Il 27 agosto 1990 Stevie Ray Vaughan muore tragicamente.

Negli anni ’80, Stevie Ray Vaughan fu considerato da molti la scoperta più promettente del blues, perché definì un nuovo stile più aggressivo e virtuoso del genere, che ancora oggi è conosciuto come “Texas blues”. Tuttavia, la carriera di Stevie Ray Vaughan è stata tutt’altro che priva di problemi, perché la dipendenza da alcol e droga è stata una costante della sua vita. Dopo una fortunata riabilitazione, però, tutto sembrò volgere al meglio e “In Step”, registrato nel 1989, segnò il ritorno di Vaughan come primo album registrato “da sobrio”.

Il nuovo inizio era promettente, perché la critica della stampa specializzata per questo lavoro fu eccezionale, il disco fu premiato con un Grammy e Vaughan avrebbe accompagnato Eric Clapton nel suo lunghissimo “Journeyman World Tour” nel 1990.

Ma il destino volle diversamente:

Dopo il concerto del 26.8.1990 all’Alpine Valley Music Theatre di East Troy, Wisconsin, Stevie e tre membri dell’equipaggio di Clapton salirono su un elicottero alle 0:40 del mattino per volare a Chicago. A causa della forte nebbia, il velivolo si schiantò poco dopo il decollo e tutti gli occupanti morirono sul colpo.

Stevie Ray Vaughan visse solo 35 anni.

Stevie Ray Vaughan – Biografia

Stephen Ray Vaughan è nato il 3 ottobre 1954 a Dallas, in Texas. Motivato dal fratello Jimmie Vaughan, di tre anni più grande, il piccolo Stevie prende in mano la chitarra nel 1963, una Gibson ES 125 T, e quando la famiglia si trasferisce ad Austin nel 1972, i due fratelli Vaughan si fanno presto un nome nella scena country e blues locale. Le influenze musicali di Stevie erano molto varie già agli inizi. Descrive come suoi idoli i chitarristi blues Otis Rush, Muddy Waters e naturalmente i “tre re”, Albert, B.B. e Freddy King, chitarristi rock come Jimi Hendrix e Lonnie Mack, ma anche chitarristi jazz come Kenny Burrell e Django Reinhardt.

Quando il rendimento scolastico di Stevie cominciò a calare e quando lasciò il suo lavoro in un chiosco di hamburger, secondo la leggenda, dopo essere caduto in una vasca di olio di frittura, decise di concentrarsi esclusivamente sulla sua carriera musicale e da allora suonò in formazioni sempre diverse. Il suo gruppo “Triple Threat Revue” si trasformò infine nel 1978 nella formazione “Double Trouble”, dal nome di una canzone di Otis Rush, a cui si aggiunse in seguito il bassista Tommy Shannon e completò la formazione con il batterista Chris Layton. In questo periodo conosce anche la futura moglie Lenora “Lenny” Bailey, che avrà un ruolo importante sia in termini di brani che di chitarre particolari.

Il disco di maggior successo di SRV “In Step” del 1989Stevie e suo fratello maggiore Jimmie Vaughan

Anche se i Double Trouble erano una band popolare a livello locale, mancava ancora il successo nazionale, per non parlare di quello internazionale. La situazione cambiò bruscamente quando il produttore Jerry Wexler riuscì a far partecipare la band al Montreux Jazz Festival. I Double Trouble finirono subito sulla bocca di tutti e Jackson Browne offrì ai nuovi arrivati il suo studio per il loro primo disco.

Mentre la band stava registrando, squillò il telefono e nientemeno che David Bowie voleva Stevie Ray Vaughan nel disco “Let’s Dance” (prodotto da Nile Rodgers degli Chic), che sarebbe passato alla storia come il suo maggior successo. Tuttavia, l’imminente tour con Stevie non si concretizzò per vari motivi e così Vaughan poté dedicarsi con tranquillità alla sua carriera solista. Nel 1983 uscì il disco d’esordio “Texas Flood”, che entrò in classifica al 38° posto e vendette oltre mezzo milione di copie. Meno di un anno dopo, realizzò l’album successivo “Couldn’t Stand the Weather” al Power Station Studio di John Hammond.

Il secondo album ottenne un successo ancora maggiore rispetto al precedente e, come “Texas Flood”, proponeva alcune cover molto interessanti, tra cui spiccava l’interpretazione di Vaughan di “Voodoo Chile” di Hendrix. Nel corso degli anni successivi, il consumo di alcol e droghe di Vaughan divenne sempre più rilevante, un’eredità della sua situazione familiare, poiché, secondo le dichiarazioni di Stevie, si trovò spesso ad affrontare la violenza fisica e l’abuso di alcol da parte del padre.

Così, anche il terzo album “Soul to Soul” fu fortemente segnato dalla frustrazione di Vaughan per la sua mancanza di ispirazione, e anche se l’album vendette bene, le recensioni furono contrastanti. Il successivo album dal vivo “Live Alive” e il relativo tour del 1986 segnarono certamente il punto più basso della salute di Stevie. Dopo un esaurimento nervoso, dovette interrompere tutti i concerti, si fece ricoverare in una clinica di riabilitazione e, come se non bastasse, si separò dalla moglie Lenny.

STEVIE RAY VAUGHAN STRATOCASTER®

La storia ebbe nel frattempo un lieto fine, perché l’album “In Step” del 1989, registrato “per la prima volta da sobrio”, non solo divenne il disco di maggior successo di Stevie, ma fu addirittura coronato da un Grammy. Titoli come “In Step” e alcuni testi delle canzoni fanno riferimento al suo superamento della dipendenza.

Nel 1990, Vaughan registrò l’album “Family Style” con il fratello Jimmy, ma Stevie Ray Vaughan non visse abbastanza per vederne la pubblicazione, perché dopo la sua esibizione all’Alpine Valley Music Theater il 26 agosto 1990, l’elicottero di Vaughan si schiantò poco dopo il decollo a causa di una fitta nebbia. Tutti gli occupanti morirono sul colpo e il mondo perse uno dei più grandi chitarristi blues di tutti i tempi.

Suo fratello Jimmy, tuttavia, pubblicò postumo l’album dal magnifico titolo “The sky is crying”. In esso si trovano diverse registrazioni inedite e outtakes in studio. L’album arrivò subito al 10° posto in classifica e divenne disco di platino.

Strumentazione

Quando si parla di chitarre, si associa certamente la Fender Stratocaster a Vaughan, e il buon Steve ne ha avute parecchie.

La più nota è sicuramente la “Number One” (conosciuta anche come “First Wife”), un corpo del 1963 con manico in palissandro del ’62 e pickup del ’59 (motivo per cui Stevie pensava fosse una Strat del ’59). Il tremolo fu sostituito da un modello per mancini. Tra l’altro, la “Number One” è anche la base del modello Stevie Ray Vaughan di Fender, tuttora disponibile, ma con alcune differenze rispetto alla chitarra principale di Steve.

Altri modelli di Strato sono la “Lenny” (una Strat con manico in acero regalatagli dalla moglie perché Stevie non poteva permettersela), la “Yellow” del 1959, una “Red” del ’62, una “Scotch” del ’61, una Hamiltone Lurktamer Strat chiamata “The Main” e una Charly Wirz del 1983 con pickup Danelectro Lipstick chiamata “Charley”.

Tra le altre chitarre figurano Fender Tele, Gibson ES 335, Johnny Smith e Les Paul, una Epiphone Rivera e una Rickenbacker del 1958. Tra i modelli acustici troviamo una Guild JF6512 a 12 corde e una National Steel Guitar del 1928.

Gli amplificatori di Vaughan sono principalmente modelli Fender e Marshall. Di Fender sono stati utilizzati il Vibroverb 64 con casse da 15″, un Super Reverb con casse EV da 10″, un Twin Reverb 62 e un Fender Bassman, oltre a un Fender Vibratone per l’effetto Rotary/Leslie, ad esempio su “Cold Shot”.

Agli inizi Vaughan utilizzava un Marshall 4140 Club and Country con due speaker Celestion G12-80, mentre per le registrazioni di “In Step” utilizzò anche un 800 e un Marshall 200W Major.

Nel 1984 arrivò anche un Dumble Steel String Singer, di cui Stevie si regalò un secondo modello nel 1986. Oltre a questo, Mike Soldano parlava anche di un modello SLO100 personalizzato. Esiste un prototipo, ma a causa della morte prematura di Stevie non è stato completamente realizzato.

In Vaughan gli effetti erano molto rari. Tipici sono sicuramente l’Ibanez Tubescreamer, che usava in tutte le versioni, e il suono Rotary menzionato sopra. Presenti nel set anche un modello di Wah V846 della Vox, il Dallas Arbiter Fuzzface, il Tycobrahe Octavia e un Roland Dimension D.

Stevie è noto anche per i suoi esperimenti con i pedali, come il collegamento di due wah o due tubescreamer in serie (il pedale Visual Sound “Double Trouble”, ad esempio, ha due tubescreamer in serie, da cui il nome).

Tra l’altro, Stevie utilizzava set di corde molto rigide, incluse le 013-058, ma in accordatura Eb.

Per il workshop, comunque, dovrebbe essere sufficiente un amplificatore pulito con un po’ di gain e una chitarra tipo strat con un single coil al manico e possibilmente un tremolo.

Workshop

Vaughan, come già detto, accordava la sua chitarra un semitono più in basso, in Eb, ma per semplicità tutti gli esempi del workshop sono in accordatura standard.

Pride And Joy

Sull’album di debutto “Texas Flood” troviamo subito un classico brano blues con un’introduzione blues “Pride and Joy”. Sembra che Steve prediligesse il suono stridente delle corde vuote sui levare, infatti c’è un accompagnamento simile in “I’m crying” e, naturalmente, in “Cold Shot”. Non prendete troppo alla lettera le corde a vuoto nelle Tabs:

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Pride and Joy
Pride and Joy – Backing Track

Texas Flood

Nella title track “Texas Flood”, che fu pubblicata per la prima volta da Larry Davis nel 1958, Stevie suona subito un bellissimo accordo introduttivo con nona e tredicesima:

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Texas Flood
Texas Flood – Backing Track

Mary had a Little Lamb

Il brano è anche la versione del chitarrista blues Buddy Guy (originariamente presente nel disco “A man and the Blues” del 1968) che anche Stevie ha ripreso in modo relativamente simile.

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Mary had a Little Lamb
Mary had a Little Lamb – Backing Track

Testify

“Testify” è originariamente una canzone degli “Isley Brothers” con l’allora sconosciuto Jimi Hendrix alla chitarra; gli accordi (E7#9!) e il cromatismo rendono facilmente riconoscibile l’omaggio:

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Testify
Testify – Backing Track

Lenny

Stevie Ray dedicò l’omonimo brano strumentale all’allora moglie “Lenny”. Secondo il racconto, Vaughan compose il brano dopo che Lenny gli diede una Strat rossa appoggiandola sul bordo del letto di casa. Usate la leva del tremolo per modulare un po’ gli accordi:

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Lenny
Lenny – Backing Track

Couldn’t Stand the Weather

Nell’album successivo “Couldn’t stand the weather” abbiamo un bel riff a nota singola nella title track che si evolve in un accompagnamento molto funky.

In questo caso la linea di basso è raddoppiata; notate la presenza di un tempo in 6/4!

e il riff:

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Couldn’t Stand the Weather
Couldn’t Stand the Weather – Backing Track

Scuttle Buttin

L’apertura dell’album, è “Scuttle Buttin”, un selvaggio blues uptempo con un caratteristico lick con le corde a vuoto che la maggior parte dei seguaci del blues probabilmente conoscerà. Spesso si vede il lick principale suonato con dei bendings. Ma se dobbiamo considerare i vari video dal vivo di Stevie, usa solo gli slide sulle corde G e B.

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Scuttle Buttin
Scuttle Buttin – Backing Track

Cold Shot

In “Cold Shot” viene utilizzato l’effetto Rotary. Suonate di nuovo le ghost notes con plettrate verso l’alto e con un groove “shuffling”:

Stevie Ray Vaughan
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Cold Shot
Cold Shot – Backing Track

Tightrope

L’album “In Step” è stato addirittura premiato con un Grammy per il “Best Contemporary Blues Album” nel 1990 e il singolo “Crossfire” ha raggiunto il 1° posto nelle classifiche rock mainstream.

Nel brano “Tightrope”, tratto dallo stesso album, viene utilizzato nuovamente l’effetto Rotary. SRV si sta evolvendo sempre più verso altre forme di songwriting che si distaccano dalla forma standard del blues in 12 battute e fondono il soul, il blues e il rock contemporaneo.

Ecco il riff di “Tightrope”:

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Tightrope – Backing Track
Stevie Ray Vaughan

O anche qui nell’assolo di “Dirty Pool”:

Stevie Ray Vaughan
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Dirty Pool – Solo

Spesso la nona maggiore è incorporata nei lick, come si può vedere nell’assolo di “Say what” dal disco “Soul to soul”. Si sente anche l’uso del pedale wah:

Stevie Ray Vaughan
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Audio: Say What – Solo

A Steve piace anche usare licks ostinati in cui “porta dentro” la nota blu con l’anulare facendola scivolare indietro.

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Lick Ostinato

Oppure, come nel caso di “Couldn’t stand the weather”, la nota fondamentale B al 12° tasto della corda B:

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Couldn't stand the weather – Lick Ostinato

Un caratteristico “Vaughan bend” nella pentatonica minore è un bending dalla terza maggiore e non, come spesso accade, dalla terza minore alla quarta, come ad esempio nell’assolo di “The sky is crying”:

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The sky is crying – Bending Caratteristico

La stessa cosa si ripete in “Texas Flood”. Il pezzo è un blues in G e Stevie tira il B al C:

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Texas Flood – Bending Caratteristico

Anche i Double Stop alla Hendrix e il blues abbondano, naturalmente, nel playing di Vaughan.

“Lenny” è un ottimo esempio di fills classici di Hendrix, come “The wind cries Mary” o “Little Wing”. Ecco una frase che funziona perfettamente su un accordo di E maggiore che si risolve in su accordo di A maggiore:

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Lenny – Double Stops

Diventa piuttosto blues con una frase di “Scuttle Buttin'”. Questo lick funziona bene su E maggiore e può essere usato anche come introduzione o outrolick. Si noti il bending dalla terza minore G a G#:

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Scuttle Buttin – Fraseggio Blues

Oppure in “The House is a rockin'”, un lick che funziona benissimo su un C7 e che può essere usato come “lick di accompagnamento” su qualsiasi grado del blues:

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The House is a rockin – Fraseggio Blues

Infine, desideriamo proporvi l’intro completo di “Texas Flood”, che contiene molti elementi di Vaughan:

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Texas Flood – Intro Solo
Texas Flood – Intro Solo – Backing Track

Speriamo che i polpastrelli della vostra mano siano sopravvissuti a questo pesante lavoro sulle corde, ma il suono di Stevie Ray Vaughan può essere ottenuto, purtroppo, solo con l’uso di una certa forza. Ciò che si può notare con Stevie Ray Vaughan è come sia possibile creare un’enorme varietà e intensità con pochissime note e pochissime frasi. Gran parte del suo suono deriva dall’atteggiamento con cui si suona, o come ha già detto Scott Henderson: “Non è quello che suoni, è come lo suoni”.

Tenendo presente questo, vi auguro il meglio!

Discografia

Infine, ecco la discografia di Stevie Ray:

  • 1983 Texas Flood
  • 1984 Couldn’t stand the weather
  • 1986 Soul to Soul
  • 1986 Live Alive
  • 1989 In Step 1990 Family Style (con Jimmy Vaughan)
  • 1991 The sky is crying (Pubblicazione postuma)

Con altri (selezione):

  • 1983 David Bowie, Let’s Dance
  • 1983 Johnny Copeland, Texas Twister
  • 1984 Marcia Ball, Soulful Dress
  • 1986 James Brown, Gravity
  • 1986 Don Johnson, Heartbeat
  • 1987 Stevie Wonder, Characters
  • 1987 Jennifer Warnes, Famous Blue Raincoat
  • 1989 Zucchero-“Mama” (Madre Dolcissima)
  • 1990 Bob Dylan, Under the Red Sky

Naturalmente, come accade di solito con i musicisti deceduti, esistono innumerevoli pubblicazioni di vecchio materiale, bootleg e compilation, alcune delle quali non autorizzate.

Francesco Di Mauro