon al sassofono, Herbie Hancock al piano e una sezione ritmica composta da Pierre Michelot (basso) e Billy Higgins (batteria): che volere di più?

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Univoyage di Miroslav Vitous, 2003

Undici minuti di gloriosa interazione

Cinque Principi (Vitous, Garbarek, Corea, McLaughlin e Dejohnette) che si fanno in quattro per undici minuti di pura libidine. No, non stiamo dando i numeri e non è uno spettacolo a luci rosse! Sono un gruppo di eccellenze musicali e la loro devozione fa raggiungere il top dell’esecuzione, con l’aiuto di un fenomenale “coro” di ottoni (Wayne Bergeron, Valery Ponomarev e Isaac Smith) che aggiunge colore e incisività.

Curiosità 

Miroslav e John fanno già faville insieme ad inizio carriera, sul finire dei sixties, ma questa performance dimostra la loro empatia senza tempo. Imperdibile.

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Sting e John McLaughlin nel 1995, fotografati durante le sessioni di In from the Storm. © United Archives GmbH / Alamy Stock Photo

The Wind Cries Mary di Sting, 1995

Il toccante tributo a Hendrix

Frenetico, esagerato, esasperato e profondo. Questo è l’incredibile playing del nostro “Mahavishnu” in The Wind Cries Mary, ospite di Sting in questa stuzzicante rivisitazione per In From the Storm, palpitante disco tributo a Jimi Hendrix uscito nel 1995. Carlos Santana, Robben Ford, Brian May, Eric Schenkman e Steve Lukather sono solo alcuni nomi presenti nel sontuoso progetto.

Curiosità

L’ex Police e John sono molto legati in quel periodo. Memorabile un’altra loro partnership, stavolta live, per una Fragile da groppo in gola, durante uno show del “pungiglione” a Parigi, nella primavera del ’96.

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Let Me Sleep Beside You di David Bowie, 1967

Una chicca per intenditori

A metà anni Sessanta McLaughlin è un turnista molto quotato e suona in parecchi dischi senza venir inizialmente accreditato. Il produttore Tony Visconti conferma la sua partecipazione alle sessioni per David Bowie in Let Me Sleep Beside You e Karma Man.

Curiosità

Bowie incide nuovamente entrambe le canzoni per il progetto Toy, concepito agli inizio del secolo e pubblicato postumo nel 2021.

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Stations of the Cross con Elvis Costello & The Roots, Live at “Late Night with Jimmy Fallon”, NBC Studios, NYC, 2010

Tante sorprese in una sola canzone

Il decano della fusion è in grande spolvero: l’esecuzione di quell’incredibile serata trasforma Stations of the Cross, all’epoca appena pubblicata da Elvis Costello, da una canzone con timidi accenni di presagio a qualcosa di molto più inquietante e potente.

Curiosità

La sintonia tra John, Elvis e i The Roots, housing band per il programma di Jimmy Fallon, è alle stelle. Costello rimane sconvolto e stregato da quella straordinaria performance: in una puntata del 2022 di Questlove Supreme, noto podcast di Questlove, la ricorda elogiando l’energia positiva apportata da McLaughlin.

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Power con Jeff Beck, Live at Auditorium Theatre, Milwaukee, WI, 1975

La potenza e la classe di due insuperabili guitar hero

Fuoco e fiamme tra due eccellenze delle sei corde. E pensare che sono passati già cinquant’anni da questa esibizione storica. Uno strumentale da brividi.

Curiosità

Power è un brano scritto originariamente dal gigante del basso Stanley Clarke, tratto dal suo album omonimo del 1974.

Viene riproposto nei bis da Jeff Beck, al termine di un concerto trionfale all’Auditorium Theatre di Milwaukee, tenutosi il 10 maggio 1975. Ospite speciale un tarantolato McLaughlin, coheadliner dello show con la sua Mahavishnu Orchestra. Chitarre pirotecniche e adrenalina ai massimi livelli per un uptempo jam memorabile.

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We Came to Play di Cindy Blackman Santana, 2020

Un’avvincente conversazione musicale

L’amicizia con Carlos Santana è cosa risaputa, tuttavia chi si aspettava una collaborazione con la Sua Signora, Miss Cindy Blackman, un vero terremoto dietro alle pelli?

Curiosità

We Came to Play è più che all’altezza del suo titolo: Cindy crea un groove pazzesco mentre si impegna in un’appassionante conversazione musicale con John e il bassista Matt Garrison. “Sono onorata di avere McLaughlin nell’album. È uno dei miei eroi e lo rispetto moltissimo”, dichiara nelle liner notes di Give the Drummer Some, lavoro realizzato nel 2020.

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Mellow Yellow di Donovan, 1967

Un’altra, dimenticata, ma importante session

Mellow Yellow è un pezzo senza tempo del trascurato Donovan e, urge ricordarlo, alla chitarra ritmica vi è, sorprendentemente, John McLaughlin, nell’epoca delle sue uscite programmate come session man di gran classe.

Curiosità

Anche la versione di Georgie Fame non delude: John è sempre presente!

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Survival of the Fittest di Bill Evans, 1985

Un sax e una chitarra acustica da brividi

Bill Evans, da non confondere con il più noto pianista jazz, e John McLaughlin confezionano un brano di grande atmosfera, con un sax inferocito e una sei corde graffiante.

Curiosità

Miles Davis, Andy Summers e Robben Ford sono solo la punta dell’iceberg delle partnership celebri del sassofonista jazz americano, legatosi anche, nel 1984, alla riformata Mahavishnu Orchestra.

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Extra: Cause We’ve Ended as Lovers con Joe Bonamassa, Live at Crossroads Guitar Festival, LA, 2023

Emozione e commozione, nel segno di Jeff Beck

Il Crossroads Guitar Festival ha sempre ospitato collaborazioni uniche, ma risulta certamente un coup de théâtre poter ammirare sul palco la leggenda della fusion insieme al re del blues-rock Joe Bonamassa per omaggiare l’immenso Jeff Beck

Curiosità

McLaughlin ha avuto un ruolo importante nella formazione tecnica del giovane Bonamassa, stupito dal suo fraseggio vertiginoso, dall’incredibile velocità delle sue note tirate fuori dalla Ovation e dalla Gibson Les Paul Custom. 

Gibson Les Paul Custom EB GH

Gibson Les Paul Custom EB GH

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(114)

“Se aveste detto a un Joe Bonamassa di sei anni”, esordisce il chitarrista prima dell’inattesa collaborazione on stage, “che quarant’anni più avanti, dopo che la sua mente era stata sconvolta da dischi come Bitches Brew e Friday Night in San Francisco, sarebbe stato in grado di pronunciare le parole: ‘Signore e signori, date il benvenuto a John McLaughlin…’”. Joe si interrompe tra gli applausi, non occorre neanche concludere il suo discorso, tutto è già chiaro…

L’esibizione che ne consegue è una sorta di masterclass, con uno dei picchi raggiunto nel pazzesco assolo di John intorno al minuto 2:47. Il suo timbro – proveniente dal suo nuovo modello PRS Private Stock signature – e il suo tocco sono fenomenali, da lasciare senza fiato. Bonamassa, nel frattempo, se la sta godendo come un matto e condisce il brano con incredibili momenti da protagonista, come da par suo.

Un duetto memorabile, quando la musica non ha età! E proprio Joe Bonamassa, icona della “nuova generazione” di chitarristi blues, incarna il personaggio perfetto per il prossimo, entusiasmante episodio de Le Dieci Canzoni, la serie speciale pronta a tenervi compagnia sempre e solo qui su Planet Guitar.

Stay tuned!

To be continued…

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Alessandro Vailati