Vi esercitate da tempo con la chitarra e ancora non vedete alcun progresso ma il vostro obiettivo è diventare un chitarrista migliore? Suonate fino a consumare le dita sulla tastiera e anche dopo settimane siete ancora all’inizio?

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Le ragioni possono essere molteplici e non dipendono solo dalla pratica in sé. Per questo motivo, ho raccolto per voi alcuni punti che possono essere uno spunto di riflessione e che potrebbero aiutarvi a diventare dei chitarristi migliori.

Diventare un chitarrista migliore, alcuni consigli pratici

1. Non fissare obiettivi concreti

diventare un chitarrista migliore
Young man practicing playing guitar at home

Un punto essenziale quando ci si esercita per diventare un chitarrista migliore è avere un obiettivo molto concreto da visualizzare. Da un lato, questo significa fissare un obiettivo, ma dall’altro significa anche immaginare di suonare in quel modo. Può sembrare esoterico, ma se avete in mente un’immagine chiara di dove volete arrivare, la vostra mente e il vostro subconscio lavoreranno insieme per realizzarla. Senza un obiettivo, ci si esercita nel buio e non si va da nessuna parte. Ad esempio, cercate sempre di completare un certo progetto entro la fine della settimana o del mese, insomma datevi delle scadenze precise e rispettatele. Può trattarsi di un brano, di un esercizio, di determinati accordi, scale o anche solo di un numero di BPM da raggiungere col metronomo da voi prestabilito.
È importante non fissare un obiettivo troppo alto, altrimenti si rischia di innervosirsi e sentirsi frustrati. Un obiettivo troppo basso o un compito che non vi mette alla prova non porterà ai risultati desiderati, perché la mente vuole risolvere i problemi. Trovate un obiettivo realistico e lavorate per raggiungerlo facendo del vostro meglio.

2. Fare pratica in maniera non accurata

Naturalmente, la pratica fa la differenza solo se si fa un’auto-osservazione e un’auto-analisi abbastanza accurate. Prestate attenzione a fare pratica pulita e accurata. A volte è difficile, soprattutto perché voi stessi siete parte del sistema o del processo. Ecco perché sempre più musicisti consigliano di registrarsi mentre ci si esercita, cosa che, nell’era degli smartphone, non è poi così difficile.
Quando si ascolta la registrazione o la propria prova, è sempre importante esercitare un alto grado di autocritica: il suono è pulito? Com’è il mio tempo? Cosa mi disturba? Cosa mi piace particolarmente? Noterei qualcosa di spiacevole o piacevole se un altro chitarrista suonasse così? Abbiate fiducia che, con le giuste riflessioni, il vostro corpo e la vostra mente lavoreranno per realizzare la vostra visione del suono.

3. Scelta dei colleghi musicisti

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Carefree fat guy is singing to a guitar with inspiration. He is relaxing on sofa at home

È ovvio che è bello suonare con i propri amici e che fare musica ha una componente sociale importante quanto i progressi nello strumento stesso.
Tuttavia, se si ha la sensazione di arrancare e di essere sempre la persona più preparata del gruppo, non bisogna avere paura di trarne le conseguenze. Idealmente, il fare musica dovrebbe avvenire su un piano di parità e sicuramente è particolarmente vantaggioso suonare con musicisti un po’ più bravi di voi. Tra l’altro, questo non deve essere necessariamente un aspetto puramente strumentale, ma può essere anche compositivo o di arrangiamento. Circondarsi di bravi musicisti è incredibilmente motivante e vedrete come la curva di apprendimento si alzerà drasticamente!

4. Essere troppo presi dal proprio equipaggiamento

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La GAS (Gear Acquirement Syndrome) è un problema che colpisce soprattutto i chitarristi.
Naturalmente è estremamente importante trovare il proprio timbro personale e anche un buon suono di chitarra che sia adatto alla band e al contesto dove si suona, ma purtroppo si vedono sempre più chitarristi giovani e meno giovani per i quali l’acquisto di apparecchiature diventa sempre più fine a se stesso.
Se si possiede un equipaggiamento ragionevolmente buono e il suono non è ancora soddisfacente, ci si dovrebbe chiedere se il problema sia davvero l’amplificatore o la distorsione. Il suono e il tono provengono principalmente dall’immaginazione (alcuni dicono “dalle dita”, ma io trovo la parola “immaginazione” molto più appropriata!), e non solo dall’apparecchiatura! Il motivo per cui uno Steve Lukather suona come Lukather attraverso ogni amplificatore ha a che fare principalmente con il fatto che sa esattamente e ha un’idea molto concreta di come vuole suonare! A proposito, questo non ci allontana molto dal punto 1: senza un’immaginazione di come voglio suonare, non posso lavorare per ottenere un risultato, e anche il millesimo distorsore acquistato non mi aiuterà.

5. Evitare le situazioni spiacevoli

Tutti cerchiamo di evitare le circostanze che ci fanno sentire a disagio, e questo è naturale. Tuttavia, occorre distinguere tra situazioni distruttive e di disturbo e situazioni di confronto e di aiuto.
Spesso i musicisti cercano di evitare di suonare nelle jam, di suonare con musicisti più bravi, di sottoporsi a prove di registrazione o audizioni per paura di essere esposti.
Ma il fatto è che non avete, assolutamente, nulla da perdere! Cosa importa se qualcuno dice: “Suoni male”? – Qualsiasi musicista con una mezza qualifica non vi parlerebbe mai in questo modo e in secondo luogo non dovete credere che i vostri eroi non abbiano mai avuto esperienze negative di questo tipo: fa parte del gioco!
Per non parlare del fatto che tutto ciò che si suona è sempre un’istantanea del momento della propria vita in cui ci si trova e tra due mesi si potrebbe essere un chitarrista completamente diverso. Affrontare le proprie paure richiede coraggio all’inizio, ma una volta superata questa barriera, ci si rende conto molto di più di cosa si è effettivamente fatti e si apre ogni volta un nuovo spazio di crescita per se stessi, quindi il motto deve essere: esci dalla tua comfort zone!

Gianmarco Gargiulo