Ozzy Osbourne ha sempre avuto un debole per i giovani chitarristi emergenti. Ha iniziato con Randy Rhoads, Brad Gillis e per finire con Jake E. Lee. Così il mondo della chitarra rimase a bocca aperta nel 1988 quando uscì il disco “No Rest for the Wicked” e un giovane biondo, allora ancora sbarbato, di soli 21 anni suonava la chitarra. Il nuovo arrivato aveva un suono di chitarra così incredibilmente grosso da eclissare quasi tutto quello che c’era stato prima.
Zakk Wylde era il nome di questo chitarrista le cui radici affondavano nell’heavy metal britannico di gruppi come i Black Sabbath e i Deep Purple, ma anche nel southern rock e nel country.
La strumentazione di Zakk ha subito vari cambiamenti, ma gli ingredienti fondamentali sono rimasti. All’epoca di “No Rest for the Wicked”, comunque, utilizzava una Gibson Les Paul Custom con pickup EMG attivi.
Per quanto riguarda gli amplificatori, influenzato dal produttore Keith Olsen, in studio utilizzava un combo Marshall JCM800 e preamplificatori Lee Jackson GP100. Il Boss SD-1 serviva come lead boost e al contempo sviluppò il pedale MXR Zakk Wylde. Una caratteristica particolare del suono di Zakk è l’uso di altre unità rack, come l’Aphex C2 Big Bottom Aural Exciter e gli Yamaha SPX90 e SPX900, di cui utilizzava l’impostazione “Symphonic”.
Questo preset offre un effetto simile al chorus che arricchisce incredibilmente la chitarra. Questo suono può essere ascoltato in tutto il disco e nel successivo album “No More Tears”.
Per il workshop ho scelto il brano “Miracle Man”. Sebbene Zakk abbia accordato la chitarra un semitono più basso e sia passato all’accordatura in Eb, per il workshop ho lasciato tutti gli esempi audio in accordatura standard.
Miracle Man è in F#m e inizia con un riff quasi pentatonico, mentre il prechorus si sposta in C#m. Il ritornello infine riprende il lick introduttivo. Elementi tipici del riff sono, oltre ai power chords, i brevi passaggi in quarte e terze, il playaround dell’arpeggio Bsus4 nel pre-chorus, i bending bluesy in double-stop e naturalmente i devastanti Artificial Harmonics (A.H.) di Zakk con il vibrato ampio e lento. Non scoraggiatevi se la chitarra non vi sembra così potente, perché Zakk ha sovrainciso le sue tracce ben quattro volte!
Il modo migliore per ottenere questo suono è utilizzare una chitarra con un humbucker di elevata potenza nella posizione del ponte. Per quanto riguarda gli amplificatori, preferirei scegliere un modello della categoria “British sound” come Marshall o Friedman.
È possibile emulare l’impostazione sinfonica dell’SPX90 con un chorus, un flanger o un doppio pitch shifter. Se scegliete quest’ultimo, provate a regolare l’algoritmo di un pitch shifter verso l’alto di qualche centesimo e l’altro verso il basso di qualche centesimo, e a posizionarli con un panning forte a destra e a sinistra. Qui potete trovare un suggerimento, in cui ho utilizzato un JCM800 in combinazione con un plug-in Dimension D Chorus.
E ora buona fortuna con “Miracle Man” di Ozzy Osbourne!
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